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Spirits grand tour

L’intervista a uno dei RE (della mixology) di Roma: Patrick Pistolesi

"Spirits Grand Tour" è un viaggio alla scoperta dei cocktails e spirits più emozionanti e coinvolgenti: persone, storie e sogni dietro la creazione dei preziosi nettari da degustare

Spirits Grand Tour 20 dicembre 2022

Prima di raccontarvi l’intervista, voglio raccontarvi come ho conosciuto Patrick.

Stavo sorseggiando un paio di cocktail del loro menu NEW HUMANS 2.0 (il loro BITTER APES è qualcosa di spaziale) avendo accanto un omone, cappellino da baseball e abbigliamento da “Sons of Anarchy”, che dialogava amabilmente con i barman dall’altra parte del bancone.

Un cliente, quindi, ma dall’aria già vista di qualche parte, con una risata coinvolgente.

Al momento di salutare Livio Morena, il Bar Manager del locale che mi aveva servito per tutta la sera, mi viene proposto un ultimo shottino della staffa a mia scelta fra decine di preziosi distillati; io da buon ligure chiedo: “ma è offerto”?

E in quel momento l’omone si gira e con un sorriso sornione mi rassicura che per i successivi minuti sarei stato loro ospite; in quel momento capisco con chi sto parlando: uno dei miei personalissimi miti nel mondo della mixology e mi viene naturale abbracciarlo! Scatta una naturale simpatia a pelle, come se due amici di lunghissima data si fossero rincontrati.

Spirits Grand Tour Drink Kong

Dopo pochi minuti stiamo girando per il DRINK KONG con Patrick come un “Virgilio” di eccezione che racconta con dovizia di particolari il locale, la sua genesi e la sua storia…in un percorso che parte dagli anni 80, passando dai MANGA GIAPPONESI per incontrare nell’antibagno la saga del film di culto TRON, attraversando una saletta privata ove trovano dimora distillati rari, esotici, alcuni introvabili ormai.

Cosa mi ha colpito più di tutto in Patrick, fin da subito? La sua UMANITA’, il suo essere VERO senza filtri e in tutta la sua genialità sornionesca che a tratti mi ricorda lo Stregatto di Alice.

Spirits Grand Tour Drink Kong

Mi è sembrato naturale, quindi, dopo le interviste a Mario Farulla e a Fabio Bacchi, farvi conoscere meglio uno dei RE di ROMA!

Papà italiano, anzi romanaccio, che fece capitolare una giovane irlandese nella splendida cornice di PIAZZA DI SPAGNA (una vera storia d’amore stile Vacanze Romane che Gregory Peck e Audrey Hepburn scansatevi proprio) e da questo amore nasce lui, che ama dire: “Bevo come un irlandese e mangio come un italiano”.

Che rapporto hai con l’Irlanda?

In Irlanda ci vado ogni estate e proprio dal PUB ho tratto ispirazione per questo lavoro: il pub è un luogo di incontro ove convivono contemporaneamente varie età, vari ceti sociali, varie umanità, tutti insieme in una convivenza gioiosa, rumoreggiante, accanto al bancone.
Un sabato in qualunque pub in irlanda è come lo sbarco in Normandia e il barman deve essere pronto a fare tutto, risolvere tutto, gestire la notte in tutte le sue sfaccettature! La notte è il momento ove succedono le cose più belle e noi BARMAN potremmo essere definiti gli ultimi ARISTOCRATICI DELLA WORKING CLASS perché noi siamo gli agevolatori dell’amore e del prosieguo di questa umanità.

I tuoi inizi?

Provo a fare l’attore facendo anche l’Accademia, ma è un ramo secco, un mondo vanesio e clientelare che non si addice al mio carattere, ma mi ha insegnato la forza di uscire dalle quinte e iniziare il mio personalissimo spettacolo, che dura tutt’ora.
Ho iniziato questo lavoro servendo proprio nei teatri, sempre nella notte, la notte che a un diciottenne regala il massimo senso di libertà.

Chi sono stati i tuoi grandi maestri?

I miei primi grandi maestri sono stati proprio gli ATTORI che, di ritorno da tournée in giro per il Mondo, mi raccontavano cosa avevano visto, vissuto e bevuto.
Poi ho iniziato io a girare il Mondo e ho carpito dai più grandi fra i miei colleghi.

Il Drink Kong cosa rappresenta per te?

