Savona. “Orlando lasci decidere il ministero se il nuovo carcere deve essere realizzato a Savona o altrove”. Questo l’invito di Stefano Petrella, Claudia Bornico e Angelo Chiavarini, membri del consiglio generale del Partito Radicale, dopo le dichiarazioni del deputato del Pd, che aveva sollecitato il sottosegretario Delmastro ad avviare l’iter per la realizzazione del carcere a Cairo Montenotte.
“Stupiscono – affermano Petrella, Bornico e Chiavarini – ma non troppo, le dichiarazioni dell’ex-Ministro Orlando in merito all’indicazione dell’area per il nuovo Carcere di Savona; ben più prudentemente infatti pochi giorni prima il sottosegretario Delmastro Delle Vedove si era limitato a parlare di nuovo istituto, sapendo che una decisione nel merito è ancora da prendere .
“C’è una continuità con la più che trentennale rimozione del problema da parte di amministrazioni quasi tutte di centrosinistra che hanno impedito l’individuazione di un’area idonea in città e mantenuto in vita (fino al 2016) il vecchio e indecente Carcere di Sant’Agostino, che fin dal 1977 il Ministero voleva chiudere e negli anni ’80 la commissione carceri della Regione giudicava non idoneo ad essere riaperto dopo una parziale ristrutturazione. A fine anni ’90 – ricordano – furono i DS a impedire al sindaco Ruggeri in consiglio comunale l’indicazione dell’area Metalmetron che aveva tutte le caratteristiche per ospitarlo e a far cadere la scelta sul complicato progetto di Passeggi, salvo poi abbandonarlo al suo destino. Nel 2020 è stato l’onorevole Franco Vazio a stabilire discutibilmente per tutti che l’istituto (previsto come casa circondariale e non di reclusione) dovesse avere caratteristiche di ampiezza tali che non potesse essere realizzabile nell’area dell’ex-officine rialzo alle spalle del Tribunale, l’unica per cui esisteva un progetto di fattibilità da parte del Ministero”.
E poi aggiungono: “Questi ampi spazi sarebbero finalizzati ad ospitare attività lavorativi e trattamentali certamente augurabili, ma più difficili da realizzare in un carcere spostato nell’interno e lontano dai servizi (e dal Tribunale stesso) della città capoluogo a cui fa riferimento; l’esperienza di Sanremo Valle Armea, il peggior istituto della nostra regione, realizzato lontano dalla città, interessato da frequenti eventi critici e tristemente privo di volontari e di attività lavorativa nonostante svolga in gran parte funzioni di casa di reclusione e ospiti detenuti con 10 – 20 anni di pena da scontare, dovrebbe insegnare qualcosa. Vazio non ha mai visitato in questi anni Sanremo e il tavolo tecnico di cui è stato il regista non ha mai preso in considerazione queste problematiche, si è preoccupato però di escludere in partenza la più favorevole area di Albenga (o altre destinazioni costiere) e di far cadere la scelta sulla Valbormida. Il carcere in Valbormida rischierebbe di essere carente proprio di quelle attività che vi voleva portare Vazio e si presterebbe, secondo logiche ben note, a costituire una valvola di sfogo al sovraffollamento cronico di altri istituti di Liguria e Piemonte”.
“Ai sopralluoghi dei mesi scorsi hanno fatto seguito incontri più recenti che hanno riaperto alla possibilità di realizzarlo a Savona, in località Passeggi, a cui l’attuale amministrazione si è detta disponibile. Noi crediamo che se è davvero utile debba essere realizzato a Savona, che Passeggi non sia la soluzione più felice (meglio sarebbe l’area alle spalle del Tribunale e probabilmente ne esistono anche altre), ma sia senz’altro preferibile alla Valbormida, perché meno distante dalla città e più facilmente raggiungibile da parenti e operatori”.
“Il sovraffollamento (in un momento in cui gran parte dei reati sono in calo secondo le statistiche) va affrontato attuando la funzione rieducativa della pena prevista dalla Costituzione attraverso il lavoro interno ed esterno e l’utilizzo delle misure alternative, oggi così drammaticamente carenti, e riformando nel senso della legalizzazione e della regolamentazione la legislazione vigente sulle droghe, letteralmente ‘criminale e criminogena’ come Marco Pannella ripeteva spesso, dei cui effetti sulla popolazione carceraria si è accorto nei giorni scorsi lo stesso sottosegretario Delmastro”, concludo Stefano Petrella, Claudia Bornico e Angelo Chiavarini.