Bocciati

Liguria “inadempiente” sui livelli di servizi sanitari nel 2020: agli ultimi posti per la prevenzione

La "pagella" del ministero analizzata dalla fondazione Gimbe: solo 11 le Regioni promosse, in Liguria il peggioramento più grave rispetto al 2019

Ambulatorio tamponi a Villa Bombrini

Liguria. Nel 2020, anno in cui è deflagrata la pandemia di Covid, la Regione Liguria è risultata “inadempiente” per l’erogazione dei Lea, i livelli essenziali di assistenza delle prestazioni sanitarie che i cittadini hanno il diritto di ricevere gratuitamente o pagando il ticket. È quanto risulta dalle “pagelle” del ministero della Salute – che ogni anno assegna alle Regioni una quota di finanziamento premiale in base al punteggio totalizzato – analizzate dalla fondazione indipendente Gimbe. “Considerato che il 2020 è stato caratterizzato dall’emergenza pandemica – precisa il presidente Nino Cartabellotta – il monitoraggio dell’erogazione dei Lea è stato effettuato solo a scopo di valutazione e informazione, senza impatto sulla quota premiale”.

Sono solo 11 le Regioni e le Province autonome “adempienti”: si tratta di Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto. La Liguria rientra nella schiera dei “bocciati” a causa dell’insufficienza riportata in materia di prevenzione con 50,85 punti (la sufficienza è a quota 60, come alla maturità) che valgono il 19esimo posto in Italia. Bene l’area distrettuale (83,12 punti e settimo posto), appena sopra il minimo sindacale l’area ospedaliera (65,60 punti, quattordicesimo posto).

Considerato che il ministero della Salute non sintetizza in un punteggio unico la valutazione degli adempimenti Lea, la Fondazione Gimbe ha elaborato una classifica di Regioni e Province autonome sommando i punteggi ottenuti nelle tre aree e riportando i risultati in ordine decrescente. Nella graduatoria finale la Liguria risulta dodicesima (su 21 posizioni) con 199,5 punti totali. Al primo posto c’è l’Emilia-Romagna con 273,8 punti, all’ultimo la Calabria con 129,4.

A spiccare è anche un altro dato: la Liguria è la regione italiana che ha registrato il peggioramento più grave tra il 2019 e il 2020. Nel periodo precedente, infatti, i risultati erano nettamente migliori. Sino al 2019 lo strumento di valutazione era la cosiddetta griglia Lea, che dal 2020 è stata sostituita da 22 indicatori del Nuovo sistema di garanzia, che tuttavia era già in sperimentazione dal 2016. Il gap per la nostra regione è di ben 44,1 punti. In generale hanno registrato tutti un dato negativo, tranne la Valle d’Aosta e la Provincia di Trento. “Questi dati – spiega il Presidente – confermano che la resilienza alla pandemia dei servizi sanitari regionali e la capacità di erogare le prestazioni essenziali nel 2020 sono state condizionate (in positivo) più dalle performance 2019 che (in negativo) dall’impatto della prima ondata”.

“Il lancio della nuova pagella – conclude Cartabellotta – proprio nell’anno della pandemia restituisce risultati inevitabilmente condizionati dalla gestione dell’emergenza Covid-19. Tuttavia, dalle nostre analisi emergono tre elementi fondamentali. Innanzitutto, il gap Nord-Sud non si è ridotto nonostante molte Regioni del Nord siano state colpite in maniera drammatica dalla prima ondata e, al tempo stesso, quelle del Sud siano state risparmiate grazie al lockdown; in secondo luogo, le Regioni settentrionali più colpite dalla pandemia hanno mostrato una differente resilienza, inevitabilmente condizionata dalla qualità del servizio sanitario regionale pre-pandemia; infine, la sorella povera della sanità, ovvero la prevenzione, è stata quella che ha pagato il conto più salato, in termini di erogazione di prestazioni essenziali”.

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