Provincia. Il servizio andato in onda su “Le Iene” aveva acceso i riflettori sulla vicenda e su IVG avevamo raccontato anche il blitz della nota trasmissione televisiva a Savona. Oggi la notizia ufficiale. I finanzieri del comando provinciale di Savona, al termine di una complessa indagine in materia di indebito utilizzo di agevolazioni fiscali nel settore edilizio, hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Savona, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di una società di capitali savonese, operante nel settore edile, fino all’importo di circa 580 mila euro.
Nello specifico, i militari del gruppo di Savona hanno svolto accertamenti nei riguardi di un palazzo delle Ammiraglie, oggetto di lavori di ristrutturazione, mediante il ricorso al “bonus facciate”. L’attività dei finanziari ha avuto impulso proprio a seguito del già citato servizio televisivo.
L’esame della documentazione contabile, acquisita a seguito di perquisizione degli uffici dell’impresa edile, dell’amministratrice di condominio e dell’architetto direttore dei lavori, nonché le dichiarazioni assunte da persone informate sui fatti (condomini, impresari edili), hanno permesso ai finanzieri di acclarare le modalità fraudolente che hanno consentito al costruttore savonese di beneficiare delle agevolazioni previste dal c.d. “bonus facciate” (introdotto con la Legge di bilancio per l’anno 2020 e rinnovato per le annualità successive), riguardante solo la restaurazione di facciate di edifici già esistenti.
Da questo punto di vista, il servizio televisivo andato in onda il 7 ottobre del 2021 metteva in evidenza proprio i sospetti di alcuni condomini circa una possibile truffa ai danni dello Stato per un importo dei lavori, a loro dire, “gonfiato”. Quasi un milione di euro quando, sostenevano, ne basterebbero meno della metà: tanto il rincaro lo paga lo Stato grazie al bonus facciate.
Le successive fasi investigative e l’esecuzione di perizie tecniche affidate ad ingegneri esterni, che hanno riguardato l’iter di assegnazione e le fasi di esecuzione dei lavori, hanno condotto all’accertamento della discrepanza tra quanto fatturato dall’impresa ed il reale costo delle opere, evidenziando, altresì, la presenza nel capitolato tecnico di lavori mai eseguiti.
All’esito delle attività ispettive, i finanzieri hanno constatato in capo all’impresa edile una sovra-fatturazione, con emissione di fatture per operazioni inesistenti, strumentalizzando l’agevolazione del bonus 90%, con la formula dello “sconto in fattura”, determinando un profitto immediato e diretto in capo al soggetto giuridico. È emerso anche come alcuni lavori, infatti, avrebbero dovuto beneficiare di detrazioni fiscali del 50% e non del 90%, dato che quanto appaltato riguardava non solo il ripristino delle facciate, ma anche di lastricati e di parti private. Anomalie hanno riguardato il computo metrico, indicante lavori, materiali interessati e costi di realizzo, redatto da un tecnico abilitato quasi a lavori ultimati, nonché l’importo asseverato per usufruire della detrazione d’imposta, che sono risultati non corrispondenti al vero.
L’illecito modus operandi ha determinato una truffa a danno dello Stato quantificata in circa 580 mila euro, pari all’importo di crediti d’imposta non spettanti, frutto dell’emissione di false fatture in cui sono confluite spese mai sostenute e lavori per cui sarebbe spettata una detrazione inferiore; somma che i finanzieri hanno recuperato, in esecuzione della misura coercitiva reale sui conti correnti dell’impresa esecutrice dei lavori. Le persone fisiche indagate, a vario titolo, sono 5 ed una persona giuridica, per frode fiscale, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso e responsabilità amministrativa da reato degli enti.
Contatto da IVG, il titolare della società coinvolta nelle indagini (Edilsole) ha fatto sapere di non voler rilasciare dichiarazioni.
Il procedimento è attualmente nella fase delle indagini preliminari ed i provvedimenti finora adottati non implicano la responsabilità degli indagati, non essendo stata assunta alcuna decisione di merito definitiva sulla responsabilità delle persone sottoposte ad indagini.
“L’attività in oggetto costituisce ancora una volta chiara testimonianza del costante impegno profuso dal corpo a salvaguardia delle uscite del bilancio statale, a garanzia della corretta destinazione delle risorse pubbliche messe a disposizione della collettività, atteso che lo sperpero di risorse destinate agli investimenti frena lo sviluppo del Paese”, si legge in una nota.