La risposta

Arbitro picchiato, parla il dirigente: “Giocatore cacciato dalla società ma serve riflessione sulla formazione arbitrale”

"Certamente la violenza in ogni sua forma non è mai giustificabile, ma non dovrebbe essere concesso agli arbitri un atteggiamento aggressivo nei confronti dei giocatori"

pallone Gianluca Aufiero

Genova. Dopo il clamore suscitato dall’episodio di violenza verificatosi lo scorso fine settimana sportivo che ha visto un arbitro essere malmenato in campo durante un incontro di terza categoria, arriva la replica della società i cui giocatori si sono resi protagonisti dell’aggressione.

Una lunga lettera aperta che, oltre ad intervenire sull’episodio rilancia su un dibattito più allargato riguardo la formazione professionale degli arbitri, che con le loro decisioni possono influenzare non solo il risultato ma anche il ‘clima’ nel rettangolo di gioco. La pubblichiamo integralmente.

“Cari lettori – esordisce Gianluca Aufiero, presidente della Dinamo Santiago – chiedo 5 minuti del vostro tempo per fare maggiore chiarezza sugli eventi che hanno interessato la squadra B della mia società militante nel campionato di terza categoria. Condanniamo duramente gli avvenimenti accaduti durante la partita di sabato, io per primo, poco dopo la partita ho dapprima preso provvedimenti importanti e definitivi nei confronti del nostro tesserato e successivamente ho condannato i suoi gesti pubblicamente senza se e senza ma. Ci tengo a precisare che ho da subito allontanato il tesserato dalla società e ho preso duri provvedimenti di simile entità anche nei confronti delle altre persone coinvolte in maniera indiretta nella vicenda. Stante quanto detto, dopo aver condannato il mio tesserato, dopo essermi scusato personalmente e a nome della società con il Direttore di gara e dopo essermi messo a completa disposizione sia dei giornalisti che degli interessati, a questo punto vorrei specificare alcuni aspetti che chiaramente non sono emersi in questi giorni”.

“Per iniziare ci tengo moltissimo a specificare che atti di questo tipo non appartengono al DNA della mia società, nella nostra breve storia mai era accaduto un evento simile. In particolar modo la squadra di terza categoria, che nulla c’entra con la nostra prima squadra, nasce con lo spirito di un gruppo di ragazzi che hanno come unico scopo quello di divertirsi giocando a calcio. Faccio inoltre presente che il tesserato che ha colpito il direttore di gara mai aveva mostrato prima d’ora comportamenti nemmeno lontanamente associabili al gesto di sabato, a prova di ciò ne è il fatto che il ragazzo non era mai stato espulso nemmeno per proteste, ha collezionato solo qualche ammonizione (peraltro poche) per ordinari falli di gioco. Conoscendo da tempo il ragazzo inoltre posso anche dire che non è nemmeno uno che in campo si lascia andare facilmente a proteste, diversamente da molti altri, sia nostri tesserati che non, che invece hanno questo tipo di atteggiamento più frequentemente rispetto a lui. Per questo motivo purtroppo quanto accaduto durante la partita, anche con tutta l’attenzione e la lungimiranza del mondo, non era per me e per i nostri dirigenti nemmeno lontanamente prevedibile. Chiaramente se avessimo avvertito durante la stagione o anche durante la partita stessa che il ragazzo potesse dare segnali negativi in tal senso avremmo preso provvedimenti molto prima, ma purtroppo non abbiamo avuto modo di farlo non avendo avuto mai segnali che potessero far prevedere quanto accaduto. Nonostante ciò a fatto accaduto ci siamo mossi con tutte le nostre forze per fare tutto quanto per noi possibile, sia allontanando il nostro tesserato sia scusandoci ripetutamente e in più sedi con il direttore di gara e la sua famiglia”.

“Detto questo vorrei però che, almeno per una volta, da un evento così negativo si riuscisse a tirar fuori qualcosa di costruttivo per poter migliorare, seppur di poco, il nostro calcio. Quante volte tra gli addetti ai lavori del calcio dilettantistico avete sentito parlare dell’atteggiamento degli arbitri? Quante volte gli allenatori delle varie categorie commentano le partite denunciando atteggiamenti troppo presuntuosi e direzioni di gara troppo aggressive? Giusto nelle scorse settimane leggevo il commento di un presidente che raccontava di una partita in cui la sua squadra finiva la partita in 8 giocatori nonostante fosse (fino a quel momento) tra le prime, se non la prima, in termini di classifica fair play. Allora la domanda che mi pongo e vi pongo è: non è che continuare a rappresentare gli arbitri come le vittime del sistema sta diventando deleterio soprattutto per loro stessi? Ho sempre detto, anche in tempi non sospetti (penso che tutti si trovino d’accordo con me), che non importa se il direttore di gara commette qualche errore (anche decisivo) ma a condizione che sappia dialogare e gestire bene la partita, soprattutto nel suo rapporto con i calciatori; in terza categoria non si può pretendere che arbitrino degli arbitri perfetti sotto l’aspetto tecnico, l’errore è ampiamente concesso così come è concesso ai giocatori, ciò che invece non dovrebbe essere concesso agli arbitri è avere atteggiamento aggressivo nei confronti dei giocatori, non essere aperti al dialogo, essere eccessivamente istintivi nelle proprie scelte e soprattutto mancare di rispetto ai giocatori stessi. Se un giocatore manca di rispetto a un direttore di gara giustamente viene espulso, ma se accade il contrario cosa succede? Personalmente mi è capitato diverse volte di sentire arbitri zittire malamente giocatori che chiedevano spiegazioni (anche educatamente) magari farcendo il tutto con frasi del tipo “se sei scarso non è colpa mia”. Se poi espressioni di questo tipo le condiamo con offese anche a sfondo razziale allora ecco che succede il finimondo. Sabato è solo uno dei tanti casi, con più clamore mediatico perché è degenerato, ma non è certamente la prima volta che sento e vedo direttori di gara comportarsi in tal modo, e sono certo che non sono l’unico”.

