Liguria. La scelta “green” non manca neppure per i festeggiamenti nella notte di San Silvestro: a Capodanno, per gli agriturismi liguri e savonesi aperti durante le feste natalizie sarà tutto esaurito, con un cenone nel segno dei prodotti di qualità e del territorio, che premiano ancora le eccellenze enogastronomiche locali.
A livello nazionale a farla da padrone saranno le località di montagna, ma l’entroterra resta una delle mete indicate da turisti e visitatori che trascorreranno un soggiorno di vacanza.
Nelle aziende agricole con strutture ricettive, stima Cia-Agricoltori Italiani insieme a Turismo Verde, la sua associazione per la promozione agrituristica, arriveranno per festeggiare la fine dell’anno oltre 400 mila connazionali.
Alle porte, dunque, un brindisi più disteso. Sono oltre 70 milioni i tappi pronti a saltare, al riparo dalle disdette last minute causa Covid del 2021. Eppure -precisano Cia e Turismo Verde- il buon andamento del settore in queste festività natalizie è il racconto parziale di un’Italia comunque in piena crisi, fiaccata dal caro bollette e dall’aumento generalizzato dei prezzi.
Con il Cenone di San Silvestro che costerà in media 120 euro a persona e una spesa complessiva fino a 600 euro per restare fuori casa tutto il weekend, la vacanza di Capodanno è già destinata a essere per pochi. Del resto, oggi, il reddito medio in Italia si attesta sotto i 22 mila euro e solo il 4% dei contribuenti dichiara oltre 70 mila euro.
“Questi dati di Capodanno non devono ingannare – sottolinea Federica Crotti, presidente Turismo Verde Cia Liguria -. Molti tenderanno a tenere chiuso passata l’Epifania. Dobbiamo affrontare costi fissi elevati che non tendono a diminuire e che non possiamo poi riversare sui clienti nei mesi successivi mettendo a rischio primavera ed estate”.
Detto questo, qualità del cibo e riscoperta dei borghi di prossimità si confermano intoccabili nella lista delle priorità e una famiglia su dieci ha scelto l’agriturismo sia per il pranzo di Natale che per il veglione del 31 dicembre. Nonostante i rincari, resta da preservare il mangiare bene, sano e al giusto prezzo, in un contesto familiare che offre esperienze per tutte le età, a contatto con la natura e il mondo agricolo, le tradizioni locali portate a tavola in piatti tipici e specialità del territorio.
Il settore agrituristico – sottolineano Cia e Turismo Verde – sta certamente vivendo giornate di lavoro importanti, soprattutto la montagna che, per le festività, ha fatto da sola l’80% delle prenotazioni. Una stagione di ricarica, quindi, che serviva al termine di un ennesimo anno difficile, segnato dalla ripresa del turismo ma anche da costi inaspettati e fuori misura per il comparto.
“Siamo molto soddisfatti del grande fermento che stiamo vivendo, tra clienti che tornano, italiani e stranieri, e nuovi ospiti ai quali far scoprire, insieme agli Agrichef, le nostre produzioni, legate a territorio e tradizioni – commenta il presidente nazionale di Turismo Verde-Cia, Mario Grillo -. Passata l’Epifania, però, sarà difficile tenere su l’entusiasmo. Non basteranno certo 15 giorni di guadagno per arrivare a primavera, visto l’arrivo della bassa stagione e, soprattutto, stando alle bollette esorbitanti”.
Quindi, spiega Grillo, “molte strutture sceglieranno di chiudere fino a Pasqua per mettere al riparo l’azienda e anche il rapporto con i clienti, sui quali non si vuole assolutamente caricare l’aumento dei costi di gestione. Come Turismo Verde-Cia continuiamo a lavorare per preservare un servizio di qualità e l’apporto strategico del settore alla salvaguardia delle comunità e alla promozione del territorio, già reso evidente in pandemia”.
“Nel 2023 il Governo riparta con il piede giusto, attraverso misure concrete e immediate di sostegno o ristoro per il settore, ma anche per valorizzare gli agriturismi in un piano di reale rilancio del Paese a trazione agricola e turistica”.