Protesta

Sciopero e presidio regionale dei benzinai: “Siamo lavoratori, non speculatori”

"Il nostro è un lavoro duro, lavoriamo tante ore. Su 20 euro di carburante noi intaschiamo solo 0,38 euro"

Liguria. “Su 20 euro di carburante, 11,72 euro vanno allo Stato (accise + Iva), 7,90 euro vanno alle compagnie petrolifere (materia prima + lavorazione + trasporto + guadagno) e 0,38 euro (lordo) vanno al gestore” questi i conti portati in piazza oggi dai benzinai con un presidio regionale sotto alla Prefettura, in largo Lanfranco a Genova.

I benzinai manifestano e aderiscono a uno sciopero di 48 ore non solo contro le ultime misure del governo sul caro carburanti ma anche per dimostrare alle persone che sono “lavoratori e non speculatori” come si sono sentiti definire.

“Con l’uscita del decreto Trasparenza è stato sostanzialmente addossato alle categorie dei benzinai il problema dell’aumento del carburante a seguito del mancato taglio delle accise – spiega Andrea Dameri, presidente di Confesercenti Genova – e tutto questo si inserisce in un contesto in cui siamo già esasperati da rapporti deteriorati con compagnie petrolifere e da una situazione economicamente al collasso. Dopo i mancati introiti per il taglio delle accise e dopo la crisi dovuta al Covid-19, adesso siamo considerati come i capro espiatorio, ma i costi del carburante non sono attribuibili a noi”.

“Non siamo speculatori e non abbiamo possibilità di speculare. Siamo lavoratori. Questo le persone devono capirlo bene. Il nostro è un lavoro duro, lavoriamo tante ore. Su 20 euro di carburante a noi rimane solo 0,38 euro” spiega Stefania, titolare di un distributore a Sampierdarena.

Si tratta di uno sciopero nazionale proclamato da Faib Confesercenti, Fegica, Cisl Fisisc e Confcommercio, in vigore dalle dalle 19 di ieri, martedì 24 gennaio, alle 19 di domani, giovedì 26 gennaio.

“Dal governo non sono arrivati elementi migliorativi, semmai sono peggiorate le condizioni, la nostra resta una categoria da mettere sotto osservazione con un cartello, come nel Medioevo”, hanno lamentato le sigle associative dei benzinai dopo l’ultimo incontro con il governo nei giorni scorsi, contrari al decreto Trasparenza”.

E proseguono: “Il governo tramite Urso ha aperto a delle modifiche: prezzo medio regionale da esporre su un cartello da aggiornare con cadenza settimanale e non più mensile e multe per le violazioni ridotte dal massimo di 6mila euro fissato nel testo ad 800 euro“.

“Prevista anche la creazione di una App del Mimit dove poter consultare il prezzo medio e quello praticato dai distributori all’interno di un perimetro selezionato” concludono.

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