Savona. “La bozza del nuovo piano socio-sanitario, riportante un solo punto nascite nella nostra Provincia, lascia estremamente perplessi sia per l’ipotesi di chiusura del punto nascite dell’ospedale capoluogo di provincia, che per la noncuranza con la quale la Regione sembra spostare i propri tasselli all’interno della nostra Provincia”. A dirlo è Massimiliano Carpano, coordinatore provinciale di Azione e consigliere comunale a Savona.
La bozza del documento, che deve ancora essere approvato dalla giunta regionale, prevede la chiusura del punto nascite dell’ospedale San Paolo a favore della riapertura del reparto al Santa Corona, chiuso da oltre due anni. Per mettere tutti d’accordo, la soluzione, non ancora scartata dal neo assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola, sarebbe quella di mantenere due punti nascita: uno a Savona e uno Pietra Ligure. A pesare, però, sono la carenza di personale e i numeri: secondo il DM 70 la soglia ottimale per l’esistenza del reparto è di circa 1000 parti, e il minimo è di 500.
Carpano ricorda che la preoccupazione era già stata sollevata durante l’audizione dei vertici dell’azienda sanitaria locale in commissione consiliare: “Già qualche mese fa erano stati richiesti chiarimenti alla dirigenza ASL2 ed il direttore Damonte Prioli si era barricato dietro un’assenza di notizie a riguardo. Se la chiusura del Punto nascite di Savona dovesse essere confermata, servirà un’opposizione forte da parte della politica locale e dell’intera popolazione savonese a difesa del proprio presidio territoriale. L’Ospedale San Paolo è il riferimento di un’area vasta e popolosa che, oltre al comprensorio savonese, va a servire l’intera Val Bormida”.
Il consigliere Carpano esorta tutte le parti politiche a fare fronte comune: “Colgo perciò l’occasione per fare un appello alle altre forze politiche, perché si possa iniziare a ragionare per rivedere il Piano Socio Sanitario, in modo da poter contrapporre alla linea Regionale, una visione concreta di come si intende organizzare la sanità locale”.
E conclude: “La Regione deve fornire una visione chiara e definita di come vuole organizzare la sanità territoriale, non si può pensare di spostare a piacimento i servizi sanitari in giro per la Provincia, come sembra poter avvenire per il punto nascite (tra Santa Corona e San Paolo). Questo, oltre a portare danni alle persone, causa delle lotte intestine tra i vari presidi territoriali“.