Non ci si poteva non accorgere di lui: era Ii, sempre li, presidiava l’ingresso del supermercato Eurospin confidando che la spesa dei tanti risparmiasse quelle poche monete oppure stazionava vicino alla stazione per intercettare qualche scampolo di umanità.
Era li, sempre li, quasi a scandire il tempo che passa o meglio il tempo che non passa quando nulla cambia.
Chi non gli ha rivolto un pensiero fuggente, chi non si è accostato per condividere due parole cercando di ridurre le distanze tra vite che scorrono sempre più parallele, chi non avrebbe voluto fare qualcosa e qualcuno ha anche provato a farlo per evitare che la strada fosse la sua casa. Tentativi ardui di fronte a difficoltà ano esauriscono le poche energie che riusciamo ancora a dedicare per affermare il senso di un umanità universale. Lui ha abitato questo territorio per anni e più di altri, ma senza il pass della residenza non si accede al circuito degli aiuti istituzionali.
E cosi lui è rimasto li, sempre li, visibile tra gli “invisibili, una presenza sempre più familiare, parte apparente della nostra “comunità” come si intende ancora a dire. Ma se così fosse veramente, qualcosa sarebbe dovuto cambiare. Invece ancora una volta ha prevalso la rassegnazione, l’abitudine nell’incrocio con la povertà di vite che vanno alla deriva verso un’emarginazione cronica senza che questo provochi più un sussulto di indignazione e si traduca in un desiderio concreto di accogliere.
E così Dorino, Pietrese per anni ha tolto il disturbo ed ora quando passi per quelle strade, ancora ti giri, ti sembra di vederlo con quel suo viso bonario, due baffi un po’ mogi, un bastone per sostenersi ed una lattina per diluire l’amaro di una vita.
Riposa in pace Dorino, sarebbe stato bello che diventassi Pietrese negli anni, ora posso solo sperare che troverai lassù quel calore di una casa negata in terra.
Giulio Ghirardelli