La telefonata

Balneari, Centinaio a IVG: “Sentenza Consiglio di Stato oltre le competenze, ora coerenza e soluzioni”

Il vicepresidente del Senato ospite del podcast di IVG “La Telefonata” condotto dal giornalista Nicola Seppone

Generico novembre 2022

Italia. La partita per le concessioni balneari è aperta più che mai. L’uscita di scena da Palazzo Chigi di Mario Draghi e l’insediamento del nuovo governo guidato da Giorgia Meloni hanno messo in penombra uno dei temi più caldi degli ultimi mesi. Concluso il tempo delle nomine, tutti i protagonisti delle (future) riforme sembrano essere al loro posto. E sul tavolo del premier leader di Fratelli d’Italia è già presente una delle questioni più spinose per l’attuale esecutivo: la riforma delle concessioni balneari. 

Ne abbiamo parlato – nel corso del podcast di IVGLa Telefonata”, condotto dal giornalista Nicola Seppone – insieme ad uno dei protagonisti assoluti di questa storia. Gian Marco Centinaio, politico di lungo corso e pilastro della Lega di Matteo Salvini, dopo aver rivestito il ruolo di Ministro dell’Agricoltura e di Sottosegretario, oggi è stato rieletto in Parlamento. Centiaio, infatti, è l’attuale vicepresidente del Senato.

ASCOLTA “LA TELEFONATA” CON GIAN MARCO CENTINAIO


L’aspettativa dei balneari su questo governo di centro-destra (o di destra-centro, come qualcuno lo ha definito), è enorme. E le ragioni sono semplici. Lega e Forza Italia, due delle tre anime (minoritarie) di questo esecutivo, hanno sempre difeso a spada tratta le ragioni dei balneari, anche contro la sentenza “shock” del Consiglio di Stato. L’attuale maggioranza scelta con il voto dello scorso settembre non lascia spazio ad interpretazioni: sarà questo governo a doversi occupare della riforma del demanio. 

Tuttavia, prima di congedarsi, l’ex premier Draghi ha voluto dare un’accelerata al processo di riforma, così come richiesto dalla sentenza del Consiglio di Stato. La legge sulla concorrenza approvata dal precedente governo, infatti, fissa un limite (febbraio, non perentorio) entro il quale dovrà essere effettuata la riforma delle concessioni balneari. In particolare, le concessioni dovranno essere riassegnate entro il 2023 per adeguarsi all’ormai celebre direttiva Bolkestein. 

Eppure, il braccio di ferro che ormai va avanti da anni tra Bruxelles e il nostro Paese non sembra ancora essere giunto alle battute finali. La conferma arriva dallo stesso Centinaio nel corso del podcast:“Io mi aspetto che il governo o il Parlamento facciano qualcosa per modificare questi termini – afferma il vicepresidente del Senato -. È una legge delega e quindi si può fare tanto. Questo è il lavoro che devono fare i Ministri competenti, ai quali ci saremo noi parlamentari ad affiancarli. Siamo pronti ad aiutare il governo, anche a livello legislativo e parlamentare, a fare quello che è giusto”.

In poche parole, secondo Centinaio il termine indicato dall’ex premier (ovvero il 27 febbraio prossimo) quasi certamente non verrà rispettato: “Il governo Draghi ha voluto inspiegabilmente accelerare i tempi – spiega il parlamentare della Lega -. Si è voluto seguire il Consiglio di Stato che ha fatto una sentenza andando oltre quelle che sono le sue competenze. Ricordo che l’Italia è un Paese in cui il potere giudiziario non può dire al potere legislativo che non può legiferare in materia. Che cosa si devono aspettare i balneari? La coerenza di chi, come noi e FI, aveva detto e promesso che con il nuovo governo la situazione sarebbe stata rivista. E questa deve essere la direzione da seguire”.

Generico novembre 2022

Centinaio è indubbiamente uno dei parlamentari che per i balneari non ci ha solo messo la faccia, ma anche la “firma”. La “legge Centinaio”, che prorogava il termine delle concessioni sino al 2033, non a caso porta il suo nome: “Mi ero impegnato in prima persona – ricorda – su un progetto condiviso con l’Europa. Un progetto che poteva funzionare perché aveva dei presupposti ritenuti validi dall’Europa stessa. Si parlava di un periodo di circa 15 anni in cui l’Italia si sarebbe dovuta impegnare a razionalizzare e rivedere i punti di debolezza del nostro sistema demaniale. Come un’anagrafe del demanio, per esempio. Di quel progetto vanno ripresi i tempi, perché lo Stato italiano non riesce a fare quello che ci viene richiesto dalla sentenza”.

L’esponente del Carroccio ricorda anche l’accordo secondo il quale “vi era la possibilità di rivedere il canone (tanto contestato ai balneari, ndr) ogni cinque anni, ma c’era anche un controllo per capire se si stava andando nella direzione prevista dalla legge – aggiunge Centinaio -. L’obiettivo era quello di arrivare alla fine del 15 anni con delle evidenze, ma dopo un percorso che avrebbe messo in regola lo Stato italiano da un lato e avrebbe permesso ai balneari di riveder ripagati gli investimenti fatti negli anni dall’altro”.

Ora che il governo è di un solo colore, quindi, non sembrano esserci più scuse. E Centinaio lo sa bene: “I balneari – conclude -, a differenza di come sostiene qualcuno, non sono semplici bagnini ma imprenditori che danno lavoro a più di 300 mila persone. Guardando alla storicità degli atti parlamentari, dalla nostra parte abbiamo persone che si sono sempre schierate a tutela del settore. Per questo motivo sono molto ottimista sul futuro”.

Insomma, la partita dei balneari è ancora tutta da scrivere.

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