Posizione

Sanità, Unione Popolare boccia la proposta di Sansa: “Uscire dalla logica pubblico-privato”

"Liste d'attesa, situazione drammatica in Liguria. Ma se ne esce solo rimettendo al centro il servizio sanitario pubblico"

liste d'attesa

Liguria. “La proposta del centrosinistra di applicare la normativa che consente ai pazienti in lista d’attesa di utilizzare l’intramoenia al costo del ticket è insufficiente e fuorviante, e denota la subalternità ideologica all’idea che il regime misto pubblico-privato non debba essere messo in discussione”. Così in una nota Unione Popolare commenta la proposta lanciata alcuni giorni fa dalla Lista Sansa.

“L’intramoenia – sostiene Unione Popolare – va abolita, il personale va implementato urgentemente in numero sufficiente a rispondere alle esigenze e al diritto alla salute costituzionalmente riconosciuto e certamente va pagato meglio, consentendo una scelta consapevole di operare nel solo settore pubblico. Il progetto di sanità pubblica efficiente ed efficace è una priorità che né il centrodestra né il centrosinistra sono in grado di adottare essendo simili le loro politiche liberiste, speculari e piegate a processi di privatizzazione”.

“La situazione dei tempi di attesa nelle prestazioni sanitarie in Liguria è drammatica ed è di piena responsabilità della giunta regionale, il cui modello lombardo, che il presidente Toti persegue da una legislatura e mezza, è semplicemente fallito. La situazione disastrosa della sanità ligure certifica in maniera evidente che qualsiasi sistema di gestione pubblico-privato spinge inevitabilmente alla disintegrazione del primo mentre costruisce profitti milionari per i privati. Privati che vivono grazie alle convenzioni pubbliche e che speculano sulla malattia”, prosegue la formazione politica.

Ma “da questo disastro si esce solo con una programmazione e un indirizzo politico sanitario che rimetta al centro il servizio sanitario pubblico, universale e gratuito, e promuova la prevenzione come obiettivo primario. Questo può essere raggiunto solo con l’assunzione del personale necessario, l’adeguamento strutturale e l’aggiornamento delle attrezzature diagnostiche. Gli ambulatori devono funzionare a pieno regime e non essere lasciate a disposizione di personale pubblico che esercita la libera professione causando l’allungamento delle liste di attesa”.

“Al contrario, occorre una svolta reale, che cancelli l’idea assurda che la salute sia una merce e si debba gestire come una azienda, occorrono investimenti straordinari per una medicina di base con adeguate strutture pubbliche con piante organiche stabili, motivate e finalmente riconosciute come centrali nel servizio pubblico. Per fare la rivoluzione in sanità occorre semplicemente applicare la Costituzione”, conclude Unione Popolare.

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