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Storie ligustiche

Quando i velieri genovesi portavano il grano dell’Ucraina in Liguria

“Storie ligustiche” porta il lettore alla scoperta della Liguria e della “liguritudine” che si nasconde nel cibo, nelle parole, nei personaggi, nella geografia e nelle tradizioni

storie ligustiche 16 febbraio 2023

Si ha un bel parlare, negli ultimi anni, di grano italiano, ma l’Italia, da secoli regina mondiale nella produzione di pasta secca, il grano per gli spaghetti lo ha sempre acquistato dall’Ucraina, non a caso considerata il “granaio d’Europa”. E, come per tante altre merci, gli armatori-mercanti genovesi (intendendo per genovesi i liguri nel loro complesso), erano in pratica i monopolisti europei. Del resto il marchio del pastificio Agnesi, oggi trasferito da Imperia a Fossano, rappresenta un veliero carico di granaglie destinate al porto di Oneglia.

Genova, sin dal ‘600, aveva fortezze e fondaci nel Mar Nero e il traffico di velieri tra Liguria e Ucraina, all’epoca zarista, era intenso, molto intenso. I velieri liguri, sia detto per inciso, non avevano vita facile. I pirati greci minacciavano carichi ed equipaggi, tempeste e bonacce erano (e sono, ma oggi con navigli più sicuri) all’ordine del giorno, per non parlare della burocrazia e delle gabelle imposte dall’impero Ottomano per transitare attraverso lo stretto dei Dardanelli. Un giovane Giuseppe Garibaldi, in uno dei suoi primi viaggi come mozzo imbarcato a bordo di un veliero, racconta di come l’imbarcazione fu assalita dai pirati due volte durante lo stesso viaggio, la prima fu saccheggiata del carico, la seconda dei vestiti dell’equipaggio e degli strumenti di bordo.

Odessa, Mariupol, Mar d’Azov, nomi drammaticamente tornati alla mente per via dell’aggressione russa all’Ucraina, sono la testimonianza del fortissimo legame che unisce Genova, la Liguria, all’Ucraina.

Torniamo alla pasta. Scrive Piero Pastorino, autore di una approfondita storia sui velieri in Liguria: “La famiglia Agnesi di Oneglia, che aveva costruito nel 1824 un importante mulino e pastificio (prima a Pontedassio e poi nelle vicinanze del porto), si era dotata di una piccola flotta di bastimenti destinati esclusivamente all’importazione di grano dai porti ucraini. Tra gli altri, avevano fatto costruire a Loano nel 1874 da Bernardo Amico il brigantino goletta Fratelli Agnesi, di 96 tonnellate. Non era il più grande della flotta, che disponeva anche di un brigantino, varato però a Genova. Questa “dipendenza” dai propri velieri che, facendo ognuno circa quattro viaggi l’anno, approvvigionavano di grano il mulino e il relativo pastificio, é ricordata dall’immagine del veliero, che é il marchio di fabbrica su ogni confezione di pasta Agnesi”.

Il traffico di cereali, grano in primo piano, vedeva tra i commercianti anche Cavour e, in Liguria, accanto agli Agnesi, la famiglia Rocca di Loano (attiva anche nel commercio di olio) ed era talmente forte che nel 1891, a Genova fu fondata dai “granatini” (i commercianti di grani) la Camera Arbitrale del Commercio dei Cereali e Semi, che mise a punto i criteri di verifica qualitativa dei grani e, soprattutto, stese i contratti tipo per i grani da Russia, da Danubio, Bulgaria, Turchia e Asia Minore, oltre a quello per il granoturco.

Genova divenne uno dei maggiori centri internazionali nel commercio del grano. E se l’Italia non era autosufficiente all’epoca, quando l’agricoltura era il primo comparto economico (e la popolazione era molto inferiore rispetto ad oggi), c’è da chiedersi come sia possibile che oggi tutte le linee dei pastifici e dei prodotti da forno scrivano in etichetta “Solo grano italiano”…

“Storie ligustiche” è la rubrica di Elisa e Stefano Pezzini che porta il lettore alla scoperta della Liguria e della “liguritudine” che si nasconde nel cibo, nelle parole, nei personaggi, nella geografia e nelle tradizioni. Perché la Liguria è anche uno “stile di vita”.

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