Per non dimenticare

Ad Albenga la commemorazione dell’80esimo anniversario della battaglia di Nikolayewka

La celebrazione ha voluto ricordare la battaglia di Nikolaevka, combattuta il 26 gennaio 1943 durante la seconda guerra mondiale

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Albenga. Il giorno 5 febbraio si è tenuto ad Albenga la commemorazione del 80° anniversario della battaglia di Nikolayewka organizzata dal Gruppo Alpini di Albenga, con il patrocinio del Comune di Albenga. “Alle Rappresentanze Associative ed Istituzionali – hanno detto le associazioni antifasciste della provincia di Savona – si è unita una rappresentanza degli Arditi in camicia nera, presenza giudicata inopportuna e per nulla attinente con lo spirito della manifestazione”.

L’opportuna celebrazione ha voluto ricordare la battaglia di Nikolaevka, combattuta il 26 gennaio 1943 durante la seconda guerra mondiale, ove un feroce scontro tra le forze di occupazione dell’asse e le truppe sovietiche vide l’annientamento delle truppe italiane, decimate da morti, feriti e prigionieri.

“Nel tragico evento – hanno proseguito- ne fecero le spese in particolar modo gli Alpini inviati da Mussolini, spesso mal equipaggiati e con scarse dotazioni. Il 16 gennaio 1943, giorno di inizio della ritirata, il Corpo d’Armata Alpino contava 61.155 uomini. Dopo la battaglia di Nikolaevka, dove si distinse per coraggio la 2ª Divisione alpina “Tridentina”, si contarono 13.420 uomini usciti dalla sacca, più altri 7.500 feriti o congelati. Circa 40.000 uomini rimasero indietro, morti nella neve, dispersi o catturati. Migliaia di soldati vennero presi prigionieri durante la ritirata e radunati dai sovietici in vari campi. Solo una percentuale minima di questi prigionieri farà ritorno in Italia a partire dal 1945″.

“Una tragedia – continuano – per tanti ragazzi inviati dal regime fascista a combattere una guerra non loro in cui, appunto, caddero migliaia di Alpini e non certo gli Arditi. Le Associazioni Antifasciste della provincia di Savona condannano duramente la presenza degli Arditi, che dalla loro nascita si ispirarono al fascismo, a tali manifestazioni e ritengono che le segnalazioni a loro pervenute di sdegno e di condanna trovino fondamento nella cultura democratica della nostra Repubblica a cui tutti, a partire dalle Istituzioni, sono tenuti a rispettare e a far rispettare”.

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