Savona. “Il Consorzio Depurazione Acqua rinnoverà il contratto di locazione ad Ata per usufruire delle aree dove si trova il centro di raccolta rifiuti“. Lo ha detto il presidente del Consorzio Maurizio Maricone rispondendo ai dubbi esposti dai consiglieri comunali durante l’audizione in commissione consiliare a Palazzo Sisto. La richiesta era stata presentata dal consigliere di minoranza Massimo Arecco per sciogliere alcuni dubbi in merito al centro di raccolta, alle vasche di raccolta e aggiornamenti sulle condizioni finanziarie della società. Maricone ha spiegato: “Queste aree sono condotte in locazione dal 1998 da parte di Ata, il Consorzio ha intenzione di rinnovare la concessione”.
La soluzione dovrebbe essere temporanea, infatti, nel bando di gara per l’affidamento del servizio di raccolta rifiuti e la cessione del 49% delle quote di Ata è previsto che sia trasferito a Legino. Diverse le polemiche che aveva scatenato la decisione, sia in consiglio comunale che tra i residenti della zona interessata. Il sindaco, fin dalla campagna elettorale, ha dichiarato in più occasioni di voler trovare una soluzione alternativa a quella prevista dal bando.
Le condizioni del contratto però cambieranno: il canone mensile passerà da 1900 euro a 4-5000 euro. Oltre al costo, in virtù dell’interesse manifestato dal Consorzio per le aree vicine, varia anche la durata del contratto che sarà inferiore a quella attuale (6 anni più 6): “Sono gli unici spazi ipotizzabili per l’espansione, ma ad ora non esiste all’interno della società una progettualità su quelle aree”. L’interlocutore del Consorzio sarà Ata, non si aspetterà quindi la nuova società Sea-s che dovrebbe partire a marzo. Tra le ipotesi ci sono le vasche di raccolta.
Per quanto riguarda l’acqua depurata, è arrivato un finanziamento da 3,2 milioni di euro per l’aggiornamento degli impianti esistenti. “Il fine è recuperare più energia possibile, anche alla luce del contesto economico”, ha evidenziato uno dei dirigenti presenti in commissione. L’obiettivo è riutilizzare lo “scarto”: i fanghi producono biogas che si possono usare per la cogenerazione di energia elettrica oppure può essere bruciato per ottenere altri sottoprodotti. Gli impianti avranno la necessità di essere manutenuti e si manterrà lo sbocco in agricoltura.
In merito alla situazione finanziaria: “Il Consorzio ha le risorse finanziarie, ma su queste risorse gravano il caro energia e la siccità e nel 2023 la cassa è in diminuzione. Ad oggi però – ha rassicurato Maricone – non ci sono previsioni di cassa che comportino allarmi“.
Ad ora è scongiurato l’aumento delle bollette: “Il 2023 sarà in una fase di riduzione dei costi energetici, altrimenti sarà un problema per il sistema industriale del paese – ha detto Maricone -. Conseguentemente miglioreranno i nostri conti. Per questo spero che non sia necessaria nessuna manovra tariffaria”.