Botta e risposta

Il Pd di Albenga trasloca e cambia sede, ma è polemica: “Simboli storici cancellati”. La replica: “Falso”

La notizia del trasferimento ha generato uno scontro, nato dai social, tra l’ex firma storica de “La Stampa” Pezzini e il segretario ‘dem’ ingauno Mallarini

Partito Democratico Targa

Albenga. Il Pd di Albenga trasloca e cambia sede. Questa è la notizia, che per ora sarebbe dovuta rimanere “segreta”, ma che è diventata di dominio pubblico attraverso i social, dove è nata una polemica non certo velata.

A lanciarla è stato il giornalista, ex firma storica de “La Stampa”, Stefano Pezzini, molto noto nell’albenganese e che non ha mai nascosto la sua fede “a sinistra”, e il segretario dei “dem” ingauni Ivano Mallarini. Motivo del contendere non è però il cambio di sede bensì i risvolti ad esso legati: a partire all’attacco è stato proprio Pezzini.

Più che di ‘cancel culture’ si può parlare di mancanza di ‘culture’, – ha scritto. – Capita ad Albenga, in via Roma, dove la storica sezione del PCI, passata per eredità al Pd, è al centro, in questi giorni, di una poderosa opera di ristrutturazione, non muraria, ma di simboli”. 

Via dalle pareti le foto di Mingo Strazzi, Rovelli, Rumazza, Libero Emidio Viveri, via il busto di ‘Angioletto’ Viveri. Via insomma tutti i riferimenti della Sinistra, compresi i poster di Fidel Castro e del Che, appesi dai giovani della FGCI negli Anni ‘70. Via le foto che richiamano la Resistenza, tutto destinato al macero, se non fosse per un ‘vecchio’ compagno che li ha prelevati e portati nel suo magazzino, evitando che testimonianze visive di un pezzo di storia importante di Albenga finisse nel cassonetti dell’indifferenziata”, ha proseguito il giornalista. 

Pezzini ha poi spiegato le ragioni per cui, a suo parere, questo stia accadendo: “La dirigenza del Pd ingauno non è stata certo spinta da furia iconoclasta (magari, vorrebbe dire avere un’idea, magari non condivisibile, ma averla), la spinta è di carattere estetico: ‘vogliamo creare una sede all’altezza dei tempi’, sarebbe stata la giustificazione dei dirigenti Pd, aggiungendo che nessuno sapeva chi fossero i volti di quelle persone. L’ignoranza, però, è un’aggravante, non una difesa”, ha concluso. 

E la risposta del Pd ingauno, per voce del segretario locale Mallarini, non si è fatta attendere: “Sono rimasto molto amareggiato, così come tutte le persone che frequentano attivamente il circolo, nel leggere parole che sono state scritte ieri da chi evidentemente non ci conosce ma ci critica egualmente. Per fare chiarezza: sì, è vero, stiamo traslocando la sede perché riteniamo che il circolo debba essere ben visibile ed accessibile a tutti, caratteristiche che la sede in chiusura non possiede. È una scelta importante e che guarda al futuro. La nuova sede sarà moderna, centrale, a piano terreno e ben visibile ed accessibile a tutti, a nostro avviso caratteristiche imprescindibili per un circolo moderno”.

Non accettiamo assolutamente le accuse fatte del gettare la nostra storia nel cassonetto. Non scherziamo. Chi siamo ora, la nostra identità ed i nostri valori, è stato costruito da chi è venuto prima di noi e non lo dimenticheremo mai. Ma abbiate pazienza, siamo nel mezzo di un trasloco, il molto materiale, foto, stampe, libri e dipinti, sono stati affidati temporaneamente ad un compagno nell’attesa di ricollocarli e valorizzarli propriamente come è giusto che sia”, ha proseguito. 

“Evidentemente chi ha scritto aveva solo fretta di fare polemica, non frequenta il circolo da anni, non ci conosce, personalmente non mi ha chiesto chiarimenti prima di scrivere ed ha creato un caso sul nulla. L’unico effetto è aver ‘spoilerato’ la sorpresa costringendoci ad anticipare l’annuncio della inaugurazione della nuova sede. Speriamo infatti di potere invitare tutta la cittadinanza il prima possibile alla nuova apertura, soprattutto chi ha scritto cose errate su di noi, in modo che possa ritornare a conoscerci ed apprezzare il nostro operato”, ha concluso Mallarini.

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