Pensiamoci

Parla giampiero storti

Centro Ictus del San Paolo aperto dopo 30 anni, una storia di burocrazie e miserie della politica

Ecco chi si è battuto per averlo e chi l’ha osteggiato. Serve 160 mila cittadini e guarda a una neurologia avanzata

Centro ictus San Paolo Gratarola Finocchi

Savona. Non è facile, se sei un ospedale, ti chiami San Paolo e ti trovi a Savona, avere ciò che ti spetta per legge e per buonsenso, non per te ma per la salute di tanti cittadini. Parliamo del Centro Ictus, da pochi giorni entrato in funzione, ma per il quale si è dovuto attendere trent’anni. È quindi giusto, nella ricostruzione che andiamo a fare grazie a Giampiero Storti, presidente del Comitato Amici del San Paolo, nato nel 2017, ricordare tutti coloro che si sono battuti per avere il Centro Ictus vincendo burocrazie, gelosie e miserabili lotte politiche, geografiche o di sottogoverno locale.

Inizia Storti: “Dopo i tentativi del primario Pastorino negli Anni ’90, il lungo e defaticante percorso per il Centro nel 1995 ebbe un sussulto con la nomina da parte del Commissario Luciano Locci a primario di Neurologia del prof. Antonino Leonardi, formatosi alla scuola del prof. Carlo Loeb. Solo nei primi anni 2000 la Regione erogò un contributo che servì ad acquistare 4 monitor, che non furono mai montati nel reparto per via di un’opposizione politica che provocò le dimissioni del primario nel 2008. Nel 2010 arrivò il dottor Fabio Bandini, che cercò subito di sensibilizzare chi di dovere”.

È noto a tutti che che l’ictus è una patologia “tempo dipendente”, nel senso che, se curata entro 4 ore, il malato ha buone possibilità di limitare il danno, salvare la vita e recuperare le funzioni vitali.

Nella (lunga) attesa del Centro al San Paolo è stato istituito un protocollo multidisciplinare per farsi carico dei pazienti colpiti da ictus, che si deve al dottor Paolo Bellotti, al dottor Brunello Brunetto e al dottor Roberto Lerza, coordinati da Bandini.

Prosegue Storti: “Nel frattempo continuava l’impegno politico e il 29 giugno 2016, primo firmatario Andrea Melis sotto la spinta di Matteo Rosso, il consiglio regionale affermò all’unanimità che il San Paolo, con un bacino di 160mila abitanti, dovesse avete un Centro Ictus di primo livello. Per il nostro Comitato dal 2016 al 2022 sono stati anni di giornaliero impegno per sensibilizzare forze politiche, sindaci, cittadini. Ci sono state così 26 delibere di consigli comunali, 14 mila firme raccolte tra i cittadini e innumerevoli interpellanze di tutte le forze politiche”. Il sito www.amicidelsanpaolo.it contiene iter e protagonisti di questo lungo percorso.

Nel 2019 la Fondazione De Mari (presidente Federico Delfino) dona 4 monitor al reparto, che restano rigorosamente imballati. È anche per questo che Bandini nel 2020 lascia il San Paolo per Villa Scassi.

Prosegue Storti: “In questi anni ci siamo imbattuti in opposizioni e falsità di ogni tipo, anche da parte dei vertici Asl. Si lotta giustamente per avere il punto nascite al Santa Corona, come se il tempo di una partoriente per arrivare a Savona sia superiore a quello di un malato di ictus a fare il percorso inverso”.

Storti torna poi alla battaglia per avere il Centro Ictus e conclude: “La lotta è proseguita con l’incessante pungolo di Roberto Arboscello e del nuovo sindaco Marco Russo, sostenuto da tutti i gruppi politici, nel solco tracciato dal precedente sindaco Ilaria Caprioglio. Un lavoro che ha portato nell’autunno 2022 alla nomina del nuovo primario neurologico, la dottoressa Cinzia Finocchi, e all’apertura del Centro il 2 novembre, con l’obiettivo di sviluppare progetti per una neurologia avanzata”.

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