A ruota libera

Vecchie Glorie. Gianmarco De Sciora tra Finale, Savona e il calcio dei dilettanti

Diversi i punti trattati con uno dei volti più noti delle panchine savonesi fino ai primi anni duemila: dal difficile momento del Finale al disastro organizzativo del Savona

Generico febbraio 2023

Finale Ligure. Una figura molto conosciuta nel savonese calcistico quella di Gianmarco De Sciora, prima giocatore negli anni Sessanta e poi soprattutto da allenatore in diverse squadre della zona: Finale, Pietra, Ceriale, Legino e l’ex Finalborghese. Da ragazzo possedeva buone qualità tecniche, infatti insieme al finalese Valerio Gottardi fece un provino e venne tesserato dal Genoa. Nonostante sia un tifoso blucerchiato dalla nascita, in rossoblù rimase per tre stagioni e il suo esordio avvenne contro la Sampdoria B. Ad allenarlo fu Ermelindo Bonilauri, persona molto sensibile alle problematiche personali del giovane De Sciora. Poi il ritorno a Finale per la Serie D come giocatore più giovane dell’intera rosa. Con la maglia giallorossa si segnalano 250 partite giocate, senza contare i numerosi campionati trascorsi in panchina.

Durante la lunga chiacchierata sono stati tanti i temi sviluppati: dalla situazione difficile del Finale di David Balleri alla turbolenta annata del Savona, per poi confrontare l’attuale modo di intendere il calcio con quello dei suoi tempi.

L’amarezza per il suo Finale

Avendo passato gran parte della sua carriera al Felice Borel e, in aggiunta, conoscendo bene l’ambiente giallorossoblù, De Sciora si è espresso molto dispiaciuto per l’attuale momento di difficoltà dei finalesi: “Spero che si tirino fuori perché penso ci siano rose più scarse in giro, però questa è una delle peggiori degli ultimi anni del Finale e, in caso di retrocessione, ho timore di quello che può riservare il futuro. Balleri sta cercando di gestire al meglio questa situazione ma non è affatto facile. Si vede che c’è grande impegno da parte di tutti ma manca qualcosa, quello che può dare Genta quando è in forma. Comunque io sto continuando a vedere le partite sperando in una ripresa, ci tengo tanto e tutto questo mi ricorda il momento della mia povera Sampdoria“.

Oumaro Coulibaly l’ho visto in Coppa Italia e non mi sembrava male per l’Eccellenza – continua – ma quando si è fatto male ha perso un po’ spazio, quindi è stato ceduto. Poi mi ha fatto una bella impressione Brollo da terzino: faceva delle cavalcate notevoli per un ragazzo così giovane. Tuttavia l’ho rivisto impiegato come ala e questo cambiamento non mi è piaciuto molto. I giocatori vanno scoperti e lasciati nel proprio ruolo, altrimenti diventa difficile gestirli”.

L’influenza dell’assenza di pubblico

Giocare a porte chiuse le partite casalinghe da circa quattro mesi non è stato affatto d’aiuto ai ragazzi prima di Ferraro e ora di Balleri. Per De Sciora, che è stato anche assessore comunale nel finalese, la situazione è insostenibile: “Quando giocavo dava sempre una bella carica vedere sugli spalti una persona a cui tenevi. Quindi tutto questo ha condizionato molto negativamente un gruppo così giovane. A Cappa una volta ho detto che, se fossi stato in lui, avrei preso tutto il settore giovanile vestito in divisa da rappresentanza per andare a manifestare davanti al Comune. Ma questo non adesso, bensì agli albori del problema: ho girato tanti campi e tribune del genere non le ha quasi nessuno”.

