In aula

Processo Morandi, la difesa degli imputati accusa: “La memoria dei pm vuole influenzare il tribunale”

Il pm Cotugno: "Ci hanno scoperti, ci pagano per sostenere la bontà delle nostre accuse". Il presidente del collegio Lepri ai difensori: "Non siamo abelinati"

Generico gennaio 2023

Liguria. “Non è che noi siamo così abelinati” ha detto a fine mattinata con l’ironia e il piglio senza fronzoli che lo contraddistingue il presidente del tribunale Paolo Lepri a chiosare la lunga mattinata di eccezioni sollevate dei difensori degli imputati del processo per il crollo di ponte Morandi per chiedere che il collegio respingesse e riconsegnasse al mittente la lunga e articolata memoria depositata a fine dicembre dai procuratori Massimo Terrile e Walter Cotugno.

Una mattinata caratterizzata da interventi infarciti di citazioni cinematografiche e letterarie, a cominciare dall’avvocato di Castellucci Paolo Accinni che ha ricordato il Paul Newman ne Il verdetto, solo contro i potenti, per arrivare all’avvocato Guido Colella che ha parlato di John Ford e de L’uomo che uccise Liberty Valance, passando per Erri De Luca e scomodando addirittura Dante e Virgilio, per illustrare una teoria condivisa: quella che i pm con la loro memoria possano “influenzare l’imparzialità del collegio” o addirittura come il “pifferaio di Hamelin” (immagine utilizzata dall’avvocato Luca Marafioti) possano incantare il collegio, grazie a un “paternalismo nei confronti dei giudici” che avrebbe lo scopo di “creare le premesse di un file che possa essere usato come copia incolla per la decisione”. Qualcuno ha parlato di una perdita da parte del collegio della “verginità cognitiva”, altri di testimoni che visto che stralci della memoria sono stati pubblicati sui giornali sarebbero stati indotti a dire ciò che avevano letto e non ciò che sanno.

L’avvocato Accinni ne ha avuto anche per la stampa: “I media hanno per certo avuto disponibilità della “memoria” prima ancora che a queste difese sia stato dato modo e tempo di esaminarlo e discuterlo – ha detto – Alimentare il processo mediatico a pre-condizionare il solo giudizio non è una novità. Ma il giudizio mediatico si svolge al di fuori di ogni procedura e senza rispetto della procedura non può esserci verità. Escludiamo le telecamere e però consentiamo che il processo possa svolgersi parallelamente fuori dall’aula dove solo tutti lo vedano?”

Agli avvocati ha risposto nelle repliche del pomeriggio il sostituto procuratore Walter Cotugno: “Quindi voi fareste le sentenze con il copia incolla, a me forse questo farebbe arrabbiare” ha sottolineato e e “la pubblicazione di stralci della memoria che noi vi abbiamo consegnato, se ve la diamo noi non ci credete ma se la vedete sui giornali allora vi condizionerebbe?” E ancora: “Ci dicono che il pubblico ministero avrebbe l’intenzione di convincere i giudici della bontà della propria accusa. Confesso – ha ironizzato – ci hanno scoperto. In effetti ci pagano per questo”.

Come hanno dovuto ammettere gli stessi difensori la memoria da parte della procura (ma lo stesso possono fare gli avvocati in ogni momento del processo) è un atto perfettamente legittimo, ma a dire dei legali degli imputati sarebbe stato trasformato in qualcosa di illegittimo perché sarebbero stati inseriti riferimenti a documenti e atti di indagine non depositati nel fascicolo del dibattimento. Sulle osservazioni puntuali dei legali il pm ha replicato punto per punto. Il tribunale probabilmente deciderà con un’ordinanza che leggerà lunedì mattina nella prima udienza che entrerà nel cuore tecnico del processo con l’esame dei periti del gip che nel corso dei due incidenti probatori hanno stabilito lo stato di manutenzione del ponte e soprattutto le cause del crollo.

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