7 giorni

Aegua chiusa, il proprietario non ci sta: “Diversi episodi non tornano. Voglio chiarire, ecco la nostra versione”

“Su 9 contestazioni, 7 sono avvenute fuori dal locale. L’aggressione di sabato scorso? Falsa. Fatti chiudere di corsa senza indagini o difesa”

discoteca aegua varazze

Varazze. “Diversi episodi, praticamente quasi tutti, a noi non tornano. Sono 9 in totale quelli contestati, alcuni addirittura risalgono ad un anno fa e 7 di questi sono avvenuti ben al di fuori dal locale. Poi c’è l’ultima ‘aggressione’, che affermo senza timori essere falsa. E siamo stati fatti chiudere dall’oggi al domani senza indagini o comunicazioni”.

È un fiume in piena il proprietario della discoteca Aegua di Varazze, destinataria di un ordine di chiusura per 7 giorni firmato dal questore “a seguito di numerosi interventi effettuati da parte dei carabinieri presso il locale varazzino, “necessari per segnalazioni di furti, rapine e violenti liti fra giovani sia all’interno che all’esterno della discoteca”.

“Determinanti ai fini dell’emissione del provvedimento di chiusura le valutazioni circa una rissa avvenuta nella notte del 27 novembre ed il ferimento di un cliente che la notte di sabato scorso ha riferito di essere stato aggredito da un addetto della sicurezza”, si legge ancora.

Proprio quest’ultimo episodio, ma non è certo l’unico, viene pesantemente contestato dalla proprietà del celebre locale varazzino, cui viene definito, senza mezzi termini, “falso”.

Il proprietario ha anche voluto precisare che “le rimostranze non vengono mosse contro le forze dell’ordine” ma “risultano necessarie per tutelare l’immagine del locale stesso” e “per dare una versione completa ai clienti”.

“Nessuna aggressione è avvenuta ad opera degli addetti alla sicurezza nei confronti di nessuno, – ha esordito il proprietario. – Si tratta di un giovane che si è reso protagonista di un furto (una bottiglia) all’interno del locale. È stato poi raggiunto e fermato e ovviamente allontanato. Ma non contento è tornato pretendendo di rientrare, fino a quando non se ne è andato per poi tornare davanti all’ingresso accompagnato dal padre”.

“È solo a quel punto che genitore e figlio hanno parlato di una ‘aggressione’ (mai avvenuta) affermando che ci avrebbero denunciato e sono andati via. Ma come? Il ragazzo viene ‘aggredito’ e non si aspettano nemmeno ambulanza (non chiamata) e carabinieri lì davanti? Io dico che qualcosa non torna. Ma nessuno ci ha chiesto la nostra versione, nessuno a quanto sappiamo ha svolto indagini e, in 48h, è arrivata la chiusura. Non lo riteniamo giusto assolutamente. È la nostra parola contro la sua”, ha proseguito.

L’altro episodio recente citato nella nota della Questura sarebbe una “rissa avvenuta nella notte del 27 novembre”: “In questo caso la rissa, – ha spiegato ancora il proprietario, – è avvenuta alle 5 di mattina, a locale chiuso, e a distanza di oltre 150 metri dal nostro locale. Come possiamo pagarne noi le conseguenze?”.

Quindi, un passaggio sugli altri episodi (9 in totale): “Su 9 cose contestate, ben 7 sono avvenute fuori dal locale. Dentro sono avvenuti due episodi: una ragazza colpita da un bicchiere, con ‘lanciatore’ subito identificato, fermato dalla sicurezza e consegnato alle forze dell’ordine; un ragazzo colpito da un presunto pugno mentre ballava, ma non si sa nemmeno da chi. Onestamente ritengo il provvedimento davvero esagerato e, allo stesso tempo, credo sia doveroso fornire anche la nostra versione a clienti e conoscenti, a tutela dell’immagine nostra e del locale”, ha aggiunto ancora.

Finita qui? Nemmeno per sogno. “Abbiamo già fissato un incontro in Questura per chiarire la nostra posizione. In ogni caso non abbiamo nulla da imputare alle forze dell’ordine, ma posso già annunciare che ci muoveremo legalmente contro alcuni dei soggetti coinvolti negli episodi segnalati”, ha concluso.

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