Eccellenza

Albenga-Cairese con il giornalista tifoso gialloblù Daniele Siri: “Alessi come Monteforte. Somiglianze con l’era Brin”

Verso Albenga-Cairese sfida al vertice dell'Eccellenza: Alessi simile al mentore Monteforte, una società che ricorda il primo Brin e un pubblico "snob" che Siri spera possa risvegliarsi

Albenga Cairese

Così vicine, una settantina di kilometri in una regione “normale” sono pochi, ma anche così lontane. Sarà il clima diverso, sarà il DNA: discendenti degli antichi navigatori “ingauni” gli abitanti di Albenga, molto piemontesi per dialetto e tradizioni quelli di Cairo.

Ma la cosa in comune tra le due città è la passione per la propria squadra di calcio. Anch’essa declinata in modo diverso: più calda ad Albenga, meno appariscente – forse troppo poco – a Cairo Montenotte, come ci racconta Daniele Siri, giornalista cairese per tutti “il primo tifoso gialloblù”. Una vita a seguire i suoi amati colori, dai tempi di Radio Cairo fino agli articoli su Tuttosport per la Cairese di Brin e un libro, Diario Gialloblù. Attualmente, racconta la Cairese sulle pagine del settimanale diocesano L’Ancora.

Siri ci fa vivere l’attesa per la partita ai vertici dell’Eccellenza tra l’Albenga di mister Pietro Buttu e la Cairese del giovane allenatore Diego Alessi, che gli ricorda Luca Monteforte così come la società gli fa venire in mente gli albori dell’era Brin. Tra presente e aneddoti del passato – come quando la famiglia Colla provò a fondere Cairese e Albisola prima di approdare ad Albenga – ecco l’avvicinamento alla gara da parte dell’ambiente valligiano. Qui la “versione ingauna” con l’intervista al factotum bianconero Gabriele Patrucco.

Daniele, Cairo e Albenga non si sono mai amate?

 C’è sempre stata rivalità, fin dagli anni ’60. La Cairese arrivò due volte a un passo dalla Serie D. Nel 1964 proprio l’Albenga sbarrò la strada ai gialloblù. Nel periodo del presidente Cesare Brin ci furono le sfide “tra farmacisti”, visto il lavoro comune dei due numeri uno, contro l’Albenga di Dino Sciolli. L’Albenga fu un osso duro per la Cairese che riuscì a salire in Serie C.

La famiglia Colla provò a prendere la Cairese prima di passare in bianconero?

Sì. E per questo negli ultimi anni la rivalità si è riaccesa ancor di più,  aveva provato a fondere Cairese e Albisola. Non è un mistero che sia stato l’ex presidente Mario Bertone a opporsi. Due dirigenze che quindi non svilupparono mai un grande feeling. 

Sul presente. Un paragone tra questa Cairese e quelle del passato?

Quella del presidente Boveri è una società nuova e ambiziosa. Per certi versi mi ricorda la prima Cairese di Cesare Brin. Questa è molto più organizzata, all’epoca c’era un uomo solo al comando. Ma ci sta questo accostamento: Boveri è un imprenditore con qualità e ambizioso. Tuttavia, l’acquisizione è arrivata a estate inoltrata quindi per quest’anno non c’è l’assillo del salto di categoria.

E per quanto riguarda il rettangolo verde?

È una Cairese sbarazzina, che non rinuncia mai a giocare. Mi ricorda la Cairese del 2008/09 guidata da Luca Monteforte, uno dei mentori di Diego Alessi. È una Cairese offensiva ma che quest’anno grazie ad acquisti come Galli e Tona hanno migliorato la solidità del reparto difensivo e subisce pochissimi goal.

La Cairese è importante per Cairo. Ma rispetto a piazze minori non c’è un tifo molto caldo…

Confermo, il club è un pilastro per Cairo Montenotte. C’è sempre stata simbiosi tra società e tessuto urbano. È un rapporto al tempo stesso un po’ complicato. Siamo un piazza un po’ “snob”, a Carcare ad esempio l’ambiente è più passionale. Forse anche perché siamo sempre stati abituati bene e quindi è difficile “accenderci”.

I risultati recenti stanno smuovendo qualcosa?

C’è interesse in città e anche un certo fermento. Si parla di organizzare la trasferta. Ma penso che questa società e questa squadra meriterebbero un seguito maggiore, non dico come ad Albenga ma qualcosa di più sì. Anche perché la squadra pratica un calcio piacevole da vedere.

Che tipo di partita sarà?

Mi aspetto una gara giocata a viso aperto. La Cairese non ha nel suo DNA il fare le barricate. Non ha neanche i giocatori per farlo. Farà attenzione, sarà meno sbilanciata ma non rinuncerà a giocarsela per provare a fare bottino pieno. Mi aspetto una Cairese che giocherà con tranquillità perché ha poco da perdere visto che l’obiettivo principale non è vincere quest’anno. Detto questo, se la Cairese a dicembre fosse molto in alto, penso che Boveri potrebbe intervenire sul mercato. 

Qualche infortunio ma si parla anche di una grande duttilità tattica…

Saviozzi è un po’ condizionato dall’infortunio patito in estate. Out invece la prima punta Poggi. Si spera nel rientro del difensore Prato. In ogni caso, Alessi sa modellare la squadra a seconda delle esigenze. Un esempio? Il giovane fantasista Berretta arretrato a fare da regista contro il Busalla o da schermo sul play avversario come contro la Forza e Coraggio. Una Cairese camaleontica. L’Albenga è la favorita però.

Chi potrebbe essere determinante in casa gialloblù?

In difesa sarà importante l’esperienza del portiere Moraglio e la sicurezza del difensore Boveri. Nonnis sta facendo un campionato super. Ha giocato qualche stagione in Prima Categoria, ma si è subito sintonizzato alla grande sulle alte frequenze del torneo di Eccellenza. C’è curiosità per vedere Fabbri, l’uomo in più della Cairese nelle ultime partite. Alessi riserva sempre delle sorprese. In campo ci saranno tanti giovani bravi. Lato Albenga penso ai gemelli Graziani e a Beluffi. Lato Cairese penso allo stesso Berretta e al duttile Babliuk.

Piccola nota doverosa, la sciarpa rossoblù della foto non testimonia un passato da ultras del Vado o della vicina Rocchettese. Come si evince dallo sfondo, l’altra passione sportiva di Siri è, un po’ a sorpresa, il Bologna. Nell’altra immagine, tratta dal sito ufficiale, l’esultanza di Babliuk e Nonnis, due tra i giocatori indicati da Daniele Siri come possibili chiavi di volta della gara.

 

 

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