Savona. Un incontro aperto ai cittadini per capire come rapportarsi con i quartieri, come eleggerne o individuarne i rappresentanti, in quali e quante “zone” suddividere la città e quale obiettivo dare ai singoli territori e al comune nel suo insieme. E’ la strada scelta scelta dagli assessori Maria Gabriella Branca (Cittadinanza attiva) e Riccardo Viaggi (Comunità) per dare nuova linfa al dialogo con i quartieri: dopo un anno di conoscenza e di studio, il nuovo corso prenderà il via venerdì sera, il 2 dicembre alle 21 con un incontro nella Sala Rossa del Comune.
Un passo figlio di quanto emerso nel 2022: “Quest’anno, insieme anche agli altri assessori, in parecchie occasioni abbiamo incontrato i quartieri e le realtà che operano nelle varie zone di Savona – racconta Viaggi – Crediamo però che sia utile ragionare, al di là delle problematiche dei singoli territori, su quali modalità utilizzare per una nuova stagione di rappresentanza dei quartieri”. Perché, spiega Branca, “nel 2022 abbiamo sempre incontrato i quartieri individualmente, e ora vogliamo dare un segnale che tutti sono parte e devono sentirsi parte di Savona. Soltanto vedendosi come parte di un insieme è possibile capire la propria identità, le proprie caratteristiche e come valorizzare e caratterizzare il proprio quartiere. Per farlo serve una visione complessiva“.
“Dopo l’abolizione delle circoscrizioni, ormai un decennio fa, è stato fatto un tentativo dalla giunta Berruti (il riferimento è al progetto ‘Venti di Partecipazione’ dell’allora assessore ai Quartieri Sergio Lugaro, ndr) mentre la giunta Caprioglio non ha fatto sostanzialmente nulla” sostiene Viaggi. In realtà la scorsa amministrazione iniziò un ciclo di giunte itineranti nei quartieri, che però si arenò di fronte alla difficoltà di incentrare il dialogo su temi di interesse comune: spesso si finiva per discutere di lamentele e problemi estremamente “spiccioli” e legati all’esperienza del singolo (qui il nostro editoriale dell’epoca). “E’ un aspetto che abbiamo riscontrato anche noi – ammette Viaggi – Proprio per questo vogliamo spingere sul tema della visione comune: se metti insieme i quartieri dai un segnale di voler vedere le cose in modo più ampio. Poi sicuramente troveremo chi si concentrerà solo sul ‘suo’ tombino o la rotonda, d’altronde tutti si appassionano sulle cose che li riguardano notevolmente. Ma questo incontro ha l’obiettivo di iniziare, con le persone che vorranno, una modalità nuova per sfruttare al meglio le risorse che ci sono nei singoli quartieri: per questo faremo molti incontri, perché solo avendo molte occasioni e andando frequentemente nei quartieri si potranno ottenere risultati”.
1 – COME SUDDIVIDERE LA CITTA’: tornano le “8 zone” di Lugaro?
Tre gli obiettivi sul tavolo. Il primo sarà quello di capire come suddividere la città: “Crediamo che non sia utile riproporre le 5 circoscrizioni di una volta, è importante per non ricadere in un passato che tanto non può più essere. Il territorio di Savona si è modificato negli anni, quella divisione non sarebbe più utile, e inoltre esistono realtà attive su territori che non sono del tutto sovrapponibili con le ex circoscrizioni”. Si guarda invece proprio all’esperienza di Lugaro due giunte fa, che individuò 8 territori diversi: Centro Città – Città Vecchia, Fornaci – Zinola, La Rocca – Mongrifone, Santa Rita – Oltreletimbro, Legino, Villetta – Valloria, Villapiana, Lavagnola – Santuario. “Potrebbe essere uno schema interessante da cui partire – concordano i due assessori – trovando insieme eventuali modifiche”.
