Albenga. Domenica 22 gennaio all’Auditorium San Carlo alle ore 17,30 l’Anpi, con la presentazione del testo” Non ti scordar”, intende tributare un riconoscimento ai concittadini deportati che non fecero ritorno a casa, con la speranza di sensibilizzare le nuove generazioni sul fatto che la democrazia in Italia non è nata a caso, è nata perché a monte c’è stata una guerra, il sacrificio di tante vite, di tanti giovani con una precisa visione di un futuro migliore.
“Dallo scorso anno – spiega il presidente Claude Acasto – l’Anpi di Albenga, sez. Roberto Di Ferro ha avviato un progetto di cittadinanza attiva, coordinato dalla prof.ssa Angela Sassano, che prevede la partecipazione di studenti delle scuole secondarie di secondo grado”.
“L’obiettivo fondante – continua – è la conservazione della Memoria, intesa come ponte fra passato e presente. La Memoria non come semplice racconto dei fatti, ma come offerta alle nuove generazioni di una riflessione sui meccanismi, sui percorsi che hanno portato alla nostra Carta Costituzionale. Il progetto consta di attività di ricerca storica sulla Resistenza locale, la Deportazione dei nostri concittadini, con approfondimento sui testi, analisi dei documenti, ascolto dei testimoni, raccolta di immagini documentarie”.
Il tutto – prosegue Acasto – “è stato finalizzato alla realizzazione del libro “Non ti scordar”, sulla deportazione dei cittadini ingauni, da offrire ai Comprensivi scolastici di Albenga in occasione della celebrazione della Giornata della Memoria del 27 gennaio 2023″.
“La legge del 2000 n. 211 che istituisce la celebrazione della Giornata della Memoria, al comma 2 raccomanda di ricordare quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese. La tragedia immane e incomprensibile che travolse gli ebrei rischia, per l’enormità dei numeri e della ferocia, a volte, di farci trascurare la memoria dei 25 mila deportati politici e del 749 mila militari italiani che si trovarono a condividere quelle vessazioni, quelle esperienze che li condussero spesso alla morte”, conclude il presidente della sezione Anpi ingauna.