Criticità

Terziario, allarme dei sindacati: “In Liguria e nel savonese salari troppo bassi e precariato”

Il punto sulla contrattazione collettiva nel settore. E al Governo: "Sul taglio del cuneo fiscale bisogna fare di più"

cameriere

Liguria. Salari più alti e stop al precariato, per rilanciare un settore strategico dell’economia regionale (solo nel commercio sono 150mila i lavoratori impiegati) e per far ripartire i consumi. È la richiesta unanime, espressa dai sindacati ma sottoscritta anche dalle imprese, che arriva dal mondo del terziario della Liguria riunito oggi alla Camera di commercio di Genova in un convegno organizzato dall’Ente bilaterale genovese per fare il punto sulla contrattazione collettiva.

Nell’ambito dell’indotto turistico e dei servizi, fin dagli inizi della scorsa stagione estiva le sigle sindacali savonesi avevano rimarcato la difficile situazione su lavoro e occupazione per gli addetti del settore, con la richiesta di stabilizzazione e formazione professionale, anche alla luce degli obiettivi, rimarcati dalla stessa Regione, di destagionalizzazione e una offerta capace di creare flussi di arrivi e presenze quasi tutto l’anno. Per il comparto del commercio, ad esempio, le richieste hanno trovato l’0stacolo di aumento dei costi gestionali per le piccole e medie imprese: per questo era stato rivolto al governo e all’ente regionale un appello a misure di sostegno e incentivi.

“Il tema più rilevante è quello dei salari – esordisce Paolo Andreani, segretario generale nazionale della Uiltucs -. I lavoratori del settore hanno perso nell’anno passato una mensilità. Nel terziario, e nel commercio in particolare, ci sono tre lavoratori su dieci che guadagnano meno di 700 euro lordi al mese. Se allarghiamo l’orizzonte al turismo sono sei su dieci. Sono prevalentemente giovani e donne, se non incidiamo qui perdiamo il futuro del Paese. Abbiamo bisogno assolutamente di rinnovare i contratti, quello del terziario riguarda più di 2 milioni di persone. Le imprese ci devono dare una risposta, ce la deve dare anche il Governo: abbiamo chiesto la detassazione degli aumenti contrattuali. Il 2023 è l’anno decisivo per noi e per la ripartenza dei consumi interni senza i quali le imprese andranno in difficoltà”.

La Liguria e il savonese in particolare non fanno eccezione, anzi, sono tra i territori più critici: “Siamo più verso il basso dell’orizzonte mediano. La demografia della Liguria, quindi ciò che accade nel rapporto tra giovani e anziani, il fatto che ci sia un’alta stagionalità nel lavoro turistico e il fatto che ci sia una polverizzazione del settore terziario, anche se c’è una quota di terziario legata all’impresa, porta con sé quote significative di lavoro povero. Quindi la Liguria è tra le regioni più in difficoltà“.

“Rispetto alla situazione italiana la Liguria è quella che fatica di più – conferma Silvia Avanzino, presidente dell’Ente bilaterale del terziario e segretaria regionale della Fisascat Cisl -. Noi insistiamo continuamente per avere investimenti e far sì che le istituzioni facciano con noi squadra per attrarre le grandi aziende. Ma anche le piccole vanno aiutate con meccanismi che consentano loro di aprire, investire e mantenere l’occupazione”.

“Parliamo del settore più importante del paese, il terziario è la platea di applicazione contrattuale più grande per lavoratori e lavoratrici, dagli anni Ottanta ha sostituito l’industria – ricorda Marco Carmassi della Filcams Cgil -. Noi chiediamo che l’occupazione non sia più precaria ma che sia di valore. Chiediamo occupazione stabile e non precaria”.

Secondo i sindacati salari bassi, terziarizzazione delle imprese e dumping contrattuale sono tra i motivi della carenza di personale lamentata dalle aziende del turismo e della ristorazione.

E Andreani della Uiltucs aggiunge: “Quello che ha fatto il Governo non è sufficiente per noi. Il taglio del cuneo fiscale ha inciso per poche decine di migliaia di euro al mese. Abbiamo bisogno di fare come in Europa: ci sono salari che si stanno incrementando tra il 10% e il 12% del dato inflativo, parliamo di centinaia di migliaia di euro. Convergono due fattori molto negativi: la discontinuità del rapporto di lavoro e i bassi salari. Questi fenomeni portano con sé la povertà dell’oggi e la povertà previdenziale di domani. È una bomba a orologeria”.

“Il settore del terziario è variegato ma è formato da tante piccole e medie imprese, le piccole sono quelle che hanno faticato di più e qualcuna non ha retto – prosegue poi Avanzino -. Abbiamo visto la divisione durante la pandemia in cui alcune aziende hanno continuato a lavorare e altre si sono arrestate, e riprendersi da questa debacle è stato difficilissimo. Abbiamo cercato comunque, come ente bilaterale, di dare più sostegno possibile, soprattutto attraverso la formazione che per noi è fondamentale, e questo ha consentito ad alcuni di raggiungere il traguardo della ripartenza”.

“Oggi ci presentiamo a questo appuntamento già col rinnovo dei contratti del commercio per la parte economica. Entro il 10 febbraio, con lo stipendio di gennaio, viene già erogato un contributo una tantum di 350 euro. La contrattazione è la parte fondamentale perché restituire potere economico a questa classe di lavoratori, che in Liguria sono tantissimi, permette ai consumi di riprendersi, anche se è un momento difficilissimo” conclude Avanzino.

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