Il DRINK KONG (attualmente al 16° posto fra i migliori 50 bar al Mondo n.d.r.) l’ho sempre voluto e l’ho sempre pensato come lo vedi: il giusto palcoscenico per me e i miei ragazzi.
Io sono figlio dei programmi televisivi degli anni ’80, della fantascienza di quell’epoca e dei manga e anime giapponesi; sono cresciuto con questo “retrofuturo” alla BLADE RUNNER che si ritrova nel mio locale, a partire dai neon.
E poi ci sono loro: i cocktail e i loro menu, frutto di storia, analisi del presente e visione del futuro, sempre con concetti molto forti alla base di ogni singola ricetta. (il menu NEW HUMANS 2.0 riporta scritto: Questo menu celebra i nuovi linguaggi, è un viaggio evocativo fatto di forme e colori. Il genere umano ha da sempre utilizzato simboli come proprio codice espressivo. La visione del futuro attinge dal passato per trovare la sua forma compiuta nel presente. Cinque sono gli archetipi che simboleggiano i sapori centrali in questo menu. Cinque frontiere del gusto per soddisfare il palato dei new humans. N.d.r.)

Spirits Grand Tour Drink Kong

Cosa significa essere barman nel 2022?

Io, da sempre, ho cercato di sdoganare questo lavoro che, prima di internet, non vedeva riconosciuti grandi padri di valore. Con la conoscenza globale, abbiamo tutti ritrovato dei maestri che avevano, ai tempi, fondato questo mestiere su basi di grande conoscenza, mista a genialità.
Ecco che in quegli anni nasce il The Jerry Thomas, un progetto grandioso che porta con sé i valori dello SPEAKEASY (cocktail bar particolari, accessibili secondo regole prestabilite e difficili da trovare N.D.R.) ma che porta in Italia questa “moda”, purtroppo mal interpretata da molti locali, ovvero l’esclusività intesa come esclusione. Io volevo un locale aperto e su strada, di almeno 300 metri quadri, sofisticato e molto sexy, sia il sabato sera che il lunedì sera.

Parliamo del Drink Kong: cosa lo rende un locale di successo?

È un pot-pourri di esperienze, di tutte le mie passioni, in un costante tumultuoso equilibrio. E poi c’è la qualità, quella che ci ha permesso di superare le diffidenze dei romani, e di attirare l’attenzione di un pubblico eterogeneo e internazionale. Ma prima di tutto c’è il mio staff che ha sposato totalmente il concept Kong, anzi sono loro il concept stesso. A partire dal Bar Manager Livio Morena, passando da Davide Diaferia, Andrea Pace, Alessio Zaccardo, floor Federico Usai, cucina Francesco Coltella e F&B Lorenzo Mancusi: loro sono la vera anima pulsante del locale, sono loro il Drink Kong.

Spirits Grand Tour Drink Kong

Parlami di NIO i cocktail READY TO DRINK, come nasce il progetto?

Luca Quagliano un giorno mi chiama e mi dà la possibilità di firmare cocktail ready to drink per bring the gospel, portare il verbo della qualità nelle business class degli aerei, negli yacht e alberghi di lusso e sdoganare questo prodotto/servizio, rendendo accessibile un ottimo drink ovunque tu sia.

Cosa insegui?

Ogni giorno l’eccellenza: nel locale c’è un laboratorio con varie attrezzature, che va dal rotovapor alle centrifughe farmaceutiche e grazie a questo abbiamo potuto spingerci sempre più avanti nella ricerca portando il gusto ai confini della creatività. Fino alla grafica dei nostri menu creata magistralmente da Alessandro Gianvenuti dello Studio Lord Z di Roma.

Sei ancora nei Top 50 Bar al Mondo e continui a scalarne la classifica, il segreto?

Ballo con i giganti da più di 25 anni: il “Made in Italy” in questo settore la fa da padrone a livello universale, pensiamo che nei migliori bar al Mondo in tanti casi – pensiamo a Baggiani, Perrone, Giannotti solo per citarne alcuni- c’è la proprietà o quantomeno la presenza di grandi colleghi italiani.

Cocktail preferito da bere?

Un Martini o un Gin Tonic, apprezzo molto anche il Gimlet. E, come mi ripeto sempre, se finisse tutto da un momento all’altro, ripartirei da capo, un Martini alla volta.

Cari lettori, sperando che queste mie righe siano riuscite a far trasparire chi è Patrick Pistolesi e avervi invogliato a volerlo conoscere, bevendo con lui uno dei suoi ottimi cocktail, vi lascio con il motto del Drink Kong:
DRINK KONG
THINK KONG
BE KONG!

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