Prevenzione

Savona e Fondazione CIMA alleati contro i rischi climatici: esercitazioni con i cittadini e rio Molinero laboratorio nazionale

Russo: "Vogliamo trasformare la città adeguandola al clima". Ferraris (CIMA): "Coraggiosi, Comuni che pensano a lungo termine ce ne sono pochi"

Comune savona marco Russo fondazione CIMA Luca ferraris

Savona. Un piano di protezione civile partecipato, realizzato anche attraverso esercitazioni che coinvolgeranno tutta la cittadinanza già nella prossima primavera. E poi interventi strutturali sui corsi d’acqua, volti non solo alla prevenzione a breve termine ma a una vera messa in sicurezza a lungo termine, rendendo il Letimbro e soprattutto il rio Molinero dei veri e propri “laboratori” di sperimentazione a livello nazionale.

Sono questi gli obiettivi che il Comune di Savona tenterà di perseguire nel 2023 insieme a Fondazione CIMA: un esperimento pilota in Italia che ha l’obiettivo di dare vita a una vera e propria “fusione” tra un ente scientifico (che si occupa di sperimentare e immaginare soluzioni) e una amministrazione (ossia il soggetto deputato poi a governare i processi concreti).

A presentare nel dettaglio modi e tempi della collaborazione sono stati questa mattina il sindaco Marco Russo insieme ad alcuni assessori e i vertici della Fondazione CIMA. Per farlo hanno scelto una data simbolica: la “Giornata Internazionale di riduzione del rischio da disastri”, istituita dalle Nazioni Unite nel 1989.

“Un lavoro che abbiamo iniziato a imbastire in questi mesi e che ha alcuni obiettivi – spiega Russo – Siamo partiti dando una risposta alle necessità immediate e alle preoccupazioni delle persone, ma guardiamo oltre: vogliamo portare la città a trasformarsi per adeguarsi ai mutamenti climatici. Un salto anche culturale che richiede tempo, ma la nostra amministrazione vuole affrontare anche processi di lungo periodo. Che non ci spaventano, anzi ci stimolano”.

Nel primo anno di mandato, naturalmente, si è partiti dagli interventi di manutenzione ordinaria (“che abbiamo fatto investendo più risorse che in passato”, rivendica Russo): tra i temi affrontati anche la risagomatura dell’alveo del Letimbro, lavori per i quali proprio oggi è arrivata l’autorizzazione regionale. Il “Cantiere Clima”, però, guarda molto più avanti.

Il primo passo sarà, nel corso del 2023, la redazione di un piano di protezione civile partecipato: “Entro fine anno faremo una prima esercitazione ‘interna’ alla catena di comando del Comune – chiarisce il sindaco – Poi, in primavera, effettueremo una seconda esercitazione estesa alla cittadinanza”.

“Al di là dei discorsi su scala globale poi dobbiamo essere concreti su scala locale, altrimenti sono solo parole – spiega Luca Ferraris, presidente di CIMA – Il nostro obiettivo è quello di sperimentare e provare nuove strategie e strumenti per mitigare sul serio il rischio, cosa che finora siamo riusciti a fare solo parzialmente”. Da qui ad esempio l’idea di redarre un piano partecipato con i cittadini: “Vorremmo che la Protezione Civile diventasse un ‘bene comune’ attraverso un patto istituzione-enti-cittadini. Qualcosa da salvaguardare e curare. Savona per noi rappresenterà un valido esperimento”.

A seguire il progetto per Fondazione Cima sarà Marina Morando: “Di fatto Fondazione Cima ipotizzerà uno scenario con una serie di criticità, che comunicherà all’amministrazione – spiega – starà al Comune prendere decisioni e comunicarle ai cittadini”. Tra i possibili esempi la chiusura dell’Ipercoop, la protezione dei negozi con delle paratie, oppure far salire gli studenti ai piani alti delle scuole. L’obiettivo sarà ovviamente testare la macchina dell’emergenza, ma anche “far nascere una consapevolezza nei cittadini”. Con ovvie ricadute pratiche nel nuovo piano di protezione civile, ad esempio la possibilità di tenere aperte le scuole durante una allerta rossa.

Il secondo passo sarà quello di effettuare una serie di interventi strutturali sui corsi d’acqua. Sono previsti lavori per un totale di 5 milioni di euro: 3,2 sul rio Molinero e 1,8 sul Letimbro (di cui mezzo milione specificamente per l’area del ponte di Santa Rita). I progetti, preliminari nel primo caso e definitivi nel secondo, verranno riaggiornati consultando proprio Fondazione CIMA. “E dentro questi interventi voglio inserire anche il ponte di Santuario – annuncia Russo – è un punto delicato e rappresenta una priorità”.

Una progettualità a lungo termine che Ferraris loda con parole non scontate: “Per parlare di certi temi ci vuole coraggio. Di amministrazioni che prendano a cuore non solo gli interventi imminenti ma anche una programmazione a lungo termine, in questi 25 anni francamente non ne ho trovate molte… ho sempre trovato amministrazioni che pensavano solo a breve o brevissimo termine”.

I lavori di mitigazione del rischio e adeguamento ai cambiamenti climatici per la zona di Legino e del rio Molinero rappresenteranno infatti un esperimento pilota a livello nazionale e non solo: “Dobbiamo capire come riuscire a convivere con questi eventi climatici, che saranno sempre più frequenti – avverte Ferraris – e avranno sempre più caratteristiche simili a quanto accaduto di recente nelle Marche. Su questo, al di là dei giusti interventi puntuali che ha elencato il sindaco, l’idea è quella di provare a immaginare una programmazione, una pianificazione di interventi e opere su scala più generale. Cercheremo di affrontare non solo il tema della ‘troppa acqua’ ma anche quello della siccità: sono due facce della stessa medaglia”.

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