Momento di analisi

Ospedale di Albenga, il sindaco Tomatis all’Ambra: “Noi collaborativi, la Regione in confusione” fotogallery

Sul tavolo dati e considerazioni sul futuro del Santa Maria di Misericordia

Albenga. Elementi tecnici e scientifici sul futuro dell’ospedale di Albenga protagonisti questa sera al teatro Ambra. L’incontro pubblico è stato organizzato dall’amministrazione comunale ingauna e dal comitato “Senza pronto soccorso si muore”. 

Presenti all’evento istituzioni politiche, mediche ma anche cittadini. Tra i presenti Riccardo Tomatis, Massimo Niero, Roberto Arboscello, Ferruccio Sansa, Fabio Tosi, Geronimo Calleri, Dino Arduino, Teresiano De Franceschi, Marco Bertolotto, Gino Rapa e il vescovo Guglielmo Borghetti.

“Devo difendere i cittadini e assicurare loro una sanità all’altezza – esprime il Riccardo Tomatis, intervenuto sul palco in veste di sindaco e di medico di famiglia -. La Regione è in grande confusione. Noi portiamo la voce del territorio e proviamo a interloquire. Non vogliamo meriti e non accettiamo che la Regione non si rapporti con noi. Ma non tanto con noi istituzioni, quanto con i cittadini. Stiamo cercando, con tutti gli strumenti che abbiamo, di far sapere le esigenze di un intero territorio. Le valutazioni e le scelte in merito al futuro dell’ospedale devono essere fatte in base ai dati”. Poi aggiunge: “Noi abbiamo sempre affrontato la situazione con la massima collaborazione, se c’è un braccio di ferro, quello è solo della Regione”.

A parlare anche Gino Rapa -. Albenga deve avere una struttura d’emergenza e quei reparti che la supportano, come ha sempre avuto. Il movimento ‘Senza pronto soccorso di muore’ continua la sua battaglie per riaprire il Punto di Primo Intervento ingauno. Questa riapertura sarebbe un segnale, ma il nostro obiettivo vero è quello di permettere all’ospedale di Albenga di avere una sua efficienza completa. Questa al teatro Ambra è una serata a scopo informativo: le persone devono sapere, sentendo anche le cifre spiegate dal dottor Paolo Cremonesi, che Albenga ha tutti i diritti per avere, sia per quanto riguarda la legge sia per quanto riguarda la posizione e altri motivi, un pronto soccorso”.

Al dibattito, aperto a tutti i cittadini, ha preso parte anche il dottor Paolo Cremonesi (anche se in un video registrato a causa di per problemi personali), presidente regionale della SIMEU (Società Italiana Medicina d’Urgenza).

Presente sul palco anche Teresiano De Franceschi, ex primario dell’ospedale Santa Maria Misericordia: “Albenga faceva 24 mila accessi – commenta -. Nel 2019 c’erano già forti problemi. Tutte queste persone sono costrette ad andare a Pietra dove un’attesa media al loro pronto soccorso per un codice non rosso è a volte di alcuni giorni, non di svariate ore. Con la scelta di concentrare tutto in un unico pronto soccorso sono andati via 17 medici. Si tratta di medici che lavoravano ad Albenga e qualche medico che lavorava a Pietra, scegliendo tutti una vita diversa o più comoda. Oggi il pronto soccorso è gestito perlopiù da medici non giovani, spesso colleghi della mia età (quasi 70) e medici che pur avendo caratteristiche richieste dal bando di gara non sono in grado di gestire questo Dea di secondo livello”.

Poi l’attacco: “Gli albenganesi hanno eletto uno di Loano con i loro voti – continua De Franceschi -, a sinistra hanno eletto uno che era sindaco di Cairo. Ma siamo sicuri noi albenganesi di fare le scelte giuste? Se ci fosse seduto un consigliere di Albenga questa battaglia non esisterebbe“.

