Liguria. Questa domenica parliamo della possibilità che vengano unificate Asl1 e Asl2, ossia le aziende sanitarie di Imperia e Savona. Prima di addentrarci meglio nei ragionamenti del caso, prendiamo a prestito una provocatoria battuta, di qualche giorno fa, che si deve a Giampiero Storti, presidente del Comitato Amici del San Paolo: “Adesso si parla di Asl, poi passeremo a un’unica provincia Imperia-Savona, con un’unica prefettura e un unico tribunale: a Imperia”.
La provocazione di Storti (che più avanti spiegherà anche i limiti del suo ruolo) serve però a rimarcare ancora una volta le debolezze della politica savonese, tra l’altro amplificate dall’esito elettorale, tutto sbilanciato verso Imperia e Genova a causa della diminuzione del numero di parlamentari.
Tornando alle Asl, spifferi vecchi di anni si sono concretizzati nell’ipotesi dell’unificazione avanzata qualche giorno fa da Claudio Scajola, quindi politicamente non uno qualunque, nell’ambito della conferenza dei sindaci del Ponente Ligure. Anche il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri aveva in qualche modo già affrontato l’argomento.
Il direttore generale dell’Asl1, Luca Stucchi, ha detto tra l’altro che “le due Asl hanno molto in Comune”, mentre un più prudente Marco Damonte Prioli, direttore generale dell’Asl2, ha rilevato che “collaborazione non vuol dire fusione e che comunque la competenza è della Regione”.
Vanno precisate subito alcune cose. Ai cittadini, intanto, interessa la qualità delle prestazioni elargite dal servizio sanitario e non la formula burocratica in cui esse insistono. Altre regioni, come le Marche, esempio utile perché il numero di abitanti, circa un milione e mezzo, è lo stesso della Liguria, hanno una unica Asl, che si chiama Asur (Azienda Sanitaria Unica Regionale) e dunque l’ipotesi unificazione non deve fare scandalo.
A questo punto chiamiamo in soccorso ancora Giampiero Storti, che spiega: “Intanto io sono presidente del Comitato Amici del San Paolo e dovrei quindi astenermi da considerazioni più generali, ma poiché non voglio sottrarmi alla sua domanda, mi chiedo alcune cose. La fusione non sarà per caso già contemplata nel nuovo piano regionale, che nessuno conosce? Perché sono stati evidentemente sondati i sindaci dell’Imperiese e non ad esempio anche quello di Savona? Le risorse dell’Asl2 non sono neppure sufficienti a garantire l’assistenza da noi, che aiuto potremmo dare a Imperia? Unificando le Asl si risparmierebbero gli stipendi dei dirigenti, ma si aprirebbero grandi problemi come quello di rivedere il ruolo degli ospedali, che come noto è già molto complicato per la nostra parte”.
Concludendo, fa presente Storti, “di due debolezze non si farebbe una forza, ma una debolezza ancora maggiore, probabilmente devastante”.