730 giorni

Punto nascite a Pietra, due anni dalla chiusura. Comitato: “Carenza di personale? Spostarlo al Santa Corona che è un dea di II livello”

“E quindi garantisce un più rapido intervento in caso di complicazioni". Sabato mattina un presidio in piazza San Nicolò

La manifestazione per il punto nascite del Santa Corona

Pietra Ligure. Sono passati 730 giorni dalla chiusura del punto nascite dell’ospedale Santa Corona, non più in funzione dal 9 novembre 2020. Una decisione al tempo dichiarata “temporanea”, come ricorda il comitato Nascere a Pietra, ma – sottolineano – “è chiaro che qualcosa è andato storto, per casualità o per volontà”.

Per questo i componenti del gruppo, costituitosi spontaneamente a seguito della chiusura, sabato 12 novembre, dalle ore 9 alle 13.00, saranno in Piazza San Nicolò a Pietra Ligure con un presidio. L’obiettivo – spiegano “è incontrare i sostenitori della campagna di riapertura e sensibilizzare i cittadini per portare avanti iniziative volte a mantenere alta l’attenzione di politici, amministratori e cittadini verso questo tema”. Tra queste anche alcuni incontri con istituzioni e la dirigenza dell’azienda sanitaria savonese: il comitato, infatti, si è più volte confrontato con il direttore dell’Asl2 Marco Damonte Prioli, recentemente anche con il sindaco De Vincenzi, e a breve incontrerà il consigliere regionale Vaccarezza. Sta inoltre lavorando stiamo lavorando per ottenere un riunione con il neo nominato assessore alla sanità ligure Gratarola.

“Visti i numerosi parti in ambulanza, l’ultimo proprio pochi giorni fa (il 2 novembre), sarebbe ipocrita credere di non essere di fronte ad una questione da risolvere – evidenziano da Nascere a Pietra – Ciò che da due anni ripetiamo e continueremo a ripetere, è che l’ospedale di Santa Corona è la sede opportuna per un punto nascite. La presenza del maggior numero di reparti di emergenza, che classificano l’ospedale di Pietra come Dipartimento Emergenziale di Livello 2, sono la prospettiva di un più rapido intervento in caso di complicazioni”.

“La dislocazione decentrata dell’ospedale – aggiungono -, lo rende vicino al casello autostradale ed al riparo dal traffico delle grandi città, facilitando il raggiungimento dell’ospedale”.

E poi ricordano: “Siamo riusciti ad ottenere, grazie alla collaborazione col Direttore generale Prioli, dei nuovi bandi di concorso per medici ginecologi. La nuova convenzione di ASL con l’Università di Medicina dovrebbe portare gli specializzandi necessari alla riapertura. Se questo non accadesse chiediamo, in attesa di ulteriore personale per mantenere attivi i due punti nascita in Asl2, di trasferire il reparto nascite all’ospedale di livello emergenziale superiore. Confidiamo che le promesse di riapertura vengano mantenute al più presto”, concludono.

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