Soluzione

Peste suina come il Covid, ok dalla Regione ai test antigenici rapidi: “Consentirà la ripartenza della caccia”

Approvato in Consiglio regionale l'ordine del giorno del consigliere Alessandro Bozzano: "Strumento per lo smaltimento sanitario"

cacciatori peste suina montoggio

Liguria. “E’ stato approvato all’unanimità dal Consiglio regionale l’ordine del giorno con il quale ho chiesto a Regione Liguria di farsi parte attiva nei confronti degli enti competenti per il riconoscimento dei test antigenici rapidi per l’evidenziazione della Psa”. Così il consigliere regionale Alessandro Bozzano nel corso della seduta odierna che ha visto tra i temi del dibattito anche l’emergenza sanitaria legata all’emergenza dei cinghiali.

Il documento impegna la giunta a farsi parte attiva nei confronti degli enti competenti per il riconoscimento dei test antigenici rapidi per l’evidenziazione della PSA e per il loro utilizzo.

Nel documento si rileva che l’esercizio dell’attività venatoria impone che, successivamente all’abbattimento, il capo venga avvolto in specifici teli e quindi, attraverso il trasporto qualificato, avviato allo smaltimento ma che questa pratica è contraria alla cultura venatoria e, dunque, molte squadre di caccia al cinghiale, per questo, si astengono dall’esercizio di questa attività.

“La peste suina africana sta creando forti problematiche all’area interessata della Liguria, con effetti collaterali su alcune attività agroalimentari e su molti altri settori legati all’outdoor. Mentre i cittadini chiedono di intervenire per arginare l’emergenza cinghiali che sta provocando una situazione di forte disagio, fino a creare situazioni di rischio, anche l’attività venatoria è seriamente compromessa” aggiunge il consigliere Bozzano.

“La caccia al cinghiale, da considerare l’unico reale strumento efficace di razionalizzazione della popolazione di suini selvatici, registra numerose squadre che si stanno astenendo dall’attività, fino allo scioglimento delle stesse e quindi l’allontanamento di persone qualificate nella lotta alla Psa”.

“Ciò accade proprio a causa delle attuali direttive per il contenimento della Peste Suina. La norma impone infatti che, successivamente all’abbattimento, il capo venga avviato allo smaltimento mediante abbruciamento. Tale pratica è però contraria all’etica venatoria, da qui l’astensione dall’attività di molte squadre”.

“L’utilizzo di test rapidi per la diagnosi della PSA, già ideati dall’Università di Torino, rappresenta quindi una soluzione valida”.

“Consentirà di procedere allo smaltimento solo dei capi infetti, lasciando i restanti ai cacciatori (proprietari della selvaggina abbattuta ai sensi della legge 157 del 1992) e quindi riportandoli in attività per partire con un sistema più veloce ed efficace di eradicazione” conclude.

Nel dibattito sono intervenuti l’assessore alla sanità Angelo Gratarola, il consigliere Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) e Angelo Vaccarezza (Cambiamo con Toti presidente).

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