Numeri e richieste

Lavoro, Pasa (Cgil): “Dati allarmanti nel savonese, il 92% dei nuovi contratti è a tempo determinato”

“Stop alla precarietà e occupazione di qualità devono essere le priorità per la provincia di Savona”

andrea pasa

Savona. “Anche nella nostra provincia è necessario costruire le condizioni per una occupazione di qualità”. A dirlo è Andrea Pasa, segretario di Cgil Savona, che sottolinea come nel savonese ci sia “la percentuale ligure più alta riguardo al lavoro precario e a termine, ovvero il 32% , mentre la media regionale è del 18%”. Male anche i contratti part time “oltre il 42% contro una media regionale del 36%”.

“I contratti lampo, di massimo un mese, sono in crescita: più di un terzo delle nuove attivazioni, soprattutto nel lavoro stagionale, che continua ad essere troppo precario, mal pagato e quindi poco sicuro, nei settori alberghi, ristorazione, ma anche pubblica amministrazione, istruzione, sanità”, afferma Pasa definendolo “un dato preoccupante”.

Secondo il sindacalista, bisogna in primis “investire di più e meglio sul comparto del Turismo, visto che oltre il 32% dei nuovi occupati arriva da questo comparto (oltre 7500 lavoratori stagionali nel corso del 2022) trasformandolo in una vera e propria industria e non solo il mordi e fuggi dei mesi estivi. Per farlo si possono prendere da esempio pezzi di territorio che hanno seguito questa linea, come l’area del Finalese e non solo. L’obiettivo – dice – deve essere quello di destagionalizzare i contratti a termine rendendoli più lunghi e quindi aumentando la garanzia economico e sociale di migliaia di lavoratrici e lavoratori”.

Ma più in generale la Cgil chiede un cambio di rotta. Tra le richieste al nuovo governo “superare il Jobs Act e le norme che hanno precarizzato il lavoro, abolendo le tipologie di lavoro precario e sottopagato e introducendo un contratto unico di ingresso a contenuto formativo ed estendendo le tutele ai lavoratori autonomi” spiega Pasa che aggiunge: “Bisogna lavorare anche su un piano per la piena e buona occupazione, in particolare per giovani e donne. Superare i divari di genere e generazionali. Bisogna dare valore erga omnes ai contratti e per questo serve una legge sulla rappresentanza. Occorre pensare ad un nuovo statuto dei diritti dei lavoratori, perché non è più possibile che i diritti ce li hai solo se hai un contratto a tempo indeterminato. Chiunque lavori in qualsiasi forma deve avere i suoi diritti garantiti. Inoltre, soprattutto in questa fase, servono interventi concreti e urgenti per collegare le attività del Pnrr a lavoro stabile e di qualità come non sta avvenendo”.

Queste le richieste alla politica: “Le una tantum non ci bastano, ci attendiamo interventi strutturali già dalla prossima legge di bilancio”.

Pasa poi torna a parlare dei dati: “Lo vorrei ribadire con forza – dichiara –  questi dati con una percentuale così alta di lavoro precario, mai vista prima, dimostrano quanto sia bassa la qualità del lavoro. Avere un contratto di un giorno, una settimana, uno o due mesi al massimo, vuol dire vivere quotidianamente con una spada di Damocle in testa, non sapere che cosa accadrà domani, se si sarà in grado di pagare le bollette, l’affitto o fare la spesa per la cena”.

“Nonostante le risorse che arrivano dal Pnrr e la ripresa del Pil a cui assistiamo, non abbiamo la capacità di rompere uno schema sulla qualità del lavoro. Se a crescere sono soprattutto i contratti di un giorno, in tutta Italia e anche in provincia di Savona, più 4 per cento da un trimestre all’altro, che tipo di occupazione stiamo creando?”, si domanda Pasa.

“Senza contare  – prosegue – che le attivazioni lampo possono nascondere un’evasione contributiva e contrattuale: se l’azienda regolarizza il lavoratore per poche ore o qualche giorno si mette al riparo da possibili controlli, anche se il rapporto dura di più. Succede con i part-time, per cui le ore effettive sono maggiori rispetto a quelle registrate. È anche vero che i contratti di durata breve e brevissima sono legati a settori che hanno problemi a fare programmazione, che hanno picchi di intensità difficilmente gestibili con l’ordinarietà, per rispondere alle esigenze produttive. Ma la numerosità dei tempi determinati è indice di un sistema che non scommette sulla riconoscibilità del lavoro come diritto in termini di stabilità”.

“Serve – evidenzia – una riduzione e redistribuzione degli orari di lavoro per una nuova occupazione stabile e per il diritto alla formazione permanente, così come sta accadendo il tutto il resto d’Europa, dove hanno portato la settimana lavorativa a 4 giorni con la stessa retribuzione di prima. Qui a Savona rischia di accadere addirittura in contrario. Ci sono imprese solide e che hanno fatto investimenti faraonici sul nostro territorio che continuano a chiedere deroghe in peggio proprio sugli orari di lavoro, allungando l’orario di lavoro giornaliero, diminuendo le pause e addirittura derogando la legge sull’orario di lavoro, tutto a scapito della salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori”.

“Da tempo rivendichiamo un ridisegno della struttura regolativa dei rapporti di lavoro. Sottrarre la possibilità di utilizzare alcune forme più precarie, incentivare l’indeterminato come principale forma di attivazione e per i giovani l’apprendistato o forme collegate che traguardino verso la stabilità. Inoltre vanno riviste le norme che regolano il tempo determinato. Anche i vincoli e i paletti introdotti dal decreto dignità, promosso per limitare il ricorso a tempo determinato, vanno modificati per evitare gli abusi a cui assistiamo”.

“In poche parole – conclude Pasa – serve un’occupazione di qualità, più retribuita, più sicura  e meno precaria”.

Più informazioni

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.