Liguria. La crisi climatica accelera sempre di più la sua corsa insieme agli eventi estremi, che stanno avendo impatti sempre maggiori sui Paesi di tutto il mondo, a partire dall’Italia. È quanto emerge in sintesi dalla fotografia scattata dal nuovo report “Il clima è già cambiato” dell’Osservatorio CittàClima 2022 realizzato da Legambiente, con il contributo del Gruppo Unipol, e sintetizzato nella mappa del rischio climatico.
Entrando nello specifico, su 1.503 fenomeni estremi ben 529 sono stati casi di allagamenti da piogge intense come evento principale, e che diventano 768 se si considerano gli effetti collaterali di altri eventi estremi, quali grandinate ed esondazioni; 531 i casi di stop alle infrastrutture con 89 giorni di blocco di metropolitane e treni urbani, 387 eventi con danni causati da trombe d’aria.
Ad andare in sofferenza sono soprattutto le grandi città, ma gli effetti climatici stanno incidendo fortemente anche nelle zone dell’entroterra e località costiere.
“L’impatto al suolo dei cambiamenti climatici è sempre più evidente – commenta Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria – e nella nostra regione si sono verificati preoccupanti record, negli ultimi anni. Dobbiamo parlare di emergenza climatica per i nostri territori, dalla costa all’entroterra e passare ad una programmazione che sappia prevenire gli eventi catastrofici”.
A preoccupare Legambiente sono anche i tassi di mortalità correlati alle ondate di calore, che sono sempre più elevati. L’ondata di caldo che ha impattato più duramente quest’anno è stata quella della seconda metà di luglio, con un aumento di mortalità che ha raggiunto il 36% in tutte le aree del Paese, ma in particolare in alcune città del nord. Tra le città maggiormente colpite Torino che ha visto un eccesso di mortalità pari a +70%, a cui segue Campobasso (con +69%), poi Bari (+60%), Bolzano (+59%), Milano e Genova (+49%). Solamente per il mese di luglio le morti in eccesso dovute al caldo estremo sono state 733 in tutta Italia.
Il valore medio della temperatura nelle aree urbane è tra gli indicatori più importanti per valutare i cambiamenti climatici in corso. I dati Istat, riferiti al 2020, sulle anomalie di temperature in 24 città italiane e sul numero di notti tropicali, confermano ancora una volta la tendenza al riscaldamento in tutte le aree prese in considerazione.
“Purtroppo – conclude Grammatico – anche i dati che raccoglie e propone il rapporto CittàClima confermano la tropicalizzazione del clima che investe soprattutto i centri urbani”.