Posizione

Più Cairo al sindaco: “Ci mette in castigo perchè vogliamo fare il nostro lavoro, noi non intendiamo litigare”

Il gruppo ha abbandonato l'aula durante l'ultimo consiglio comunale, Lambertini: "Le cose cambieranno quando vedremo collaborazione"

fulvio briano più cairo

Cairo Montenotte. Collaborazione, la chiedono maggioranza e opposizione, ma lo scontro tra Più Cairo e il sindaco Lambertini pare non avere fine. Da una parte il gruppo di minoranza parla di “castigo” e “ritorsione”, dall’altra il primo cittadino di “ostruzionismo”.

La bagarre nasce dopo l’ultimo consiglio comunale nel quale il capogruppo Fulvio Briano e i consiglieri Alberto Poggio e Renzo Berretta hanno deciso di abbandonare l’aula, in seguito all’annuncio che sindaco e giunta non sarebbero entrati nel merito e avrebbero votato contro tutte le mozioni. Il tutto per contestare il metodo utilizzato dal Più Cairo che anche questa volta, secondo la maggioranza, ha presentato “troppi documenti” (51 in totale, un mese prima erano 85).

Lo stesso pomeriggio della seduta, il gruppo ha scritto a Lambertini per trovare una soluzione, che sottolineano deve essere “un metodo di lavoro, non di abbandono del lavoro”. Alla lettera, però, al momento Più Cairo non ha ricevuto risposta, se non attraverso i giornali. Il sindaco, infatti, al termine dell’ultimo consiglio comunale aveva rimarcato come “le cose non sarebbero cambiate, finché non avrebbe visto una volontà di collaborazione da parte dell’opposizione”. “Così non si può andare avanti – aveva sottolineato – perché con così tanti punti all’ordine del giorno è impossibile discutere approfonditamente di nulla”.

Una risposta che non è piaciuta a Più Cairo che dice di essersi messa a disposizione per trovare una soluzione, ma continui ad avere “grosse difficoltà ad interloquire con la maggioranza in merito ai problemi e alle istanze dei cittadini. Questa – evidenziano – per noi è pochezza amministrativa e ne siamo rammaricati”.

E poi aggiungono: “Forse l’attuale maggioranza intende per minoranza collaborativa una minoranza consenziente, disponibile, silenziosa, che non arrechi disturbo. Un po’ come loro hanno fatto nel tempo con Toti e la Regione. Noi invece intendiamo la parola collaborazione come disponibilità ad un confronto di idee e critica costruttiva volta ad amministrare per il bene comune”.

“Noi crediamo – proseguono -, nel bisogno della trasparenza della cosa pubblica, che non sia arroganza presentare interrogazioni e mozioni su temi, alcuni dei quali sono fermi da anni. Ma è prepotenza mettere un veto al poterle trattare, e questo per noi non fa parte dello stato di diritto democratico. Il conseguente ‘castigo’ per le nostre legittime e doverose azioni di informazione, di controllo e di proposta sembra quasi una ritorsione”.

Più Cairo poi sottolinea come l’intento non sia quello di litigare “per farlo, come minimo, bisogna essere in due e, almeno da parte nostra, non c’è nessuna volontà, bensì l’esclusivo desiderio di un incalzante, ma normale e franco dibattito politico”. Un desiderio che, dopo la scelta operata dalla maggioranza, “si è trasformata in colpa della minoranza che si permette di sollecitare l’impegno di un lavoro proficuo. Quasi surreale”.

“Per il futuro – conclude Più Cairo -, speriamo in una maggiore temperanza che aiuti tutti ad adempiere al difficile ruolo di una chiara ed equilibrata condotta amministrativa: lo dobbiamo ai nostri figli e al futuro della nostra Cairo”.

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