Polemica

Savona, minoranza all’attacco dopo la spaccata al bar Monique: “Microcriminalità dilaga, persone non sicure”

"Intervenire immediatamente sulle situazioni di rischio"

Piazza Sisto Savona Comune savona Palazzo Sisto Savona

Savona. “Il sindaco può dire quello che vuole, ma siamo al palo con la sicurezza“. Il nuovo episodio di cronaca, la spaccata nella notte al bar Monique di via Manzoni (quindi in pieno centro), ha già acceso il dibattito politico in città.

Il primo a intervenire pubblicamente è stato Maurizio Scaramuzza, consigliere comunale della Lega: “Piazza del popolo, più volte sventolata in campagna elettorale, è sempre più in mano a homeless e extracomunitari. Le persone non si sentono sicure (e questa non è una narrazione, ma la verità). La microcriminalità sta dilagando in città ed ovviamente ci rimettono i commercianti in primis. Inutile nascondersi dietro tavoli ed agende, bisogna darsi da fare… meno chiacchiere e più fatti, dalla sua ‘incoronazione’ è passato un anno e mezzo”.

Il consigliere comunale di PensieroLibero.zero Fabio Orsi critica l’attività della giunta savonese: “Innanzitutto piena solidarietà al titolare del bar e vicinanza al suo grido di protesta e di denuncia che tutti noi amministratori dobbiamo accogliere. Poi c’è il tema più generale: la distanza tra la percezione che questa città (e i suoi cittadini) hanno di sé stessa, rispetto a quella che ha la giunta. E da questo punto di vista il totale scollamento tra chi governa e chi vive si sta palesando in maniera preoccupante. Il sindaco e il suo cerchio magico continuano ad autocompiacersi e raccontarsi quanto siano bravi, come sono lungimiranti e come la città sia con loro, ma forse non girano abbastanza per le strade, sicuramente non per i quartieri, che molto si aspettavano”.

Orsi chiede alla giunta interventi sul fronte sicurezza: “I savonesi che, invece, vivono direttamente la città, subiscono decisioni sconclusionate, gli effetti di nessuna programmazione e di una ideologia, spesso presuntuosa, fine a se stessa e, come in questo caso, patiscono i segnali preoccupanti di crescente insicurezza in certe zone della città e dell’aumento di situazioni di rischio su cui bisogna intervenire immediatamente. Il rischio è proprio questo: quando un amministratore si scolla dalla realtà, si stizzisce per le critiche, non regge il dibattito (il consiglio comunale non si riunisce da quasi due mesi) e si chiude in un palazzo, questo è il risultato. Altro che partecipazione”.

Fa eco anche il consigliere pentastellato Manuel Meles: “A nostro avviso bisognerebbe impegnarsi per rendere vivibili e sicure le zone, piuttosto che insistere a desertificarne altre, sarebbe già un buon punto di partenza. Invece si guarda altrove. Quello che si ha già non viene valorizzato e nel frattempo si fanno interventi per mettere bandiere ideologiche. Illuminazione e buona sorveglianza è il minimo che ci si aspetta, ma non basta e non sono interventi risolutivi”.

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