Non c’è nessun movimento franoso – sottolinea con decisione -. Io invece credo che sia la tribuna del campo Viola di Finalborgo ad essere pericolosissima, ma non si è mai compiuta alcuna azione. Io prenderei o un mio tecnico o uno da fuori per andare a vedere le condizioni, facendomi scrivere un consulto per dare al caso la precedenza assoluta. Il Comune di Finale ha la fortuna di avere sempre un buon bilancio, avendo degli ottimi immobili. Ho visto quello dello scorso anno e ci sono stati degli avanzi esagerati. A breve una riapertura parziale? Speriamo ma io rimango ugualmente allibito. Vedere tutto questo mi ha messo tristezza e spero che presto si possa risolvere, ma nella storia quando si prospetta di realizzare un qualcosa di molto grande, come gli spogliatoi sotto la tribuna, spesso significa la volontà di fare poco o nulla“.

L’unicum nazionale del caso Savona 

Una volta era una società che militava in Serie B e lo Spezia giocava con noi in Serie D. Ora vedere questi ultimi in A e i primi in Prima Categoria è incomprensibile. C’è un bacino di utenza importantissimo, un tessuto economico un po’ in affanno ma con delle zone che vanno bene. Vado insegna. A Savona non c’è proprio la volontà di costruire qualcosa“. Non poteva mancare, quindi, un commento sulle attuali condizioni del Vecchio Delfino, un argomento sentito da svariati appassionati del calcio ligure.

Critiche alla proprietà romana guidata dall’avvocato Massimo Cittadino: “Stanno agendo in maniera assurda, anche a livello comunicativo. Per non parlare della storia dei camerunensi. Non volevano dare dei soldi a giocatori validi della zona, per poi portarne due dal Camerun? Cosa avrebbero dovuto fare, giocare gratis? Tutto questo è molto grave ma non è l’unica situazione del genere in Italia. Io fossi l’assessore dello sport farei un appello serio ad una trentina di imprenditori per poter costruire qualcosa che sia degno del nome di Savona”.

L’aneddoto di un emozionante Finalborghese-Finale

Negli anni in cui le due squadre militavano negli stessi campionati, la piccola stracittadina era talmente tanto sentita che ogni volta anche le zone attorno allo stadio erano stracolme di persone che non erano riuscite a prendere posto in tribuna. I Cù Jani di Finalborgo contro i Gnabbri di Finale.

Gianmarco De Sciora, ancora prima di essere giocatore, allenatore e tifoso del Finale, è un finalborghese. Per cui è stato molto toccante ricordare un momento precedente ad un derby che non potrà mai dimenticare: “Loro erano primi in classifica e noi comunque eravamo già fuori dalle zone pericolose. Ci siamo radunati sulla panchina di Castel San Giovanni prima della partita e gli ho detto: ‘Noi di Finalborgo siamo nati qua e li vedevamo dall’alto in basso. Noi abbiamo inventato Finale e adesso vogliamo accettare che siano loro a guardarci dall’alto?’. Abbiamo fatto 0-0 e ci hanno annullato un gol validissimo, ma i ragazzi hanno giocato una partita straordinaria con uno stadio pieno zeppo”.

Futura rinascita della Finalborghese? Non ci sono i presupposti – risponde fermamente -. Il campo Viola non è mai stato così bello ed è giusto che ora ci sia il baseball“.

Nostalgia da piazzetta

Proprio questo è il tema lanciato da De Sciora per spiegare il suo punto di vista sulle nuove generazioni di calciatori. “Una volta fino a quattordici anni non si giocava agonisticamente ma si andava nelle piazzette, che insegnavano la tecnica del passaggio. Ai miei tempi in Sacrestia a Finalborgo c’erano sempre tantissimi bambini fino a quando veniva buio. In provincia di Savona siamo gli ultimi a livello di mentalità nonostante gli impianti siano più o meno tutti a posto. Questo perché i giovani, come detto prima, hanno subito in testa il concetto di fare risultato, e i genitori ancora di più di loro. Non esiste più quella passione di un tempo per questo sport. Nelle squadre c’erano le bandiere ed ora sempre meno. Ci vuole però anche più tolleranza negli allenatori. Un conto è se si parla di un giocatore che non viene ad allenarsi per andare in giro, un altro se non viene per motivi di lavoro o di studio”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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