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L'angolo dei curiosi

Abbasso il lieto fine

"L'Angolo dei Curiosi" è la rubrica per chi è desideroso di vedere, ascoltare, conoscere: ogni giovedì con Giulia Grenno

Generico febbraio 2023

Adoro guardare i film, da sempre. Le storie sono sempre state una compagnia: un sottofondo nei momenti di studio, un accompagnamento al sonno e una compagnia sempre diversa e pronta ad adattarsi ad ogni mio stato d’animo.

Posso passare da Uma Thurman in “Kill Bill” a Anne Hathaway nel “Diavolo veste Prada” nella stessa giornata: non ci sono davvero limiti.

Adoro i film di diversi anni fa come “C’è posta per te”, “Quattro matrimoni e un funerale”, “Notting Hill”.

C’è, però, una qualità che apprezzo sempre molto nei film: adoro le storie che finiscono male.

Il lieto fine è sopravvalutato: va bene per le commedie americane, per le storie zuccherose ma, alla fine, cosa ti lascia? È scontato, è facile, è banale. Tutti vissero felici e contenti e titoli di coda.

I film che, secondo me, meritano davvero il tempo trascorso nella visione sono proprio quelli che ti lasciano l’amaro in bocca.

Ho cercato sul dizionario il termine “amaro” e nel suo significato figurato si usa “per esprimere un senso di scontentezza, di delusione, di dolore per cosa a cui non ci si sappia rassegnare” ed è proprio vero.

I film che mi lasciano incollata allo schermo sono quelli in cui mi arrabbio con i personaggi perché si complicano la vita quando un’altra scelta li porterebbe alla felicità e, penso, non è così che capita a tutti noi?

Quante volte ci siamo complicati la vita quando avremmo potuto scegliere una strada più semplice?

Ma soprattutto penso che i finali sospesi o le storie che finiscono male lascino sempre una marea di possibilità, di interpretazioni e, in ogni caso, ci fanno diventare migliori.

Quindi, ecco a voi i miei film dal finale amaro che mi sento di consigliarvi: non aggiungo commenti perché non vorrei spoilerare nulla ma vi lascio una citazione che ho amato in ognuno di essi.

La la land

MIA
Magari sono una di quelle che sognano da sempre di farlo, ma resterà in eterno una chimera per me…capisci?! E anche tu l’hai detto che si cresce, che i sogni cambiano, forse vale anche per me, non sarò mai un’attrice e allora mi rimetto a studiare e forse trovo qualcos’altro per cui sono portata. Io me ne sono andata per fare questo! Sono passati sei anni e non ho voglia di farlo più!
SEBASTIAN
Perché?
MIA
Perché cosa?
SEBASTIAN
Perché non hai più voglia di farlo?
MIA
Perché direi che fa un po’ troppo male…

Sliding Doors

“Nella vita tutto finisce per il meglio, se non lo provi non lo saprai mai”

Espiazione

“Così mia sorella e Robbie non riuscirono mai a passare del tempo insieme, come tanto avevano desiderato e meritato e come da allora io ho, come da allora io ho sempre sentito di aver impedito, ma quale senso di speranza o di soddisfazione avrebbe avuto un lettore da un finale del genere? Così nel libro ho voluto dare a Robbie e a Cecilia quello che avevano perso nella vita; mi piace pensare che non sia stata debolezza o evasione, ma un atto finale di gentilezza. Io ho restituito loro la giusta felicità”

Ok, ho mentito: qui uno spoiler l’ho fatto, scusate!

500 giorni insieme

“Penso che la chiave di tutto sia capire cosa è andato storto. Non lo fate mai? Tornare indietro con la mente e ripensare a tutte le cose fatte insieme. A tutto ciò che è accaduto. Ripercorrere tutta la storia nella mente, in cerca del primo segnale di problemi”

Il matrimonio del mio migliore amico

“Dio ha ascoltato la tua preghiera: “Cenerentola danzerà ancora?” Ed ecco, all’improvviso la folla si apre e appare lui: bellissimo, elegante, raggiante nel suo carisma. Stranamente è al telefono ma, del resto, anche tu. Allora viene verso di te con il passo agile di un felino e, benché tu a ragione intuisca che è gay come la maggior parte degli scapoli di sconvolgente bellezza della sua età, ti dici: «Ma che Diavolo: la vita continua. Forse non ci sarà matrimonio, forse non ci sarà sesso, ma, per dinci, ci sarà almeno il ballo!»”

“L’Angolo dei Curiosi” è la rubrica di IVG a cura di Giulia Grenno per chi è desideroso di vedere, ascoltare, conoscere, ritrovarsi o dissentire. A Giulia piacciono il profumo dei libri, il rumore della puntina che tocca il vinile, il buio in sala quando sta per iniziare un film, l’odore delle cartolerie, il ticchettio della macchina da scrivere, i ritratti in bianco e nero, le prospettive diverse, fermarsi col naso all’insù.
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