Savona. Il nostro periodico colloquio con Andrea Pasa deriva dal fatto che il nostro interlocutore ha la capacità di parlare forte e chiaro, senza sconti alla politica (anche quella teoricamente a lui più vicina), con una visione di Savona che per molti tratti condividiamo (città e provincia che contano sempre meno: il porto ai genovesi, forse presto l’Asl agli imperiesi), ma con una speranza per il futuro legata alle straordinarie opportunità del territorio.
Pasa è stato da poco confermato segretario provinciale della Cgil. Chi gliel’ha fatto fare?
“Sono di nuovo impegnato perché nonostante tutto credo che la nostra provincia abbia ancora l’opportunità di rialzarsi e che ci siano opportunità da cogliere se riusciamo a fare squadra. Certo siamo all’ultimo giro, oggi o mai più”. Così vengono fuori temi, preoccupazioni e prospettive già analizzati in precedenza, ma che vale la pena riordinare ancora una volta, assieme a non pochi elementi di novità”.
Continua Pasa: “Venerdì prossimo, 3 febbraio, le organizzazioni sindacali hanno invitato in Provincia tutti i parlamentari liguri, anche perché savonesi non ce ne sono più, per un confronto sulle criticità e sulle opportunità della nostra provincia. Un percorso che vogliamo affrontare con le associazioni datoriali e con i sindaci, tutti i sindaci, per avere risposte rapide e concrete, altrimenti dovremo ricorrere a una grande mobilitazione. Vedremo intanto chi sarà presente e già questo sarà un primo e importante segnale. Basti pensare che la Regione sulle crisi industriali non hai mai ottenuto risposte dai ministeri competenti, anche se sono del suo stesso schieramento politico. È un fatto vergognoso ed è ora di dire basta”.
Cominciamo allora dalle crisi industriali.
“Alcune vertenze sono in piedi da oltre 10 anni, come quella della Sanac, altre comunque da anni come Piaggio, Bambardier, Funivie e LaerH, di comparti strategici come aeronautica, difesa, siderurgia, infrastrutture e ferroviario, crisi che minacciano tremila lavoratori per colpa di governo e Regione”.
Lei ha ricordato di recente che, oltre alle crisi industriali, le priorità sono infrastrutture, sanità e occupazione di qualità. Ci spieghi meglio.
“Per quanto concerne le infrastrutture, parlo soprattutto della Carcare-Predosa, del raddoppio ferroviario San Giuseppe-Ceva e di tutto ciò che può rendere competivi i porti di Savona e Vado. La Sanità ha bisogno di correttivi perché siamo fanalino di coda del Nord”.
Resta, e non è poco, l’occupazione di qualità. Lei si è infuriato perché c’è chi sostiene che in molti settori, soprattutto nel turismo, non si trovano addetti.
“Certo, sono cose che non si possono sentire. Il 90% dei nostri occupati ha contratto precario, retribuzione al di sotto della media regionale e lavora in condizioni di sicurezza precarie, come dimostrano le statistiche sugli infortuni. Per la formazione ci sono 2,7 milioni di euro a disposizione legati all’area di crisi complessa e sapete quanto è stato speso dalla Regione? Nemmeno un centesimo”.
Il turismo, in particolare? Non c’è dubbio che abbia problemi a trovare personale. Colpa anche del reddito di cittadinanza?
“Il Reddito c’entra poco perché va soprattutto a soggetti o famiglie che hanno disabili o sono in gravi difficoltà, certamente non c’è nessuno che rifiuti un lavoro vero, legato ai contratti nazionali. Alcuni operatori possono trovarsi in difficoltà perché si è parlato tanto di destagionalizzazione ma non si è fatto nulla. Guardi che anche nel turismo ci sono molti imprenditori bravi e disposti a investire per avere personale qualificato e in regola. Abbiamo proposto inutilmente di organizzare corsi di formazione a gennaio per avere personale pronto in stagione: la strada è quella”.
Una curiosità. Lei per chi voterà alle primarie del Pd?
“Non sono iscritto al Pd e quindi non voterò. Ma se vuole sapere la mia opinione penso che serva un partito di sinistra forte, che oggi non c’è, che parli ai più poveri, a chi lavora, ai pensionati, un partito che possa arginare questo governo”.
Che ne pensa della pedonalizzazione di Savona, domanda legata anche alla Tpl visto che nonostante i proclami del sindaco Russo non si è visto un bus in più?
“Leggo i giornali come tutti, ma il sindaco non ci ha coinvolti e neppure informati. Avere una zona di città pedonalizzata è la legittima aspirazione di qualsiasi moderna città europea. A due condizioni: avere un servizio pubblico efficiente e disporre di parcheggi adeguati. Mi pare che Savona non risponda a questi requisiti. Vedo al mattino dalle periferie, soprattutto Villapiana, lunghe code di auto con conseguenze certo non utili all’ambiente. Pensi che la Cgil nel 1987 aveva presentato un progetto che si chiamava ‘Straffichiamoci’ e che si ispirava proprio a questi concetti. Il Comune però non si è neppure confrontato con i sindacati”.
Concludendo, ovviamente in generale?
“Vorrei farlo ricordando che la nostra provincia perde abitanti, 15 mila in meno rispetto a otto anni fa, e ha migliaia di residenti che studiano e lavorano all’estero pur di avere una prospettiva di vita. Senza contare che aumentano i poveri, soprattutto minori e donne. Basta? Sono numeri che dovrebbero far riflettere”.