Nuova sentenza

Spese pazze “bis”: la Corte d’appello assolve il deputato di Fdi Matteo Rosso e altri ex consiglieri

Anche per il secondo filone di indagine è arrivato il proscioglimento rispetto alla condanna in primo grado

Matteo Rosso

Liguria. Come era già accaduto con il primo filone di inchiesta, la Corte di appello di Genova ha ribaltato con sentenza emessa questa mattina anche il secondo filone di indagine per le cosiddette “spese pazze” in Regione Liguria, assolvendo o prosciogliendo per intervenuta prescrizione tutti gli imputati del procedimento penale, che ha riguardato gli accertamenti sugli scontrini secondo la Procura rimborsati indebitamente con soldi pubblici.

In questo filone di indagine, coordinato dal sostituto procuratore Massimo Terrile, erano finiti a processo ed erano stati condannati in primo grado 19 ex membri del Consiglio regionale ligure, per episodi avvenuti nel biennio 2008-2010. Tra gli assolti l’attuale parlamentare di Fratelli d’Italia Matteo Rosso e altri ex consiglieri regionali coinvolti nell’indagine, diversi esponenti politici liguri appartenenti a tutti gli schieramenti.

Tre imputati sono stati assolti con formula piena senza prescrizione: sono Giacomo Conti, Ezio Chiesa e Moreno Veschi.

Sono stati poi assolti o prosciolti: Michele Boffa, Luigi Cola, Gino Garibaldi, Antonino Miceli, Cristina Morelli, Luigi Morgillo, Minella Mosca, Vincenzo Nesci, Pietro Oliva, Franco Orsi, Gianni Plinio, Gabriele Saldo, Alessio Saso, Carlo Vasconi e Vito Vattuone.

Ecco i primi commenti politici: “Apprendiamo con grande soddisfazione la sentenza odierna della Corte d’Appello di Genova che assolve in maniera definitiva il nostro commissario regionale Matteo Rosso dall’inchiesta cosiddetta “spese pazze” (gli accertamenti sugli scontrini che secondo la Procura erano stati rimborsati indebitamente con soldi pubblici) perché “il fatto non è previsto dalla Legge come reato”. Con questa nota vogliamo interpretare anche il pensiero di tutta la comunità militante di Savona e provincia di Fratelli d’Italia che ha sempre creduto nella estraneità totale di Matteo rispetto ai fatti contestati. Certe volte la verità e la giustizia hanno bisogno di tempo ma quando arrivano bisogna gioire e guardare avanti” afferma il presidente del circolo cerialese Fabrizio Marabello.

Per Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea: “Come abbiamo sempre sottolineato, i nostri ed altri consiglieri regionali erano stati accusati di non aver rispettato una legge che non era in vigore all’epoca dei fatti contestati. I nostri compagni erano imputati per rendicontazioni economiche relative agli anni 2008/2010 mentre la norma che non avrebbero rispettato fu approvata due anni dopo (decreto Monti 174 del 2012). Nesci e Conti avevano finanziato, con i fondi messi a disposizione del gruppo, attività politiche del partito e non certo distratto fondi per scopi personali. Non vi era alla Regione Liguria alcun regolamento che vietasse o limitasse la possibilità di finanziare convegni, stampe, iniziative di partito”.

“Finalmente una sentenza ha restituito la serenità a due compagni onesti che per anni hanno dovuto difendersi da un’accusa kafkiana. Ora rimane il procedimento aperto dalla Corte dei Conti che dovrebbe tenere in considerazione la realtà dei fatti come ricostruita dai giudici”.

“E’ stata assai qualunquista e dannosa la campagna mediatica che mise nello stesso calderone i consiglieri onesti che facevano politica alla luce del sole e quelli che in giro per l’Italia acquistavano beni e persino biancheria intima con denaro pubblico” conclude.

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