Magazine

Storie ligustiche

La Divina Commedia sarebbe stata la stessa senza l’Ormeasco della Valle Arroscia?

“Storie ligustiche” porta il lettore alla scoperta della Liguria e della “liguritudine” che si nasconde nel cibo, nelle parole, nei personaggi, nella geografia e nelle tradizioni

storie ligustiche 2 febbraio 2023

E se Dante avesse scritto la Divina Commedia dopo aver gustato un bicchiere di ormeasco? Una suggestione, certo, ma non così distante dalla realtà… Almeno a confrontare le date del passaggio del Sommo Poeta in Liguria.

Dante Alighieri, morto nel 1321, 701 anni fa, la Liguria l’ha conosciuta da vicino, poco prima di cominciare a scrivere il suo capolavoro, caposaldo della lingua italiana. Sappiamo con certezza che Dante è a Noli nel 1306, lo dice lui stesso purgatorio nel IV canto del Purgatorio vv.25-27:

Vassi in Sanleo e discendesi in Noli/
montasi su Bismantova e ‘n Cacume/
con esso i piè; ma qui convien ch’om voli,

ma la Liguria la conosce da Levante a Ponente, sempre dal Purgatorio (Purgatorio III, 49-51):

Tra Lerici e Turbia, la più diserta/
la più romita via è una scala/
verso di quella agevole ed aperta.

La Divina Commedia comincia ad essere scritta, secondo gli storici della letteratura, tra il 1304 e il 1307, ed andrà avanti sino alla fine della vita del Poeta, 1321, appunto. Gli Statuti delle ormeasco, invece, risalgono tra il 1294 e il 1299. E’ in quel periodo che i Clavesana impongono ai contadini della Valle Arroscia di impiantare quelle uve a bacca rossa che il tempo chiameranno ormeasco, nome cinquecentesco derivante da Ormea, dove i Clavesana avevano il loro punto di comando sulla vallata.

Come detto Dante percorre la via Julia Augusta, da Lerici alle Turbie, oggi in territorio di Montecarlo, area ligustica del Genovesato. Dante, a livello enogastronomico, non è un grande appassionato, la sua passione, accanto alla poesia e alla lingua, è per la politica, ma ciò non toglie che durante il suo tragitto possa aver assaggiato un bicchiere di quel vino, certo, non quello di oggi, che si produceva sulle Alpi liguri, in Valle Arroscia, l’ormeasco, appunto.

Magari per mandare giù quel boccone che descrive “come sa di sale lo pane altrui”, non solo perchè in Toscana il pane è “psciocco”, senza sale, ma perchè è mangiato fuori dai lidi natii.

“Storie ligustiche” è la rubrica di Elisa e Stefano Pezzini che porta il lettore alla scoperta della Liguria e della “liguritudine” che si nasconde nel cibo, nelle parole, nei personaggi, nella geografia e nelle tradizioni. Perché la Liguria è anche uno “stile di vita”.

Più informazioni

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.