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Vado, il ds Tarabotto punta in alto: “Da terzo posto, dispiace vedere la tribuna vuota in Serie D”

Il direttore sportivo rossoblù esalta il lavoro portato avanti da mister Didu e non nasconde l'amarezza per il poco interesse suscitato dalla squadra

Vado Vs Casale

Una salvezza convincente, un mercato di livello, un quinto posto con vista sul terzo in Serie D (31 i punti conquistati in 19 match). Il 2022 del Vado è stato l’anno della rinascita. Ma non è tutto rose e fiori per il direttore sportivo Luca Tarabotto: “C’è anche un po’ di rammarico perché non è bello girarsi verso la tribuna e vedere una quarantina di persone nonostante tutti gli sforzi fatti”.

Partiamo dalla salvezza ottenuta, finalmente, sul campo.

La stagione che si è conclusa nel maggio scorso era la prima per me e Olivieri alla direzione sportiva del Vado. Abbiamo allestito la squadra senza conoscere la categoria. Avevamo scelto mister Solari e rifaremmo questa scelta. Nonostante circa cinquanta infortuni e un periodo negativo di cinque sconfitte il gruppo ha retto centrando l’obiettivo.

Poi, in estate, l’arrivo di mister Marco Didu e un mercato di livello. Play off obiettivo fin da subito?

Abbiamo provato ad alzare il livello della squadra affinché ci facesse patire meno e gioire di più la domenica. Siamo contenti di quello che sta facendo la squadra anche se ci sono ancora grossi margini di miglioramento. Bisogna subire meno goal, visto che ne abbiamo incassati ventisei, e vincere le partite ‘sporche’.

Qual è il valore di questo Vado? Ha tanto in meno della capolista Sestri Levante?

Credo che i punti conquistati sarebbero potuti essere di più. Ne abbiamo lasciati almeno sei o sette per strada. La nostra squadra è stata profondamente rinnovata e quindi è normale incontrare delle difficoltà. Ma a volte è mancata la consapevolezza/determinazione per fare bottino pieno in partite sporche. Questa squadra ha le qualità per stare nei play off e chiudere il campionato al terzo posto alle spalle di Sestri Levante Sanremese. Dobbiamo provare a limitare i passaggi a vuoto che pesano al momento sulla nostra classifica.

Mister Didu è una novità per la Liguria, che tipo di allenatore è visto da dentro?

Per lui è la prima esperienza in Liguria, per noi la prima volta con un allenatore da fuori. Didu è un allenatore molto capace a livello di campo e che prepara molto bene le partite. A livello personale, è di poche parole. Sono molto in sintonia con lui, ci capiamo al volo senza bisogno di troppi discorsi.

A gennaio la squadra è rimasta intatta.

Non abbiamo fatto stravolgimenti, ciò significa che la proprietà ha stima e apprezza il lavoro di staff e giocatori. Dai giocatori mi aspetto ancora qualcosa in più a livello di determinazione per riuscire a ottenere di più quando non si riesce a esprimere il miglior gioco di cui siamo capaci.

Quindi, se l’obiettivo è il terzo posto che significa play off, la società è pronta per la Serie C?

È un discorso che ne apre tanti altri riguardanti l’organizzazione societaria, tutto ciò che ruota attorno alla società e numerosi altri aspetti. Tra cui la questione del pubblico…

Che a Vado di fatto manca. Vi siete chiesti come mai nonostante siate la società di punta della provincia spesso si vede più pubblico nelle categorie inferiori?

Siamo una famiglia che gestisce una società cercando di fare il meglio possibile. Abbiamo lavorato tanto anche a livello di strutture e di settore giovanile, che al momento conta 400 ragazzi. Detto questo ci chiediamo il perché di questo poco calore intorno alla squadra, mentre realtà di categorie minori muovono maggiore interesse. Non fa piacere girarsi verso la tribuna e vedere una cinquantina di persone in tutto, sentire che al Chittolina sono gli avversari che vengono incitati da tifosi che percorrono molti kilometri per seguire le partite e vedere i propri giocatori esultate sotto la tribuna insieme ai familiari e pochi altri.

Eppure Vado è un “luogo del calcio” visto che proprio il Vado vinse la prima Coppa Italia…

Ecco, lo dico senza nulla togliere alla storia gloriosa del club: si parla tanto di questo trofeo mentre c’è poco interesse per quanto accade nel presente. Le critiche quando si sbaglia non mancano mai, mentre gli elogi quando arrivano provengono spesso da addetti ai lavori di altre regioni. A me piacerebbe tanto che il presidente Franco Tarabotto potesse gioire nel vedere i propri sforzi ripagati da un maggiore calore da parte della gente. E anche la squadra ne trarrebbe beneficio. Invece capita di sentire tifare Legnano a Vado.

A zero kilometri di distanza c’è una piazza “calda” a cui manca una proprietà in grado di dare una prospettiva. Viene naturale pensare a un vostro interesse visto quanto detto in precedenza.

Tarabotto, su questo punto, non si sbilancia e afferma: “Per prendere il Savona c’è bisogno di un progetto che riguardi squadra, settore giovanile, stadio e rapporti con le istituzioni. È chiaro che vedere migliaia di persone allo stadio sarebbe gratificante, visti tutti gli sforzi che implica gestire una società di calcio in questo modo”.

Tarabotto conclude citando Lorenzo de’ Medici: “Del doman non v’è certezza”, ricordando poi che “il presidente è vulcanico e ha sempre in serbo delle sorprese”.

 

 

 

 

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