Savona. “Attendo da un anno e mezzo di essere operato al ginocchio, a causa del dolore ormai è diventato difficile anche riuscire a lavorare”. C’è tanta rabbia nelle parole di Mauro, che da mesi deve fare i conti con le lunghe liste di attesa per un intervento al menisco.
A novembre 2021 la distorsione al ginocchio che ha portato alla rottura della cartilagine, da allora tanto dolore e attesa. Mauro riesce a camminare solo con il tutore e fa fatica a piegare il ginocchio. Lo scorso lunedì ha quindi contattato il centralino dell’ospedale San Paolo di Savona nella speranza di poter risolvere la situazione: “Mi è stato detto dal reparto di recarmi in pronto soccorso, cosicché potessero poi ricoverami – racconta – ho seguito le loro indicazioni e mercoledì (18 gennaio) ho chiamato il 112 per farmi mandare un’ambulanza che mi portasse in pronto”.
Qui la brutta notizia: “L’ortopedico di turno mi ha riferito che non c’erano sale operatorie a disposizione e che mi avrebbe somministrato un antidolorifico per poi dimettermi”. Parole che per Mauro pesano come macigni: “È da un anno e mezzo che sono in questa condizione, anche io ho il diritto di lavorare, ma con questo ginocchio sono molto limitato”.
Per Mauro, infatti, è diventato sempre più difficile trovare un’occupazione: “Ho perso l’ultimo lavoro perché dopo un mese sono stato costretto a mettermi in malattia, così al termine del contratto mi hanno lasciato a casa”.
“Ora – dice – sarà costretto a rivolgermi ai privati, spendendo centinaia di euro e senza nemmeno ricevere un sussidio. Questa sanità è uno schifo”
Riguardo all’accaduto, Asl2 risponde: “La Struttura di Ortopedia ha provveduto a contattare il paziente che verrà visitato domani dal direttore del reparto ortopedico per una rivalutazione della situazione clinica. L’Azienda inoltre ribadisce che al momento viene data priorità agli interventi chirurgici per casistiche urgenti o pazienti oncologici, patologie che fortunatamente non riguardavano il caso in questione. Le altre richieste vengono comunque prese in carico e rimangono monitorate fino alla disponibilità della seduta operatoria”, concludono.