Editoriale

L'ora delle scelte

Sono i “Russo Days”, momenti decisivi per Savona e per capire la cifra umana e politica del sindaco fotogallery

L’isola pedonale, la Città dei cani, la rabbia dei cittadini e il caso piazza Diaz: una città che non vuole più attendere

fase2 villa cambiaso giunta russo savona

Savona. Sono i “Marco Russo Days”, dovuti alle lunghe interviste del sindaco di Savona per il suo primo anno di mandato (ecco quella di IVG) e ad alcune altre iniziative, come quella recente a Villa Cambiaso per la presentazione dei “9 cantieri” e della Fase 2 del suo lavoro, anche se dalle opposizioni qualcuno ha fatto notare di non essersi accorto che ci sia stata una Fase 1.

IVG ha puntualmente documentato ogni passaggio e tutti hanno quindi avuto modo di formarsi una propria opinione. Noi vorremmo invece andare un po’ in rally, passando dai temi maggiori a episodi magari minori, ma che possano contribuire a farsi un’idea della cifra del Marco Russo Uomo e politico, perché è il sindaco di tutti noi savonesi e dalle sue decisioni può dipendere il nostro futuro.

ISOLE PEDONALI? NON È IL MOMENTO

Certamente il tema delle pedonalizzazioni è al centro del dibattito cittadino e molti problemi legati alla sua attuazione sembrano ancora irrisolti. C’è un’adesione più convinta da parte delle associazioni di categoria, che si stempera fino a diventare talvolta contrarietà quando si parla con i singoli operatori, che sono poi quelli che contano.

Senza dubbio una città con zone chiuse al traffico può aiutare a vivere meglio Savona. Però… Però abbiamo l’impressione che il momento non sia quello giusto. Per “momento” non intendiamo questo o quel mese, ma che il progetto debba essere ragionevolmente spostato in avanti di almeno un anno. Le attività chiudono una dopo l’altra, le aziende sono in crisi, la città di tutto ha bisogno fuorché di una variante dalle conseguenze imprevedibili.

Attenzione: molte bollette con i rincari arriveranno con il nuovo anno, alla scadenza dei contratti. Non si può attuare la pedonalizzazioni solo per mettere la bandierina sulla pagina x o y dell’Agenda del sindaco. Tra l’altro è possibile trovarsi di fronte a un numero maggiore di auto in cerca di parcheggio, ottenendo l’effetto contrario a quello desiderato: più e non meno inquinamento.

Avanziamo questa ipotesi perché nel piano del sindaco non è minimante previsto (se non in linea di principio) il potenziamento del servizio pubblico. Non c’è scritto cioè quali linee saranno potenziate, con che cadenza transiteranno i bus da e per quali zone. Non c’è scritto perché, per il momento, temiamo, Tpl non ha i mezzi per farlo e oggi i bus in alcuni momenti della giornata, soprattutto in coincidenza con l’uscita delle scuole, sembrano carri bestiame strapieni e del tutto insufficienti. Provi a verificare, sindaco Russo e se ne renderà conto senza troppa fatica. Ci sono inoltre interi e importanti quartieri lasciati verso notte senza collegamenti o con frequenze da terzo mondo.

Non è colpa – pensiamo – della dirigenza di Tpl: basterebbe lo ammettesse, cosa che non è solitamente portata a fare. Non basta certo qualche navetta al lunedì, ammesso che si riesca a organizzare. Al lunedì chiederemo asilo politico-automobilistico a Vado Ligure.

CAPITALE DELLA CULTURA E “CITTÀ DEI CANI”

Tra le idee migliori dei Russo Days c’è il ritorno alla candidatura di Savona come Capitale italiana della cultura. Difficile, molto difficile, ma perlomeno ambiziosa, una delle poche idee che escano dal cortile di casa.

Altra buona idea è quella di “Savona città dei cani”, anche se lanciata “ancora allo stato embrionale”. Si tratterebbe di riqualificare le aree canine e trovarne di nuove. A Savona ci sono decine di migliaia di cani, a cui spesso badano da volontari non inquadrati i padroni dei medesimi. Anche in questo caso basterebbe che fossero sistemate, magari abbellite, le aree già esistenti, con una pulizia decorosa. Insomma, si può fare.

LA RABBIA DEI SAVONESI DA NON SOTTOVALUTARE

Il sindaco sente forse per la prima volta una certa rabbia in città. Una sensazione che potrebbe farsi più forte se lui e i suoi non si basassero solo sugli incontri apparecchiati come quelli a Palazzo Santa Chiara e a Villa Cambiaso. Iniziative lodevoli e che ogni volta vengono perfezionate, ma che – azzardiamo un’ipotesi – finiscono quasi sempre per coinvolgere le persone più vicine alla politica, ma non la maggioranza dei cittadini, che magari all’ora x in cui si svolgono gli incontri lavora o (anche colpevolmente) ritiene che non sia quello il modo di interpretare i bisogni di una città.

SUL CASO PIAZZA DIAZ RUSSO UOMO E POLITICO

Via Nizza e piazza Diaz restano ferite aperte. Su via Nizza chi scrive ha già espresso più volte la sua opinione, ammesso che interessi. Piazza Diaz è un caso più delicato proprio perché riguarda la cifra di Marco Russo Uomo e politico, come detto poc’anzi. La parte umana (e più etica) del problema è nota: perché mai spostare l’edicola penalizzando il lavoro dell’edicolante e del ristorante giapponese che verrebbe “murato” proprio dalla rivendita di giornali?

Non sappiamo quale sarà la decisione di Marco Russo che, essendo cresciuto a pane e politica, ha tutti gli elementi per decidere, ben sapendo che cambiare idea può essere un pregio e non un difetto. Oppure, certamente, può fingere di non sentire e non capire: in fondo il progetto è quello e per lasciarlo così basta non fare nulla. La scelta più facile.

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