Convivenza sostenibile

Lupi e animali selvatici, Cia: avanti su piano di gestione, salvaguardare gli allevamenti

"Bisogna tutelare la specie ma anche la sopravvivenza delle attività agropastorali"

lupo lupi cuccioli

Savona. Mettere in campo in tempi brevi un Piano nazionale per il controllo e la gestione degli animali selvatici, che includa anche il lupo, in un’ottica di tutela della specie, ma anche di sopravvivenza delle attività agricole e pastorali.

Così Cia-Agricoltori Italiani, secondo cui è sempre più urgente ristabilire una convivenza sostenibile tra uomo e fauna selvatica che non stravolga l’equilibrio naturale e produttivo.

In questo senso, Cia ha accolto in maniera positiva il via libera della Commissione Agricoltura della Camera all’Ordine del giorno sull’emergenza fauna selvatica, che impegna il Governo a valutare un Piano di gestione del lupo, compatibilmente con la normativa Ue, che salvaguardi sia la specie che i settori più colpiti come gli allevamenti.

D’altra parte, c’è stato un aumento esponenziale dei lupi in circolazione in Italia, che ha raggiunto il +90% negli ultimi cinque anni, con la conseguenza di attacchi sempre più frequenti e costanti alle greggi, soprattutto sull’arco alpino e appenninico, e danni economici ingenti agli allevatori ormai nell’ordine di 2 milioni di euro l’anno.

“La protezione di una specie animale deve tenere conto che occorre però garantire allo stesso tempo gli allevatori, soprattutto ovicaprini, che subiscono i continui attacchi dei predatori, senza peraltro vedere riconosciuti adeguati indennizzi – sottolinea il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini -. Per questo bisogna intervenire al più presto, con l’obiettivo di difendere le attività del settore primario, in primis nelle aree rurali e montane, dove gli agricoltori creano posti di lavoro e fanno manutenzione e presidio del territorio”.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento delle incursioni di lupi e animali selvatici nelle aziende agricole e soprattutto nei nostri allevamenti – afferma il presidente provinciale Cia Sandro Gagliolo – Abbiamo visto un incremento di segnalazioni negli stessi comuni costieri del savonese, che testimonia la diffusione di questa specie difficilmente contenibile in quanto non trova antagonisti naturali”.

“I ripetuti episodi di predazioni dei capi di bestiame sono sempre più estese, al punto da dissuadere gli allevatori dalla continuazione dell’attività di allevamento, specie ovicapirno”.

“Per questo auspichiamo un piano gestionale capace di tutelare l’operatività delle filiere agricole interessate in un’ottica di sostenibilità faunistica e naturale” conclude Gagliolo.

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