“Allora forse dovremmo fare un po’ di riflessione sul rapporto giocatori-arbitri e chiederci perché ogni volta che sento parlare di arbitri si dice sempre “dovremmo ringraziarli per quello che fanno perché altrimenti non si potrebbe giocare”? Senza giocatori non si può giocare a calcio, sono loro che giocano a calcio, gli arbitri arbitrano e non fanno favori a nessuno per farlo, lo scelgono spontaneamente. Sono abbastanza certo, essendo stato anche io in passato un arbitro, che nessuno obblighi nessun ragazzo a fare l’arbitro così come nessuno obbliga nessun calciatore a giocare a calcio, entrambi lo fanno semplicemente per passione ed entrambi meritano lo stesso rispetto. È chiaro che l’arbitro è un uomo solo in mezzo a tanti giocatori ma quando uno sceglie di fare l’arbitro questo lo sa benissimo ed è anche questo il bello della sfida di essere un arbitro. Aggiungiamoci poi il fatto che spesso si dice “ah poverini devono fare due/tre partite a week end per due spicci”, se fossi un giocatore di terza categoria (ma non solo) mi verrebbe da dire “beati loro che li prendono quei due spicci”. Sia il giocatore che l’arbitro fanno quello che fanno per passione, gli arbitri prendono anche un piccolo rimborso, i giocatori spesso neanche quello, ma nonostante ciò le vittime sono sempre gli arbitri. E tutti i giocatori che sono stati espulsi magari ingiustamente da un arbitro discutibile? E tutti i giocatori che vedono le proprie partite decise da arbitri che vogliono fare i “protagonisti”? E tutti i giocatori che vengono affrontati in malo modo dai direttori di gara e che non possono rispondere perché diversamente dall’interlocutore non hanno nessun’arma nel taschino per difendersi? Intendiamoci, non sto dicendo che i calciatori debbano essere difesi dagli arbitri, ci mancherebbe, e nemmeno che gli arbitri non debbano essere aiutati e tutelati, anzi, sto solo dicendo che mi sembra poco calato nella realtà questo eccessivo vittimismo da parte di tutto il settore“.

“Per finire vi chiedo: ma anziché continuare a dipingere gli arbitri come vittime non sarebbe forse meglio cogliere queste occasioni per cambiare qualcosa? Non sarebbe forse necessario insegnare agli arbitri soprattutto come rapportarsi con i giocatori? Chiaramente un buon arbitro deve conoscere il regolamento ma prima di tutto deve saper comunicare, ritengo accettabilissimo che un arbitro sia “scarso” ma sappia spiegare in modo corretto le sue ragioni al contrario non ritengo accettabile che un arbitro, seppure tecnicamente bravissimo, non sappia rapportarsi con i giocatori. Perché dunque nei percorsi di formazione degli arbitri non si prevedono degli incontri con i giocatori e con gli allenatori? Perché non collaborare per rendere il calcio dilettantistico migliore? Lascio a voi le riflessioni del caso, il mio pensiero vale niente, vale per uno e tale rimane, ma sono convinto che molte persone possano ritrovarsi nelle mie parole. Le mie riflessioni sono di carattere generale e nulla hanno a che fare con l’evento specifico che ho già condannato in tutti i modi. Certamente la violenza in ogni sua forma non è mai giustificabile”.

“Io nel mio piccolo vorrei cogliere questa occasione per lanciare un messaggio e sarei molto felice di poter incontrare il Direttore di gara e la sua famiglia nelle modalità che preferiscono, mi piacerebbe molto avere la possibilità di mostrare al ragazzo la mia vicinanza e di tutta la nostra società, di raccontargli la nostra realtà e di mostrare a lui e alla sua famiglia il duro lavoro che facciamo ogni giorno per questa nostra grande passione.  Un grazie di cuore a tutti quelli che vorranno sfruttare questa occasione per migliorare un po’ il calcio dilettantistico invece che strumentalizzarla per interessi personali. Un grazie anche a voi che mi avete permesso di esprimere il mio pensiero”.

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