Incastri

Autorità Portuale, il presidente del porto di Trieste Zeno D’Agostino in pole per il dopo Signorini

L'attuale presidente del porto, in carica dal 2016, potrebbe lasciare con un anno d'anticipo per andare a fare l'ad di Iren

Lavori Diga Porto Savona

Liguria. Le voci sulla possibile nomina di Paolo Emilio Signorini, attuale presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, ad amministratore delegato di Iren in sostituzione dell’attuale ad Gianni Vittorio Armani (in pole per la guida di Terna) si fanno sempre più insistenti e, tra l’altro, non sono mai state smentite dai diretti interessati. Lo sbarco di Signorini a capo della governance della multi-utility i cui principali azionisti sono i Comuni di Torino, Genova e Reggio Emilia, sarebbe particolarmente gradito al sindaco Marco Bucci visti i tanti progetti – già imbastiti e futuri – che hanno o potrebbero avere Iren come interlocutore: dal nuovo impianto di Scarpino all’eventuale dissalatore.

Ma se tutto dovesse andare secondo i piani elaborati sotto la Lanterna, Signorini dovrà lasciare con circa un anno d’anticipo rispetto alla scadenza naturale la poltrona di presidente dell’Autorità di sistema portuale di Genova e Savona-Vado dove si trova dal 2016 (erano gli ultimi giorni del governo Renzi, Signorini era stato fortemente voluto da Giovanni Toti che, non a caso, lo aveva già scelto come segretario generale della Regione) e dopo la riconferma del 2020 durante il ministero di Paola De Micheli.

Il riferimento ai governi non è un optional. Secondo la legge sui porti 84/94 il presidente dell’Autorità portuale deve essere nominato, previa intesa con la regione interessata, con decreto ministeriale, nell’ambito di una terna di esperti di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale, designati rispettivamente dalla provincia, dai comuni e dalle camere di commercio competenti sul territorio. Genova non esprime un presidente del porto “indigeno” dal 2004, quando a palazzo San Giorgio arrivò Giovanni Novi.

Oggi, con un governo di centrodestra in carica a livello sia regionale sia nazionale, e con una figura come quella di Edoardo Rixi, Lega, a viceministro con delega ai Porti, il posto di Signorini è una poltrona scottante.

Molte e decisive le partite aperte: dalla nuova diga foranea al tunnel subportuale, dal completamento del waterfront a Ponte Parodi all’Hennebique, dai cantieri di viabilità portuale all’elettrificazione delle banchine, passando per il ribaltamento a mare di Sestri, il trasferimento dei depositi chimici e tante altre questioni dal peso specifico (anche politico) pesantissimo.

Alcuni dei nomi che sono circolati in questi giorni per il dopo Signorini spaziano da Mario Sommariva, oggi presidente dell’Autorità portuale della Spezia a Pasqualino Monti, a capo dell’Authority di Palermo ma nominato per il suo secondo mandato nel 2021. Particolarmente stimato da Draghi, che lo ha voluto tra i saggi chiamati a sbloccare le grandi opere del Paese, piace anche al governo Meloni che, infatti, lo vorrebbe a capo dell’Enav.

Più consistente l’ipotesi che punta su Zeno D’Agostino, presidente del Porto di Trieste. Figura di alto rilievo, è da qualche mese il numero 1 dell’Espo, European Sea Ports Organisation. L’ultimo italiano prima di lui era stato l’allora presidente del porto di Genova Giuliano Gallanti. D’Agostino è un uomo su cui la Lega punta molto ma che non dispiace neppure al centrosinistra. Un professionista che, quindi, potrebbe – come d’altronde aveva fatto Signorini – mettere d’accordo molte forze.

L’ultimo dei rumors, se non per consistenza quanto meno in ordine di tempo, è quello che chiama in causa l’attuale vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi. L’idea di avere a palazzo San Giorgio un uomo in linea con i sentiment di Comune e Regione piacerebbe forse più a Giovanni Toti che non a Marco Bucci – visto che Piciocchi ha in mano una ventina di deleghe tra cui quella al Pnrr e alle opere infrastrutturali – ma la strada, secondo alcuni, è percorribile. Quattro anni alla guida del porto, peraltro, non interromperebbero l’eventuale percorso politico del numero 2 di Bucci sia sul territorio sia a livello nazionale.

Ad ogni modo, molto dipenderà dalle tempistiche con cui sarà necessario effettuare la scelta. Lo sbarco Signorini in Iren è ben quotato ma non scontato.

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