Preoccupazione

Sanac, il consiglio comunale di Vado unanime: “Regione e Ministero devono trovare una soluzione”

La vertenza Sanac arriva in consiglio comunale, i lavoratori: "Preoccupati, da non riuscire a dormire di notte"

presidio Sanac

Vado Ligure. Il consiglio comunale di Vado Ligure approva all’unanimità l’ordine del giorno sulla vertenza Sanac. Presenti la giunta, i consiglieri comunali e le rappresentanze sindacali dei lavoratori. Il Comune di Vado si è preso l’impegno di seguire la vicenda e portarla al primo incontro del 20 gennaio sulle crisi territoriali in Provincia dove saranno invitati i politici locali e gli eletti in parlamento.

“Grande senso di responsabilità da parte di tutti i gruppi consiliari e dei lavoratori. Questo passaggio rafforza l’azione della nostra comunità”, ha commentato il vicesindaco di Vado Ligure Fabio Gilardi. “Questa vertenza riguarda decine di famiglie e per noi è fondamentale”, aggiunge. “Regione e Ministeri devono trovare una soluzione, che capiamo essere difficile e complicata, ma è un’azienda importante per il territorio“.

La crisi dura da 10 anni e vede coinvolti 80 lavoratori. I sindacati invitano il Comune a farsi carico della questione: “Noi prendiamo atto dell’ufficialità dell’incontro di oggi, saremo al fianco del Comune – ha detto Alessandro Bonorino della Filtcem Cgil -. Non pretendiamo che risolva la questione perchè è di carattere nazionale, ma può fare pressing sulla Regione che al momento non ha fatto molto per noi. Le istituzioni devono farsi carico di questa vertenza”.

A preoccupare ulteriormente i sindacati è la trattativa in atto per l’acquisizione del ramo di azienda di Dalmia, proprio per i refrattari, da parte della stessa Rhi Italia, un intreccio tra le due potenziali aziende in corsa per la Sanac, che potrebbe creare un’ulteriore complicazione per sciogliere il nodo.

“L’azienda è in crisi di liquidità e siamo agganciati a un bando che ha più ombre che luci – commenta preoccupato Bonorino -. Non c’è da dormire tranquilli. Adesso bisogna cercare di salvaguardare la fabbrica. Bisogna rimanere qui, non si può pensare a una ricollocazione già ora. E’ prematuro pensare a un piano B“.

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