Cerimonia

Giorno della Memoria, in Prefettura la consegna delle medaglie d’onore ai familiari di sette savonesi deportati fotogallery

Ai cittadini deportati e internati nei campi di concentramento nazisti durante il secondo conflitto mondiale e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra durante il secondo conflitto mondiale

Consegna in Prefettura Giorno memoria

Savona. Nella mattinata odierna, in occasione della ricorrenza del “Giorno della Memoria”, si è tenuta, presso il Palazzo del Governo, la cerimonia di consegna delle Medaglie d’Onore conferite dal Presidente della Repubblica ai sensi della legge 27 dicembre 2006, n. 296, ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei campi di concentramento nazisti durante il secondo conflitto mondiale e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra durante il secondo conflitto mondiale.

Alla presenza delle massime Autorità civili e militari del territorio, il Prefetto ha, in apertura, ricordato le tragiche vicende che hanno segnato la storia dell’Europa contemporanea, connesse alla Seconda Guerra Mondiale e alla Shoah.

Hanno fatto seguito le riflessioni del Sindaco di Savona Marco Russo, del Presidente della Provincia Pierangelo Olivieri, del Consigliere regionale Angelo Vaccarezza e del Presidente della Sezione di Savona ed Imperia dell’Associazione Nazionale ex Deportati Simone Falco.

La cerimonia è poi culminata nel toccante momento della consegna della decorazione concessa dal Capo dello Stato – curata dal Prefetto unitamente ai Consiglieri regionali presenti, al Presidente della Provincia e ai Sindaci dei Comuni di residenza dei decorati – ai familiari di Adolfo Gruner e Angelo Verri di Savona, Angelo e Mario Corrado di Spotorno, Giovanni Basso di Arnasco, Giovanni Lagorio di Dego e Andrea Schivo di Villanova d’Albenga, che hanno vissuto l’orrore della deportazione e che oggi non sono più fra noi.

Alle 18 da deposizione della colonna d’alloro al monumento dei caduti in piazza Mameli alla presenza delle autorità.

Adolfo GRUENER
Civile, arrestato il 13 maggio 1944 da militanti fascisti della RSI per motivi politici e rinchiuso nel carcere di Suzzara (MN), venne deportato nel campo di sterminio di Flossenburg, sino alla liberazione per mano degli alleati, il 3 maggio 1945.
Ha ritirato la medaglia il nipote, Francesco GRUENER.

Angelo VERRI
Civile, arrestato a Vado Ligure dalle SS e dalle brigate nere della RSI ligure durante gli scioperi del 1°marzo 1944, venne deportato nel campo di sterminio di Mauthausen l’8 aprile 1944 e da lì trasferito nel sotto-campo di Gusen per essere impiegato come meccanico tornitore.
Perse la vita il 5 maggio 1945, giorno dell’arrivo degli alleati e della liberazione del campo.
Ha ritirato la medaglia la figlia, Angela VERRI.

Angelo e Mario CORRADO
Entrambi civili, vennero arrestati a Savona la mattina dello sciopero del 1° marzo 1944 dalle SS e dalle brigate nere della RSI; sotto scorta dai fascisti e dai bersaglieri, vennero destinati dapprima a Spotorno, presso il campo di transito dell’Istituto Merello, e successivamente a Villa di Negro, a Genova, presso la sede del comando della Gestapo; insieme ad altri prigionieri, dopo una breve prigionia a Sesto San Giovanni, vennero internati a Bergen Belsen e, successivamente, a Mauthausen. Qui Angelo morì il 17 dicembre 1944 e Mario il 27 marzo 1945.
Ha ritirato la medaglia il cugino, Alessandro PRATO.

Giovanni BASSO
Militare di leva nella Guardia di Finanza in Grecia, catturato dall’esercito tedesco, venne deportato nell’aprile del 1943 nel campo di lavoro di Rheinmetall-Borsing e, successivamente, in quello di Tempelhoffer, dove restò sino all’aprile del 1945.
Dopo la liberazione del campo grazie all’intervento dell’Armata Rossa, rientrò in Italia nel settembre del 1945.
E’ scomparso il 24 novembre del 2022.
Ha ritirato la medaglia il nipote, Paolo BASSO.

Giovanni LAGORIO
Militare, venne deportato nel settembre del 1943 e destinato al lavoro in una miniera del sale nel Nord della Germania, in condizioni ai limiti della sopravvivenza e in totale assenza delle più elementari tutele igienico-sanitarie.
All’indomani della precipitosa fuga dei tedeschi, insieme ad altri prigionieri si fece carico della gestione del campo ove era internato – il cui nome è rimasto serbato gelosamente nella sua memoria – sino all’arrivo degli inglesi.
Nel lungo percorso che lo riportò a casa, venne aiutato dal profondo senso di solidarietà di alcuni cittadini che gli fornirono riparo e viveri di prima necessità.
Ha ritirato la medaglia il figlio, Bruno LAGORIO.

Andrea SCHIVO
Militare, fu combattente durante la Grande Guerra e venne ferito sul fronte del Piave.
Per meriti di guerra venne assunto come agente di custodia ad Imperia e successivamente a Milano, presso il carcere di San Vittore, dove, dopo l’8 settembre 1943, venne assegnato alla sezione gestita direttamente dalle SS, braccio dei detenuti ebrei e politici.
Arrestato tra la fine di giugno e l’inizio di luglio 1944, a seguito della perquisizione di una cella nella quale vennero rinvenuti resti di cibo che egli stesso aveva consegnato ai detenuti, venne incarcerato e sottoposto a torture per poi essere trasferito il 17 agosto 1944 presso il campo di Bolzano. Il 5 settembre successivo, con il “Trasporto 81”, venne deportato nel campo di Flossenburg, dove morì il 29 gennaio 1945.
Ad Andrea Schivo sono intitolate la Scuola Primaria di Villanova d’Albenga e la Scuola di Formazione e Aggiornamento del Corpo di Polizia e del personale dell’Amministrazione Penitenziaria di Cairo Montenotte.
Nel 2006 è stato proclamato da Yad Vashem “Giusto tra le Nazioni” e, nel 2007, l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano gli ha conferito la Medaglia d’Oro al Valor Civile alla Memoria.
Ha ritirato la medaglia la nipote, Andreina SCHIVO.

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