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Per un pensiero altro

Lettera da Babbo Natale

"Per un Pensiero Altro" è la rubrica filosofica di IVG: ogni mercoledì, partendo da frasi e citazioni, tracce per "itinerari alternativi"

Pensiero altro 28 dicembre 2022

“Colui che ha una grande ricchezza in se stesso è come una stanza pronta per la festa di Natale, luminosa. Calda e gaia in mezzo alla neve e al ghiaccio della notte di dicembre”. Cari abitanti del pianeta terra, da tempo immemore ricevo letterine dei bambini e preghiere e richieste anche dagli adulti, magari senza renderle ufficiali, si sa, crescendo si perdono coraggio e speranza, insomma, ho deciso per quest’anno di scrivere io a Voi. Ho iniziato con due righe di uno strano pensatore scomparso oramai da molti anni, non so quanti lo conoscano, scriveva testi strani, con titoli ancora più strani, questa frase l’ho letta in un suo libro che ha chiamato Parerga e paralipomeni, ma anche uno come lui, uno che sembrava arrabbiato col mondo, aveva saputo cogliere l’essenza di questa ricorrenza, qualcosa che sa comprendere solo chi possiede o si consente di farsi regalare “una grande ricchezza”. Meglio precisare, non si tratta di denaro, ma di una ricchezza che vale in sé, senza bisogno di garanzie e riconoscimenti esterni. Non fate finta di non capire, in fondo, in qualche angolo nascosto nell’abisso che vi abita, sapete profondamente di cosa sto parlando. Lo so, il Natale è una festa strana, si tratta del compleanno di qualcuno che non ha mai presenziato alla propria commemorazione, e poi, per dirla tutta, nemmeno io sono tanto sicuro su come siano andate le cose e chi sia veramente costui, il fatto è che non importa. Si, certo, capisco che possa sembrare strano, ma non importa che uno creda o meno al festeggiato, in fondo si tratta di un’opportunità, quella di soffermarci almeno un giorno all’anno per chiederci se i valori che tutti celebrano in questa ricorrenza siano quelli che poi vivono nel loro quotidiano.

Non avete idea da quanti secoli sia costretto ad assistere alla medesima farsa, ventiquattro ore a sorridere, a celebrare amore e fratellanza e poi, appena trascorsa la ricorrenza ecco che “passata la festa gabbato lu santo” come recita un noto adagio; tutti ricominciano a comportarsi come se i valori, i sentimenti, le emozioni innalzate al cielo poco prima, fossero degne solo di ingenui fanciulli e non di “saggi e avveduti adulti”. Che dire, fatico a comprendere: come può proclamarsi saggio e adulto uno che consuma la propria esistenza nel rancore, nell’invidia, nella rincorsa a ricchezze che non saranno mai sufficienti alla sua felicità, ingordi Caradri che ingoiano e defecano se stessi? Gli stessi aduli, saggi e responsabili che reciprocamente si ingannano, gli stessi che si fanno ingannare da altri. Ingannare? Certo, credendo alla menzogna che va per la maggiore: poter comprare è felicità! Cari abitanti del pianeta terra, ma vi accorgete a cosa prestate fede? A chi vende creme snellenti, o facili fortune in cripto valute, a politici opportunisti, a giudici di parte, a scienziati, virologi, politologi che si sono autolaureati con le improvvisate cognizioni del Web, però vi guardate bene dal credere che io, che pure vi sto scrivendo e ricorro al medesimo mezzo, esista davvero.

Ricordo il caso di una bambina che inoltrò una letterina a un grande quotidiano affermando che avrebbe creduto a Babbo Natale solo se la sua esistenza fosse stata confermata sul giornale. Ebbene, il saggio direttore rispose nello spazio delle “lettere dei lettori”: Babbo Natale esiste. Ma guardatevi, state sorridendo, ma certo, che ingenua bambina: e Voi? A me sembra sia ben più grave non solo credere a quanto vi propinano le vostre illuminate fonti, ma la capacità che avete di essere assolutamente certi delle vostre informazioni e dell’infondatezza di quelle altrui senza poter sapere quali delle due siano più attendibili, senza nemmeno supporre che siano entrambe manipolate, diventano vere perché le credete tali! Almeno la bambina, credendo a Babbo Natale, non ha mai offeso chi la pensava diversamente da lei. Possibile non vi accorgiate di quanto siate buffi? Buffi e pericolosi, buffi e arrabbiati, buffi e tristi. Quella bambina, ve lo assicuro, leggendo il giornale era illuminata da un sorriso meraviglioso. Mi rendo anche conto che un anziano signore vestito di rosso, con la barba bianca che si aggira di notte su una slitta trainata da renne e, oltretutto, pensa bene di frustarle non è certo una bella immagine, è proprio per questo che ho deciso di scrivervi. Dovete sapere che Babbo Natale è uno dei tanti nomi dello spirito del Natale, in altri paesi lo chiamano in maniera diversa, che importa, non è il nome che conta. Mi ricordo l’interrogativo di un caro amico, un terrestre di nome William Shakespeare. “Che cosa c’è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo”.

Un altro caro amico terrestre, il signor Dino Buzzati, scriveva: “E se invece venisse per davvero? Se la preghiera, la letterina, il desiderio espresso così, più che altro per gioco venisse preso sul serio? Se il regno della fiaba e del mistero si avverasse?”, ed era molto stimato quando era tra voi. Eppure sono convinto che se, anche solo per una giornata, ognuno di voi, non l’umanità che è tutti e nessuno, ma ognuno di voi, nella propria casa o in una piazza, in riva al mare o su una montagna, insomma, ogni singolo essere umano provasse a essere davvero quello che crede sarebbe bello che fosse, essere un amico sincero, per esempio, che non pensa all’interesse personale ma alla gioia del proprio fratello, che non misura la felicità con un conto corrente, che non scade in banalità del tipo “allora dammi i soldi tuoi che sarai felice tu e lo sarei ancor di più io”, che capisce di essere un ospite provvisorio su questa terra ad abitare un corpo in prestito e che il suo viaggio merita ben altri percorsi, ebbene, sono sicuro che ognuno di voi scoprirebbe la gioia per un sorriso regalato e una lacrima di gioia ricevuta e non potrebbe più accontentarsi di una vita mediocre, perché una volta che hai imparato ad accettare l’abisso in te e l’infinito sopra di te, sarai degno dell’uno e dell’altro. Avrai finalmente colto la bellezza che ti abita, non avrai più bisogno di attendere la notte di Natale perché avrai fatto finalmente ritorno al paese tuo di origine, quello dove l’unica regola è “ama senza nulla chiedere, regala per avere in cambio la gioia dell’aver donato”. ll paese dove ogni uomo è un fratello, magari ancora egoista e incattivito, ma quanto disorientato dal tuo sorriso che è tornato quello magico del bambino che ancora vive in te. Lo so che vi sarà difficile riuscirci, ma almeno provateci, con tutti i miei auguri che la vostra vita divenga e torni a essere un meraviglioso Natale; dal vostro affezionato Babbo Natale.

Per un Pensiero Altro è la rubrica filosofica di IVG, a cura di Ferruccio Masci, in uscita ogni mercoledì.
Perchè non provare a consentirsi un “altro” punto di vista? Senza nessuna pretesa di sistematicità, ma con la massima onestà intellettuale, il curatore, che da sempre ricerca la libertà di pensiero, ogni settimana propone al lettore, partendo da frasi di autori e filosofi, “tracce per itinerari alternativi”. Per quanto sia possibile a chiunque, in quanto figlio del proprio pensiero. Clicca qui per leggere tutti gli articoli

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