Analisi

Sanità, Gianni Pastorino (Linea Condivisa): “Grazie al modello Toti aziende sanitarie senza linee guida da mesi”

L'analisi del capogruppo in consiglio regionale

gianni pastorino

Liguria. “La tanto decantata sanità di Toti non è fatta solo di pronto soccorso intasati, di enormi difficoltà che incontrano quotidianamente gli operatori sanitari, di concorsi in ritardo con inevitabile difficoltà ad avere personale nei servizi sanitari più delicati, di continue disattese che esistono nella filiera gerarchica di questa complessa macchina”. Lo afferma in una nota Gianni Pastorino, capogruppo di Linea Condivisa in consiglio regionale.

“Ad oggi la sanità ligure è composta da un assessore nominato solo qualche settimana fa, da una struttura di missione attribuita al professor Giuseppe Profiti, da una agenzia che dovrebbe coordinare l’attività sanitaria come Alisa che, dalle ultime notizie, dovrebbe essere depotenziata (sono anni che sosteniamo che non funziona), da tre aziende ospedaliere autonome (San Martino, Galliera, Gaslini) e da cinque Asl. Tutto questo per un territorio formato da 1 milione e 549 mila persone. Una struttura di questo tipo su un territorio come la Liguria dovrebbe funzionare benissimo ma è evidente che non è così”.

“Aggiungiamo alcune chicche che si stanno aggiungendo in questi giorni: ogni azienda ospedaliera o territoriale deve definire un POA (Piano Operativo Aziendale). Le linee guida devono essere date dalla Regione e sarebbero dovute arrivare entro il 15 marzo. Ad oggi non sono ancora arrivate e circa 20 giorni fa il presidente Toti e l’assessore Grattarola hanno detto che verrà presentato entro fine anno il nuovo piano socio-sanitario della Liguria. Gli obiettivi alle aziende sanitarie, cioè quello che materialmente devono fare con i servizi offerti, dovrebbero essere attribuiti a inizio anno. Dubitiamo che le aziende in questione abbiano ricevuto ancora questi obiettivi e siamo ‘solo’ nella prima decade di novembre”.

“Tutto questo è esattamente coerente con le politiche di Bucci e Toti che promuovono i 4 giorni di open day a De Ferrari per la Casa della Salute, gruppo privato a cui il sindaco di Genova e il presidente di Regione Liguria hanno steso tappeti rossi per alcuni screening gratuiti alla città, dopodiché si deve andare in struttura a pagamento. La logica è evidente, basta saperlo ed esserne consapevoli: depotenzio la struttura pubblica, assumo col contagocce, chiudo reparti per mancanza di personale, non attribuisco gli obiettivi in tempo, non permetto alle aziende di fare i propri piani organizzati secondo formulazioni coerenti e consegnate in tempo, determino una continua situazione di emergenza che si scarica sui lavoratori e le lavoratrici della sanità e favorisco la sanità privata. Tutto questo non riusciamo ad accettarlo”.

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