Vado Ligure. “Abbiamo espresso voto contrario all’ampliamento della discarica del Boscaccio e alla conseguente convenzione, perché tale scelta rappresenta un momento cruciale di trasformazione negativa per Vado. Dopo le notizie veicolate in questi giorni dai media, che pongono l’accento esclusivamente sui ‘vantaggi economici’ che deriveranno al Comune di Vado Ligure da questo ampliamento, sentiamo l’esigenza di informare la popolazione su quanto è stato deciso dalla maggioranza che sostiene il sindaco, e di portare in evidenza le motivazioni che hanno sorretto il nostro voto contrario”. Lo affermano in una nota i consiglieri del gruppo di minoranza “Memoria e Futuro” commentando l’approvazione dell’ampliamento della discarica del Boscaccio discussa in consiglio comunale il 31 gennaio scorso.
“La variante cancellerà circa 130.000 metri quadri di bosco che si trasformeranno in area esclusivamente industriale – prosegue la nota – L’ampliamento consentirà il conferimento di 3 milioni di metri cubi di rifiuti. L’altezza massima sarà di 171 metri sul livello del mare. Si noti che l’intervento non risolverà alla radice il problema regionale dei rifiuti: le due fasi dell’intervento copriranno il fabbisogno per vent’anni: un tempo che noi riteniamo breve per una comunità”.
“In consiglio abbiamo riferito alcuni rilievi al progetto da parte dei tecnici provinciali e regionali; ne citiamo alcuni tra quelli più facili e meno tecnici. Rumore: in caso di valori di non conformità, l’azienda dovrà intervenire non meglio precisate ‘con misure fino alla compensazione’. Stabilità: le verifiche di stabilità non sono state eseguite in maniera adeguata, ed infatti è prescritto che vengano rielaborate (ma intanto si approva). Odori: il progetto informa che ci sarà un incremento degli odori perché le aree in ampliamento saranno ‘in posizione molto più prossima ai recettori’ rispetto all’attuale discarica. Ricordiamo che i ‘recettori’ sono i residenti di via Piave, San Genesio, ‘Na Torre e Nevaè, per i quali sono previste ‘opportune misure di compensazione’, sino al loro trasferimento altrove. (A spese del gestore e ci mancherebbe altro). Revamping dell’impianto TMB per ridurre gli odori emessi durante il trattamento della frazione umida dei rifiuti: l’inizio dei lavori è previsto per ‘l’autunno successivo al completamento dei lavori di allestimento del 1° sublotto della fase 2’. Se, da parte di EcoSavona e del Sindaco ci fosse maggiore rispetto per la vita quotidiana dei residenti in zona, il revamping avrebbe dovuto essere attuato prima di qualsiasi ragionamento sull’ampliamento, a parziale risarcimento di quanto essi hanno subito fino ad oggi”.
Ancora: “Paesaggio: dai documenti progettuali non risulta alcun impatto paesistico a seguito dell’intervento: i foto-inserimenti mostrano un versante esattamente come prima dell’ampliamento. Ma quanti anni ci vorranno prima di arrivare a questa situazione? Crediamo che le previsioni siano del tutto gratuite e inaffidabili, viste le condizioni paesistiche in cui si trova l’attuale discarica. Fauna minore: abbiamo citato una denuncia del direttore dell’Area Marina Protetta di Bergeggi, il quale ha informato che l’isola è preda di una colonia di 200 gabbiani: aggressivi, senza predatori, protetti dalla legge, hanno azzerato ogni altra forma di vita animale sull’isolotto: ciò a causa del facile approvvigionamento di cibo presso la discarica. Inoltre gli strati di guano stanno rendendo il terreno acido, sicché si teme anche per la vegetazione. Insomma la discarica sta mettendo a rischio un habitat che rappresenta una ricchezza non solo per Bergeggi e per Vado, ma per l’intero litorale ligure”.
“Abbiamo concluso affermando che le suddette criticità sono ben note e condivise dal sindaco, tant’è che in una sua lettera alla Regione sono state correttamente elencate: ‘Notevoli impatti e disagi di tipo ambientale urbanistico e sociale riconducibili alle tematiche quali odori, rumori, emissioni in atmosfera, degrado e rottura di tutta la viabilità di accesso alla discarica, traffico veicolare, degrado paesaggistico’. Nel perseguimento del pubblico interesse volto a limitare, mitigare e contrastare i gravosi effetti negativi sul territorio e la popolazione di Vado’, il sindaco aveva chiesto solamente entrate adeguate per le casse del Comune, senza chiedere nessuna limitazione e mitigazione degli impatti. Anche il nostro gruppo è sensibile ai conti in ordine e a un bilancio comunale sano, ma ha denunciato la mancanza di equilibrio tra le necessità della comunità: i soldi non risolvono tutto perché non tutto ha un prezzo: ci sono diritti non commerciabili, non monetizzabili, in primis il diritto alla salute”.
“Un secondo motivo di dissenso del nostro gruppo attiene alle modalità di approvazione. Le decisioni sono maturate al riparo dal dibattito pubblico: a tre anni e mezzo dalla presentazione del progetto, ai cittadini non è stata fornita alcuna informazione. Così come il sindaco in campagna elettorale aveva taciuto colpevolmente sul progetto, così ha continuato. In risposta a un’interrogazione di ‘Memoria e Futuro’ per denunciare la presenza del progetto di ampliamento, nel 2019 il Sindaco aveva risposto: ‘Sarà cura quindi dell’amministrazione tenere informato il consiglio comunale relativamente all’iter autorizzativo’. Neppure questo è stato fatto”.
“In sintesi abbiamo espresso voto contrario perché la variante necessaria all’ampliamento non risponde ai bisogni della comunità, anzi ne aggrava le servitù; la convenzione consente l’ingresso di tanti soldi nel bilancio comunale, ma del tutto insufficienti a compensare le ricadute negative; la comunità vadese è stata esautorata dal suo diritto all’informazione”.