Emergenza

Peste suina: solo 444 capi abbattuti in zona rossa. Confagricoltura: “Flop nella gestione della fauna selvatica”

I numeri evidenziati nelle audizioni mostrano la gravità della situazione alimentata dalla peste suina

evasione cinghiali

Confagricoltura Liguria è stata recentemente audita dalla seconda e terza commissione consiliare della Regione Liguria. Il tema del confronto è stato incentrato sulla gestione della fauna selvatica e dei conseguenti danni a persone, strutture ed attività agricole.

Sull’audizione è stata espressa in maniera forte e chiara la posizione di Cia Liguria e Cia Savona in merito all’emergenza peste suina e alle azioni immediate da mettere in campo per una eradicazione del fenomeno.

“I dati presentati da Confagricoltura ed Ispra, nel recente convegno nazionale tenutosi in Lazio – ha sottolineato nel suo intervento il direttore regionale di Confagricoltura, Andrea Sampietro – danno un quadro preciso, ancorché impressionante, della situazione”.

Tra il 2015 ed il 2021 in Italia sono stati abbattuti circa 300.000 cinghiali all’anno, di cui 257.000 con la ‘caccia ordinaria’ e 43.000 con la ‘caccia di controllo’. In 7 regioni, tra cui la Liguria, è stato abbattuto il 73 % del totale. Il numero medio dei cinghiali ‘prelevati’ è più che triplicato dal 1998.

“Eppure – prosegue Sampietro – tutto ciò non basta minimamente a ‘risolvere’ un’emergenza che primariamente è di sicurezza, stante il costante aumento di incidenti, in alcuni casi anche mortali, cagionati dai cinghiali e poi di salvaguardia economica ed ambientale, stante i danni che gli stessi provocano ad agricoltura e territorio”.

Sempre i dati ispra, presentati nel convegno con Confagricoltura a Viterbo, evidenziano il tutto: tra il 15 ed il 21 i soli danni all’agricoltura registrati hanno importi annuali che oscillano tra i 14.6 e i 18.7 milioni di euro, con un totale quindi, nei sette anni di riferimento, di oltre 120 milioni di euro per un complessivo di 105.000 eventi di danno registrati.

“In Liguria – continua Confagricoltura – alla ‘normalità’ dei danni cagionati dalla fauna selvatica, si somma l’emergenza PSA di cui ad oggi, francamente, non si vede neanche lontanamente la fine”.

E sono ancora i dati a rendere il quadro. Nell’attuale stagione venatoria, ormai agli sgoccioli, i dati indicano che sono stati abbattuti in Liguria circa 10.000 cinghiali dei quasi 30.000 previsti dal Piano della Regione. Nelle zone PSA (Peste Suina Africana) che riguardano poco più di 30 comuni liguri, sono stati abbattuti 444 capi. In tutto il 2022 i capi abbattuti dagli ‘agenti regionali’ sono circa 850.

“Numeri – conclude Sampietro – che devono far riflettere e che portano alle considerazioni precise di Confagricoltura Liguria, espresse in audizione in Regione”.

“Come Confagricoltura Liguria – interviene il presidente ligure De Michelis – abbiamo individuato due ‘assi’ di richieste: uno sulla PSA e uno sulla fauna selvatica. Nel primo caso chiediamo con forza che il Commissario alla gestione della PSA sia messo nelle condizioni di avere strumentazione e mezzi per poter operare sul serio, al di là di quello che si è visto fino ad oggi. Ribadiamo la richiesta fatta per lettera, e a mezzo stampa, ai Governatori di Piemonte e Liguria, di istituire da subito, e senza indugiare oltre, un tavolo permanente di gestione dell’emergenza che sia unico per le due Regioni”.

“Sul tema della gestione della fauna selvatica – prosegue Luca De Michelis – chiediamo che la Giunta regionale faccia suo un ordine del giorno in cui si fa portavoce presso il Governo di una rivisitazione profonda della legge sulla caccia di pertinenza nazionale, auspichiamo che venga quanto prima deliberata una norma che gestisca seriamente la ‘filiera della carne di cinghiale’ ad oggi inspiegabilmente rigettata e, infine, che si abbiano concreti interventi su quei territori laddove non si raggiungono i contingenti prefissati di abbattimenti annui”.

“Anche perchè – sottolinea Confagricoltura Liguria – la stessa Regione identifica in un numero tra i 35.000 ed i 50.000 i cinghiali presenti sul territorio regionale, e nella stagione 2022 ne sono stati abbattuti circa 23.000. Se si considera qual’è il livello di proliferazione di questi ungulati, ci si rende conto che tali numeri di prelievo sono assolutamente inutili per una reale soluzione del problema”.

E i risultati sono sotto gli occhi di tutti, dagli animali che scorrazzano in città, all’aumento degli incidenti, finanché ai danni all’ambiente ed all’agricoltura che superano ormai cifre superiori ai sei zeri all’anno.

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