Savona. “Se un autista rileva un’anomalia, il mezzo sarà fermato e non partirà. E a breve, possibilmente con l’aiuto degli enti, partirà anche un’operazione di rinnovo del parco mezzi“.
Sono queste, unite alla revoca dello sciopero di Tpl (finirà oggi, alle 17) e alla notizia della decisione dei colleghi di destinare alcune ore lavorative odierne alla famiglia Macciò, le principali novità emerse dopo il presidio dei lavoratori, avvenuto in mattinata in Piazza Saffi, e l’incontro con il Prefetto.
Dopo la tragedia avvenuta nella serata di ieri (sono in corso le indagini), che è costata la vita al 53enne Stefano Macciò, ad annunciarle, ai microfoni di IVG.it, è stato proprio il presidente di Tpl Linea Simona Sacone, che ha proseguito: “Siamo ancora sconvolti per questo evento tragico e esprimiamo vicinanza alla famiglia. L’incontro odierno è nato dalla preoccupazione dei dipendenti e abbiamo impostato alcune azioni nell’immediato e un percorso di più lungo respiro“.
“Gli investimenti sulla sicurezza sono legati al rinnovo del parco mezzi e questa è la direzione verso cui bisogna andare. Ma per farlo avremo bisogno di un sostegno economico da parte degli enti che vorranno sostenerci. Nel frattempo, oggi alle 17 riparte il servizio. Oggi abbiamo stabilito che se un autista rileva un anomalia, il mezzo sarà fermato e i lavoratori hanno deciso di destinare, su base volontaria, alcune ore di lavoro di oggi alla famiglia della vittima“, ha proseguito.
Una novità, quella legata allo stop ai mezzi in caso di anomalie, che ovviamente potrebbe portare però ulteriori disagi, che Sacone ha però minimizzato: “Di certo non si possono escludere possibili ripercussioni sul servizio, ma i bus sono a norma di legge e rispettano le condizioni di sicurezza“, ha concluso il presidente Tpl.
Domattina (10 febbraio), alle 10, Sacone è attesa in municipio a Savona, dove incontrerà il sindaco Marco Russo per fare il punto sulla situazione e”valutare tutti gli aspetti della vicenda”.
Cgil: “Da troppo tempo chiediamo di fermare i mezzi non a norma, non dovrebbe servire la morte di un lavoratore per autorizzarlo”
“‘Se un autista rileva un’anomalia, il mezzo sarà fermato e non partirà’. Dovrebbe essere la norma e non l’eccezione. Non dovrebbe servire la morte di un lavoratore, uno sciopero, un presidio e un incontro con il Prefetto per maturare questo semplice concetto. Prima viene la salute e la sicurezza dei lavoratori e poi il resto”. Lo sottolineano, in una nota, Cgil e Filt Cgil Savona.
“Fermare i mezzi se non sono a norma è la sacrosanta richiesta che le organizzazioni sindacali, la Rsu e i lavoratori chiedono con forza all’azienda da diverso tempo insieme alle richieste di potenziamento di tutti i temi legati alla salute e sicurezza in azienda. Lo diciamo da tempo, troppo, in Tpl come nel resto della Provincia di Savona – evidenziano dal sindacato -. Ora il vaso è colmo. Continuiamo ad essere fortemente preoccupati dalla situazione in Provincia di Savona perché non vediamo nessuna azione concreta da parte degli Enti preposti alle ispezioni, ai controlli e alla prevenzione sul potenziamento degli organici, ne discutiamo e lo denunciamo da almeno una decina di anni, e ogni volta le risposte non arrivano. E’ necessario che le istituzioni locali insieme alle organizzazioni sindacali pretendano dal Governo e dalla Regione più investimenti in personale“.
“Il resto sono solo parole buttate all’aria. Così come stridono le dichiarazioni del presidente della Regione Liguria rispetto all’importanza di investire sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ma poi in concreto si sta facendo l’opposto: in Asl 2 manca il medico specialista della medicina del lavoro da oltre 8 mesi e sul trasporto pubblico locale dove le risorse regionali verso la Provincia di Savona sono ridotte all’osso in termini di rimborsi chilometrici. La Liguria continua ad essere la Regione con il tasso più alto di denunce di malattie professionali, di infortuni e purtroppo di morti. Non è più accettabile” concludono dalla Cgil.