A roma

Acqua salata, il caso Andora sbarca in Parlamento. Regione: “All’università di Firenze il compito di trovare soluzioni”

Interrogazione di Raffaella Paita (Azione-Italia Viva) ai ministri. Oggi, riunione con Regione e l’apertura di un tavolo emergenziale

andora veduta

Andora. Una delle possibili soluzioni era la pioggia, ma anche con la recente allerta meteo la grande “sete” del nostro territorio non è stata soddisfatta. E così ad Andora continua il disagio che sta tenendo sotto scacco migliaia di cittadini, costretti a fare i conti con l’acqua salata che esce dai rubinetti.  

Il sindaco Mauro Demichelis, d’altro canto, lo aveva detto: “Ci sono poche soluzioni. La prima ovviamente è che piova, la seconda è che si deve cercare di scavare nuovi pozzi nei punti giusti in modo tale da mettere nei tubi acqua dolce e mischiarla con l’acqua salata che oggi abbiamo, ovviamente in attesa che piova e che quindi l’acqua salata vada via”. 

Mentre oggi si è svolto un incontro, alla presenza di Regione e di tutti i soggetti che hanno un interessate diretto, compresa la provincia di Savona, in questi giorni la questione è sbarcata anche in Parlamento. Il documento presentato al Senato (una interrogazione, QUI in forma integrale) porta la firma dell’onorevole ligure di Azione-Italia Viva Raffaella Paita. 

“Da circa sei mesi il territorio del comune di Andora versa in uno stato di forte siccità, dovuta all’assenza prolunga di pioggia che si è tradotta in un significativo svuotamento dei pozzi – si legge nel documento, indirizzato ai ministri dell’ambiente e della sicurezza energetica e delle infrastrutture e della mobilità sostenibili – Detto svuotamento, unitamente alla prossimità del mare, avrebbe comportato l’avanzamento del cuneo salino, causando la fuoruscita di acqua marina tanto dalle abitazioni quanto dagli esercizi commerciali sul territorio, con indubbi riflessi anche sul piano sanitario ed economico”.

La presenza di acqua salata e non depurata nel sistema idrico ad uso domestico, infatti, risulta foriero di numerose criticità (reazioni allergiche, danneggiamento di elettrodomestici, attivazione di canali di approvvigionamento idrico paralleli con costi a carico dell’utente o titolare dell’esercizio commerciale, difficoltà nell’erogazione di servizi di assistenza agli anziani, turismo ecc.) e nonostante la loro sussistenza sia stata sottolineata con forza dalla comunità locali (si vedano, in particolare, le iniziative intraprese dal Comitato Acqua cara in bolletta, Assoutenti, Onda Ligure Consumo e Ambiente) non si ha ancora conto delle tempistiche previste per ripristinare la normalità del servizio”.

“Al di là della carenza di precipitazioni, le ragioni di tale stato di fatto sembra derivare proprio da un sistema infrastrutturale e di approvvigionamento obsoleto e spesso disfunzionale per ragioni di carattere meramente burocratico. La situazione delle risorse idriche della zona, ad ogni modo, dimostra l’urgenza di interventi infrastrutturali volti a rafforzare i sistemi di approvvigionamento, posto che anche i suddetti territori sono stati oggetto (in particolare durante l’estate) di interruzioni del servizio e tentativi di contingentamento dell’utilizzo di acqua a uso domestico, costringendo spesso al ricorso alle autobotti, che però non possono in nessun caso rappresentare una soluzione di lungo periodo”.

Alla luce di questa situazione, l’interpellanza chiede “quali iniziative i ministri intendano adottare per ripristinare il normale funzionamento del sistema di approvvigionamento idrico del territorio del comune di Andora, al fine di garantire il pronto rispetto degli standard igienico-sanitari, nonché per assicurare sia la rapida realizzazione di interventi infrastrutturali di potenziamento del sistema, sia la verifica della corretta gestione dello stesso da parte della società a essa deputata”.

Un’altra possibile strada è emersa dalla riunione odierna con la Regione ed è rappresentata dall’Università di Firenze, già consulente di Regione Liguria dopo l’emergenza Alex che aveva colpito il territorio regionale nel 2020, a supportare le Province di Imperia, Savona, il Comune di Andora, i soggetti gestori a verificare eventuali soluzioni idonee e compatibili di carattere tecnico per superare l’emergenza.

La consulenza verrà attivata e finanziata dalla Protezione civile regionale dopo che l’assessore regionale competente ha risposto con una prima convocazione d’urgenza di tutti i soggetti interessati all’appello del sindaco in difficoltà nel far fronte a una situazione che sta diventando molto critica.

Un incontro che si è reso necessario per capire come muoversi e trovare una soluzione all’approvvigionamento di acqua ad Andora dove da cinque mesi dai rubinetti di casa esce acqua salata, a causa della siccità. Un problema di emergenza a cui anche il masterplan del Roja potrebbe dare una soluzione immediata. 

“Dobbiamo capire se è possibile trovare una soluzione di tipo emergenziale o strutturale – spiega l’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone – abbiamo preso atto di alcune valutazioni di carattere tecnico che bisogna approfondire, e che sono comunque non sostitutive dell’intervento principale già finanziato cioè la sostituzione della condotta principale del Roja grazie ai 27 milioni provenienti dal PNRR che si concluderà nel 2025, con i primi tre lotti che verranno portati a termine entro maggio del 2023. Proposte che hanno bisogno però di un accompagnamento tecnico di valutazione di efficacia e di sostenibilità economica. Tenendo conto che tutto il territorio regionale è in emergenza siccità e che come Regione abbiamo dichiarato lo stato di emergenza che ci è stato riconosciuto e che ci ha consentito di programmare una serie di interventi. Siccome al momento non è stata individuata una soluzione tecnica precisa abbiamo pensato, congiuntamente al territorio, di affidare un incarico al Centro di competenza di Protezione civile dell’Università di Firenze che potrà fornire una soluzione idonea”.

Dopo la riunione di oggi il tavolo emergenziale si riunirà nuovamente non appena ci saranno novità soprattutto per poter individuare soluzioni anche provvisorie che consentano di approcciare al meglio la quotidianità da parte degli abitanti di Andora, anche con l’utilizzo di autobotti o desalinizzatori.

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