2 – I RAPPRESENTANTI: elezioni, firme spontanee o sorteggio
Il secondo tema da affrontare sarà quello di decidere come individuare i rappresentanti dei territori. “Su questo tema molte città sotto i 250 mila abitanti hanno tentato strade diverse – raccontano Branca e Viaggi – non tutte funzionano bene perché il tema della partecipazione è complesso ovunque, ma se non si prova non si possono avere risultati. Alcune realtà utilizzano le elezioni tradizionali ma hanno dei costi a fronte di risultati non così brillanti, con una partecipazione che non arriva al 5%. Per questo c’è chi usa altre formule, da comitati che raccolgono firme spontanee a un albo di cittadini che si iscrivono volontariamente. In qualche Comune viene utilizzato in parte anche l’elemento del sorteggio, un modo di pensare mutuato dall’antica Grecia che sottolinea come a tutti i cittadini possa e debba capitare di rappresentare la propria comunità e il proprio territorio”.
Venerdì verranno quindi presentate le diverse formule: “Noi crediamo che possa avere senso creare un mix tra soluzioni diverse, proporremo qualche ipotesi per vedere di arrivare in un periodo non troppo lungo a uno schema condiviso. Pensiamo anche alla possibilità di coinvolgere i ragazzi già a partire dai 16 anni, oppure parti di popolazione straniera. Ma sono temi che metteremo sul tavolo: non abbiamo già deciso, vogliamo discuterne con chi vorrà partecipare”.
3 – COSA FARE: tra problemi locali e progetti più ampi
Il terzo tema, infine, è ovviamente quello operativo: una volta individuate le zone e i rappresentanti, cosa fare? “Vogliamo provare non solo a raccogliere le problematiche dei quartieri, ma individuare temi importanti a lungo termine, come Savona Capitale della Cultura o dei Giovani – spiega Branca – I vari comitati e gruppi che abbiamo incontrato sono spesso molto concentrati su loro stessi: la sfida può essere invece ragionare insieme per trasformare Savona, coinvolgere i territori su un progetto stimolante che sia di tutta la città“.
“I tre temi sono separati ma anche molto collegati – chiarisce Viaggi – al centro ci sono ovviamente le necessità dei territori, ma anche il come rappresentarli è cruciale. Quello di venerdì sarà un primo momento aperto ai cittadini che vogliono dare un contributo: in base a cosa emergerà vedremo come muoverci”.
IL CONFRONTO CON LE ALTRE CITTA’
Per capire la strada da intraprendere è stato avviato anche un percorso di confronto con altre realtà italiane: “Nei giorni scorsi abbiamo dialogato con Faenza, Varese e Cremona, città abbastanza simili a Savona come popolazione. E oggi siamo a Torino per parlare con alcune persone della loro esperienza in merito, ad esempio a Mirafiori. Certo, Torino è una città grande e alcune cose non saranno ripetibili, ma è un confronto che riteniamo ci possa essere utile”. L’idea di Branca e Viaggi è organizzare a fine febbraio 2023 una iniziativa pubblica per presentare le esperienze di quei territori: “Abbiamo anche l’ambizione di coinvolgere una realtà estera, se vogliamo puntare a un collegamento un po’ più ampio serve una visione riferita non solo all’Italia ma anche all’Europa”.
“Sappiamo bene che le persone si sentono abbandonate – aggiunge Branca – non si sentono rappresentate a livello politico e spesso anche dai sindacati. Vogliamo riattivare questi principi democratici dalla base, fare in modo che le persone si riapproprino del loro spazio e provino a progettare insieme: un fenomeno in cui crediamo moltissimo e che era già previsto nella nostra Agenda. Da un momento difficile come il post pandemia può nascere qualcosa di positivo, uscendo dalle zone di comfort e sfidando gli stessi quartieri a non fermarsi al marciapiede o alle deiezioni canine ma ad avere una visione più ampia. Noi siamo determinati e ottimisti, vedremo come andrà”.