San francesco di sales

Albenga, il vescovo Borghetti: “Il mio orgoglio? Aver avviato il processo di normalizzazione della nostra diocesi”

"La curia di Albenga-Imperia è sempre stata tra le più chiacchierate d'Italia, ora sta tornando alla normalità grazie al lavoro di tutti"

San Francesco di Salee Borghetti 2023

Albenga. “Parlare con il cuore” e “dire la verità nella carità”. Sono i due temi delle celebrazioni di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Temi la cui importanza è stata ribadita anche questa mattina dal vescovo della diocesi di Albenga-Imperia, Guglielmo Borghetti, nell’incontro annuale con i cronisti della zona.

In apertura della “chiacchierata” promossa in occasione della 57^ Giornata delle comunicazioni sociali, Borghetti ha voluto sottolineare che “il giornalista è servitore della comunicazione. Dire la verità con la carità non è semplice. A volte la verità viene scagliata come una pietra: la modalità fa sempre la differenza. E’ giusto sempre dire la verità, ma bisognerebbe farlo partendo dal cuore”.

Successivamente Borghetti ha stilato un “bilancio” dell’anno appena trascorso.

Il bilancio della diocesi di Albenga

“I dati sul bilancio saranno pubblicati a fine marzo. Seppur con non poca fatica ma con tantissimo impegno, posso dire che ci stiamo rasserenando. Bisogna ancora lavorare molto, non é tutto risolto, ma la situazione é in miglioramento. L’ente diocesi Albenga-Imperia ha diverse ramificazioni e non é certo semplice da gestire, ma l’impegno non manca, anzi. Tra tante realtà abbiamo la scuola Redemptoris Mater, il museo diocesano e la nostra libreria di settore, dove ci sono testi di liturgia e spiritualità. La diocesi fa le sue fatiche, vero, ma va avanti”.

Offerte e presenze a messa

“So dai parroci che nel post Covid c’è stato purtroppo un calo nelle offerte dei fedeli alle singole parrocchie: ora c’é una lieve ripresa, ma per alcune ovviamente é più dura che per altre. Io lo definisco il ‘fenomeno delle chiese semi vuote’. Rispetto alla fase pre-Covid c’è stata una diminuzione di presenze: credo che le persone si siano troppo abituate a vedere la messa in TV. Per chi ha necessità è fondamentale, ma forse si é anche esagerato: chi è malato e non può muoversi può ristorare lo spirito anche guardando la televisione, ma negli altri casi é importante andare a messa”.

Turnover

“Lo scorso anno é stato movimentato dal punto di vista dei trasferimenti. Ce ne saranno anche quest’anno: saranno meno numerosi, ma é comunque fisiologico”.

Parrocchie vacanti

“La nostra diocesi non ha parrocchie vacanti”.

San Francesco di Salee Borghetti 2023

Orgoglio e rammarico di questi 9 anni

“Noi siamo degli umili servitori, gli agricoltori della Chiesa. E personalmente, con massima umiltà, grandi successi non ne vedo, ma credo di poter dire di aver attivato, con l’aiuto di Dio e dei collaboratori, un processo di normalizzazione della diocesi: portare la diocesi a non essere la più chiacchierata d’Italia era un obiettivo iniziale e credo che ci stiamo riuscendo. Ma io sono ipercritico e perfezionista da sempre. Un motivo di orgoglio é sicuramente il risanamento totale, dal punto di vista strutturale, della Caritas diocesana”.

Prosegue Borghetti: “Il rammarico é di non avere dato di più: è il mio mea culpa. Se si lavora con una squadra che con te è entusiasta, tu sei spronato sempre a dare di più; se lavori con una squadra che lavora, ma non con quell’entusiasmo, è più difficile. Mi rammarico di questa risposta tiepida, forse avrei potuto fare di più in tal senso”.

Immigrazione

“Problema molto acuto nel 2015-2016-2017, con almeno una richiesta al giorno a cui abbiamo sempre provato a rispondere in tutti i modi possibili. Oggi la situazione è diversa, ma attraverso la Caritas diocesana, e insieme alla Caritas nazionale, vogliamo realizzare un vero e proprio dormitorio nella zona della diocesi di Albenga: una casa di accoglienza che dia da dormire a chi ha bisogno, non per sempre, ma almeno per un paio di notti”.

Seminario

“Il nostro seminario non ha seminaristi – afferma il vescovo di Albenga – Gli ultimi due seminaristi ordinati preti sono stati nel 2022, uno di Albenga e uno di Loano. Al momento non abbiamo più risorse umane in tal senso, ma per una mia scelta. A riempire un seminario non ci vuole molto: basta aprire le porte a tutti e arriverebbero persone da tutta Italia ma il mio obiettivo non é riempirlo. Per quanto mi riguarda o gli aspiranti vengono dal territorio diocesano o non se ne fa niente, non accolgo seminaristi da altre realtà o regione. So che non é una scelta condivisa da tutti i preti ma finché sono qua lo accetteranno. Ho bloccato anche le entrate di sacerdoti da fuori da quando sono qui: meglio pochi ma nostri, sappiamo la loro storia mentre quella di coloro che vengono da fuori no”.

“Il seminario in compenso sta diventando sempre di più Centro Pastorale Diocesano. Vi ha trovato dimora, ad esempio, il polo didattico ingauno dell’Istituto superiore di scienze religiose ligure. Prima c’erano tre sedi distinte: Albenga, Spezia e Genova godevano della presenza dell’istituto che prevede un percorso di studi di 3+2 anni. Ma è stato ridotto il numero delle sedi: tre erano troppe e si é optato per quello di Genova, mentre gli altri sono diventati poli didattici (Albenga-Spezia)”.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.