Il dottor Marco Bertolotto aggiunge: “Quando anni fa parlando con Neirotti gli proposi di fare il centro di terapia del dolore sul modello americano, lui mi disse che non c’erano sono i soldi. Abbiamo trovato quasi 900 mila euro di donazioni e lo abbiamo fatto. Con un centro così evitiamo che le persone vadano in pronto soccorso. Purtroppo quest’ultima amministrazione, ma già in quella di prima si voleva ridimensionare. E c’era già l’intenzione di fare un grosso polo privato ad Albenga. Oggi non abbiamo niente, tutto il ponente è stato impoverito dal punto di vista sanitario. Noi facciamo la battaglia ai politici, il problema è la direzione generale che non sa fare delle scelte. Se tu direttore generale non condividi la politica della Regione, ti dimetti. Abbiamo avuto una fuga di medici assurda. Mio cognato urologo è andato via la settimana scorsa. Mi hanno sospeso per un mese dal lavoro poi sono andato in pensione e la mia sentenza non è stata applicata perché non c’erano gli estremi. Tutto archiviato. Dal 15 va via anche il dottor Casti”. Poi afferma duro: “Il direttore generale è convinto di essere uno strumento politico, visto che è di nomina politica. Se non sei d’accordo con le politiche di chi amministra te ne devi andare”.

Dino Arduino della Croce Bianca di Albenga afferma: “A noi non interessano i colori politici. Dieci anni fa eravamo qui con Rosy Guarnieri e Vaccarezza (che oggi ci critica). Noi lo facciamo per la nostra gente. Viviamo e lottiamo per la nostra gente  – si commuove -. Per arrivare ad Albenga da Alto ci vogliono 40 minuti. Noi lo sappiamo quanto tempo ci vuole. Poi ad Albenga dobbiamo andare a Santa Corona con le strade e autostrade che abbiamo. So quando parto ma non so quando arrivo”.

“L’ospedale di Albenga è fondamentale per tutto il comprensorio – afferma il consigliere regionale Roberto Arboscello -. E’ per questo che deve esserci in ospedale pubblico che sia in grado di dare una risposta sul tema dell’emergenza ed è quello che si chiede a gran voce. Vogliamo parole chiare da parte di Toti”.

Ospedale di Albenga, una serata di confronto al teatro Ambra

In settimana non sono mancate le critiche all’iniziativa in programma questa sera all’Ambra. Ad intervenire a gamba tesa è stato il consigliere regionale di “Cambiamo” Angelo Vaccarezza, che nei giorni scorsi ha definito l’incontro di questa seral’ennesima manifestazione che semina disinformazione“. La replica di Riccardo Tomatis a Vaccarezza è arrivata (seccamente) a stretto giro: “La smetta di prendere in giro i cittadini“.

Nel frattempo, a livello locale sono proseguite le schermaglie politiche tra i vari schieramenti e forze rappresentative del territorio. Nella giornata di ieri, il consigliere albenganese di Fratelli d’Italia Roberto Tomatis ha dichiarato: “Cambiano i ruoli tra assessori ma per la sanità del Ponente mancano chiarezza e piano di sviluppo“. Un concetto che ovviamente trova d’accordo (neanche così paradossalmente) il PD ingauno, secondo cui “Toti prende in giro i cittadini mentre si assiste alla continua riduzione di servizi negli ospedali”.

Non mancano, tuttavia, gli attacchi delle minoranze albenganesi al primo cittadino ingauno. Secondo il consigliere e presidente del consiglio comunale Diego Distilo “Tomatis si vuole prendere i meriti della riapertura del Ppi, ma in realtà è un merito delle dieci mila firme raccolte da noi”. Ancora più duro il collega forzista di opposizione Eraldo Ciangherotti, secondo il quale “il sindaco Tomatis ha capito che non può ottenere il pronto soccorso e allora punta a prendersi i meriti della riapertura del Ppi prevista nel piano socio sanitario”.

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